Elezioni comunali: Cava, una vecchia signora che vive il presente di ricordi e un futuro di incognite
Con quella al sindaco Vincenzo Servalli, pubblicata ieri, abbiamo completato il giro di interviste ai prossimi candidati a sindaco, mentre, in rappresentanza dei tanti candidati a consigliere, nei giorni scorsi abbiamo intervistato due candidati del centrodestra ed altrettanto del centrosinistra.
Da oggi e fino al giorno delle elezioni non ci saranno più interviste, a parte eventualmente quelle che rientrano nella pubblicità elettorale a pagamento Elezioni 2020: la pubblicità elettorale su Ulisseonline.it.
Fra poco più di una settimana (alle ore 12 del 22 agosto) scade il termine per la presentazione delle liste dei candidati ed entreremo ufficialmente in campagna elettorale. Toccherà quindi a tutti i candidati spiegare le loro ragioni ai cittadini, ma soprattutto convincerli per ottenere il loro voto.
Per il resto che dire? Ci asteniamo dall’esprimere giudizi e valutazioni. Lo abbiamo fatto con lena per cinque anni senza lesinare critiche e senza peritarsi dei nemici che, senza volerlo, ci procuravamo, così come delle critiche e delle avversioni, quasi sempre ingiustificate, che ci attiravamo.
Da oggi, però, preferiamo il silenzio. Non vogliamo correre il rischio né di dare l’errata impressione di parteggiare per qualcuno né di poter, neanche lontanamente, influenzare in qualche modo il voto contro o a favore di qualcuno.
Ripetiamo mai come ora -in questa campagna elettorale così atipica, in piena estate, come mai era successo e grazie al Covid- toccherà ai candidati dire la loro e poi, come è giusto che sia in democrazia, la parola passerà agli elettori.
Poche le considerazioni che ci permettiamo di fare in questo editoriale.
La prima, è che il candidato da battere, e non solo perché è uscente, resta il sindaco Vincenzo Servalli. Per quello che si sa, molte sue liste sono davvero elettoralmente molto quotate, e quasi in tutte ci sono candidati che, in quanto a capacità di raccogliere consensi, sono davvero dei pesi massimi, dei campioni. Da Nunzio Senatore ad Antonio Barbuti, ma non soltanto loro, che da anni, insieme a pochi altri anche in schieramenti contrari (com’è il caso di Enzo Passa e Enzo Lamberti) si contendono il primato dei voti. In più, c’è la lista civica capeggiata dall’attuale vicesindaco Armando Lamberti, che la volta scorsa corse con ottimi risultati da candidato sindaco.
La seconda, è che il candidato del centrodestra, Marcello Murolo, ha molte frecce al suo arco, sia per le competenze professionali che per il plafond di voti da sempre avuti dal suo schieramento in una città sostanzialmente borghese e conservatrice come la nostra. In altre parole, Murolo se la può giocare fino in fondo e non è da escludere che possa tirare alla fine un tiro mancino a Servalli. Certo, molto dipenderà dalle liste dei candidati che metterà in campo, ma anche dalla strategia elettorale e dalla comunicazione politica che porrà in essere. Tuttavia, a prescindere, Murolo è un candidato sindaco forte, credibile, accreditato ed autorevole.
La terza, è che la vera sorpresa di questa campagna elettorale è la geniale “follia” di una personalità scoppiettante, intelligente e vivace come fra Gigino. E’ il perfetto outisider, la cui candidatura ha già sconvolto il tavolo da gioco, ma non è detto che non lo scombussoli ancora in più nelle urne.
La quarta, è un’impressione: mai come questa volta c’è il rischio che il voto disgiunto raggiunga proporzioni notevoli e possa anche determinare delle sorprese. E’, per quello che si percepisce, proprio fra Gigino potrebbe essere il maggior beneficiario del voto disgiunto, ma è da capire in quale misura ciò avverrà.
La quinta, è tutto da verificare quanto riuscirà a togliere a Servalli la candidatura di Bastolla, ora con il suo schieramento civico, e quanto peserà elettoralmente nel voto comunale il Movimento Cinque Stelle con l’ottimo candidato Benevento, nella convinzione che gli altri due candidati sindaco, il giovane Trezza a sinistra e lo scafato Ferrigno, faranno onestamente la loro corsa senza eccessive pretese.
Questo sembra essere, almeno per chi scrive, il panorama politico-elettorale nella valle metelliana alla vigilia di ferragosto. Poi, vedremo quello che uscirà fuori dalle urne fra un mese.
Quello che non muterà è la situazione in cui versa la città, che ci appare sempre più come una vecchia signora che vive il presente di ricordi ed un futuro di incognite. Siamo, purtroppo, la città coniugata al tempo imperfetto del vero essere. C’era una volta una economia legata alla coltivazione del tabacco e della sua lavorazione in una manifattura di prim’ordine e non quella residuale di adesso. C’era una volta la Di Mauro, realtà nazionale nelle arti grafiche mentre ora c’è un rudere privo ancora di un futuro al centro della città. C’era una volta un’area industriale di tutto rispetto, mentre ora ci sono capannoni abbandonati da riqualificare. C’era un ospedale che un tempo era un fiore all’occhiello, mentre ora festeggiamo se riusciamo a tenere aperti i reparti tuttora rimasti e se sistemiamo un po’ meglio il pronto soccorso. C’era una volta una città che era, insieme a Milano e Roma, la tappa obbligata di concerti delle star internazionali della musica, mentre oggi non si è ancora riusciti a dare un futuro al pala-eventi di Pregiato…
Il problema di fondo è che da anni manca l’affermarsi di un progetto di città. Procediamo a tentoni, confusamente, senza un’idea forte e precisa. Eppure, la città gode di prestigio in tutta la regione e resta molto attrattiva non solo per il vicino agro nocerino-sarnese ma anche per la popolosa provincia partenopea e per la stessa città di Napoli.
Dobbiamo, però, facendo perno su un patrimonio architettonico unico come il borgo porticato, e su una tradizione culturale, sociale e civile che in buona parte ancora resiste nonostante tutto, essere capaci di proporre un’offerta turistico-culturale più qualificata e consistente per intercettare un pubblico più elevato oltre che con maggiore disponibilità economiche. Se crediamo, invece, che sia la movida a rappresentare il futuro della città, allora siamo solo miopi e ci stiamo scavando la fossa con le nostre mani.
Ecco, l’auspicio è che da questa campagna elettorale emerga un progetto di città abbastanza ben delineato con proposte di largo respiro e che il nuovo consesso comunale sia capace di farne sintesi e far emergere un’idea di sviluppo il più largamente condivisa.
Chiediamo troppo alla politica? Forse, ma come dice un vecchio adagio: domandare è lecito, rispondere è cortesia.