scritto da Carolina Milite - 08 Febbraio 2019 09:40

Cava, via Orilia intasata dal traffico. I residenti chiedono provvedimenti: sul banco degli imputati la politica e il Comune

traffico in tilt su via Orilia

Traffico bloccato durante le ore di punta a via Orilia. La strada che porta a Castagneto ora viene utilizzata come percorso alternativo per i cittadini di San Cesareo e Corpo di Cava, a causa della chiusura di via Gaetano Cinque dopo le piogge dei giorni passati.

Si registrano forti volumi di traffico, soprattutto nelle ore di punta, e automobilisti bloccati nel traffico, sia durante il giorno che di sera. La presenza di diversi mezzi pesanti che hanno difficoltà a fare manovra nelle curve strette ha, inoltre, provocato in diversi frangenti la paralisi della circolazione anche per un’ora e oltre sulla strada che conduce nella zona di Castagneto, Vetranto e San Cesareo.

Questo intenso caos stradale si è verificato a seguito dell’ordinanza di chiusura per via Gaetano Cinque alla frazione San Cesareo. Il provvedimento di chiusura della strada si era reso necessario dopo le intense precipitazioni che hanno fatto peggiorare le condizioni, già critiche, in cui versa l’arteria stradale da tempo. Oltre a via Cinque, è stata interdetta alla circolazione anche via Giuseppe Trara Genoino a Tolimei per le frane e gli smottamenti del terreno che si sono verificati, pertanto l’unica strada transitabile per recarsi nelle popolose frazioni è rimasta via Orilia.

A tutto ciò si aggiungono anche i bus turistici che portano fedeli e pellegrini al frequentatissimo Santuario dell’Avvocatella, che contribuiscono a complicare la regolare circolazione lungo tutto il percorso e peggio ancora le auto posteggiate a entrambi i lati della carreggiata. I cittadini della zona sono al limite dell’esasperazione e lamentano di aver perso la pace a causa dei notevoli disagi che stanno subendo quotidianamente.

Si sentono, anche per questo, abbandonati dall’Amministrazione comunale attuale e in generale dalla politica che gioca a rimpiattino facendo rimbalzare le colpe tra chi c’era e chi c’è al governo della città, come la situazione critica scoppiata la scorsa settimana fosse una sorpresa piuttosto che la cronaca di una crisi annunciata da oltre sei anni, sottovalutata e trascurata.

“Questa mattina siamo stati fermi in coda un’ora e mezza – ci raccontava l’altro ieri una residente di San Cesareo – perché un camion con due carrelli di riporto non riusciva a salire e a fare manovra. Sono anni che chiediamo una soluzione al Sindaco di turno, ma non è mai arrivata. E’ vergognoso”.

La scorsa sera il semaforo al bivio di Castagneto era fuori uso e, nell’attesa che venisse riparato, è successo il finimondo: traffico bloccato, gente che litigava, automobilisti inermi. Sono state chiamate i vigili e forze dell’ordine, ci ha raccontato un testimone, ma l’attesa è stata vana: “Non è venuto nessuno. Se non fosse stato per tre signori che si sono adoperati per impedire il traffico in salita, saremmo ancora lì. Non ho parole”.

Certo è che bisognerà trovare una soluzione tampone al più presto perché la situazione è insostenibile. Il Primo cittadino ha parlato dell’ipotesi, in extrema ratio, di verificare se ci sono le condizioni per predisporre il senso unico alternato a via Cinque, con divieto di transito ai mezzi pesanti e chiusura della strada in caso di allerta meteo con codice arancione.

In realtà quella di via Cinque era una bomba a orologeria che per troppo tempo è stata sottovalutata dalle Amministrazioni che si sono succedute. l problema risale al 2013, quando ci fu il primo cedimento del manto stradale. Da allora nulla o poco è stato fatto. La precedente Amministrazione diede incarico di visionare l’accaduto e relazionare al geologo Antonio Senatore, ma oltre non si andò. Con l’attuale Amministrazione il problema è stato posto all’attenzione del Consiglio comunale più volte, ma a monte è mancata una progettazione esecutiva, necessaria per poter accedere ai finanziamenti che ammontavano a circa 700mila euro.

Nel 2017 fu installata una transenna orizzontale all’altezza di 2,20 metri dal manto stradale quale misura urgente di sicurezza, fu spiegato agli sbalorditi cittadini, per tenere sotto controllo le criticità in cui versava la strada. La sbarra, oltre a non permettere il transito dei mezzi pesanti, preclude la possibilità di passaggio anche a mezzi di soccorso.

Finalmente a febbraio 2018 è stato votato l’emendamento richiesto dal consigliere Vincenzo Passa che prevedeva l’investimento di 30 mila euro per redigere un progetto preliminare di riqualificazione della strada. Il progetto è stato ultimato ed è stato inviato da circa un mese inviato alla Sovrintendenza per l’approvazione. Dopo di che si potrà concorrere al reperimento di finanziamenti. Ma nel contempo la situazione si è aggravata con le piogge della passata settimana, la strada ha subito ulteriori cedimenti, per cui si è dovuto provvedere alla chiusura.

Queste ultime criticità, che si sono andate a sovrapporre a quelle già esistenti, hanno fatto sì che l’ammontare della somma da reperire si sia quintuplicato.

Ogni allerta meteo data dalla Protezione Civile nel corso degli anni era un concreto pericolo che poteva portare spiacevoli conseguenze, e si sapeva bene. Ma forse per troppo tempo ci si è cullati sul motto, come scrisse Marcello D’Orta nel suo famoso libro, “io speriamo che me la cavo”.

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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