Cava, tanta commozione al Liceo Scientifico “Genoino” per la Giornata della Memoria
Fa male guardare quelle immagini, ascoltare quelle testimonianze, sentire quel dolore; fa male, è innegabile, perché la Shoah è stata la negazione dell’uomo, l’onta più grande di tutte, quella macchia che non si toglie dopo un lavaggio e che, proprio per questo, deve rimanere indelebile nella memoria comune, affinché l’orrore non si ripeta.
È questo lo scopo della giornata della memoria che, anche quest’anno, al liceo scientifico Genoino di Cava de’Tirreni, è stata celebrata e ricordata con l’adeguata importanza. In un’aula magna stracolma di professori, ospiti e, soprattutto, ragazzi, la dirigente Stefania Lombardi ha inaugurato l’evento con un toccante discorso, per poi lasciar parlare le immagini del documentario “Ebrei a Campagna”; il cortometraggio fa riferimento al periodo durante il quale, nei pressi della cittadina di Campagna, vicino Eboli, fu allestito un campo di internamento per ebrei.
Quello che stupisce e che rende la storia di questo paesino una delle poche note liete di quel periodo fu che tra i cittadini della città e gli ebrei si instaurò, in brevissimo tempo e in maniera totalmente naturale, una sorta di empatia, una collaborazione che fece in maniera tale che quell’internamento fosse rimasto soltanto un concetto. Durante la giornata, gli internati scendevano in paese, aiutavano e venivano aiutati, dando una mano soprattutto dal punto di vista medico, essendo Campagna un paese arretrato, per poi tornare al campo soltanto a sera inoltrata; questo, almeno, fino all’inizio delle deportazioni e dello sterminio.
Una volta terminato il documentario, la parola è passata all’attore Giuseppe Basta, che ha portato sul palco del liceo una rappresentazione della mostra sulle leggi razziali in Italia, tutt’ora in rassegna alla Mediateca Marte. Si tratta della vicenda di un bambino ebreo che, nel giro di un periodo più che breve di tempo si vede escluso ed emarginato da quelli che fino a poco prima erano stati i suoi amici. Una storia che rappresenta solo una delle mille terribili sfaccettature che il periodo delle leggi razziali ha portato nella vita di tutti i giorni della gente comune. Strettamente legato alla storia di Basta è stato l’intervento dell’ex professore del liceo, ora in pensione, Franco Vitolo, che ha raccontato ai ragazzi la storia di Settimia Spizzichino, una reduce dell’olocausto che per anni ha raccontato la sua terribile storia nelle scuole. I dettagli sull’inferno che questa povera donna ha dovuto affrontare sono stati il momento più straziante dell’evento; una storia terribile che deve essere raccontata, anzi, ha il diritto di essere raccontata.
A chiudere la manifestazione sono stati i cortometraggi dei ragazzi del liceo che hanno cercato di rappresentare, nella maniera più veritiera possibile, il dolore di quelle persone attraverso storie tragicamente verosimili. Nel corso della mattinata sono state tante le voci ad alternarsi, non è mai facile parlare della Shoah, soprattutto se si ha l’obbligo e il dovere delicato di rivolgersi a dei ragazzi; ma se c’è un punto sul quale tutti gli ospiti erano d’accordo è stato l’invito allo studio, l’esaltazione della cultura. Perché se c’è un solo mezzo che può impedire che una violazione dell’essere umano quale la Shoah si ripeta, quello è proprio la cultura. (Alfonso Iannone)