Cava, sui social si infiamma la polemica sui fuochi a Monte Castello: sul banco degli imputati l’Ente e il sindaco Servalli
Anna Maria Morgera: “Si va di male in peggio… Per me è una “bizzarria” per non dire come dicono i giovani una str…”
Fuochi d’artificio sabato o domenica? Ormai la querelle sullo spostamento del tradizionale sparo dalla sommità di Montecastello per i solenni festeggiamenti del Santissimo Sacramento ha preso piede in città, con un vespaio di polemiche che sembra aumentare con l’avvicinarsi della ricorrenza.
La decisione di spostare di un giorno l’atteso gioco pirotecnico che tradizionalmente si tiene il sabato, dopo il giovedì del Corpus Domini, è stata fortemente contestata dalla cittadinanza, ma l’Ente Montecastello sembra non voler recedere dalla sua decisione.
Tra i tanti che hanno preso posizione contro tale provvedimento c’è anche Anna Maria Morgera, figura di spicco della vita culturale metelliana ed esperta di tradizioni popolari. Ha insegnato storia del teatro ed è stata socia del Comitato di Monte Castello per la messa in scena della rievocazione della pestilenza del 1656.
“Cosa dire, si va di male in peggio – esordisce la professoressa Morgera – troppe beghe, troppi antagonismi, troppa confusione. Quando si procederà alla costituzione di un gruppo di esperti: storici, coreografi, costumisti, registi. Insomma, veri professionisti piuttosto che persone che di volta in volta si improvvisano. Una festa bellissima che potrebbe affermarsi a livello di manifestazioni come il Palio di Siena, di anno in anno è sempre meno rivalutata a causa della incompetenza e di sterili beghe interne”.
“Sono notoriamente una grande sostenitrice della festa – continua la signora Morgera – sono stata più volte nel comitato, le mie critiche sono volte a valorizzare la manifestazione. Mi piange il cuore quando assisto a certe diatribe e soprattutto alla incompetenza storica. Quest’anno i fuochi si spareranno la domenica e la cosa mi lascia basita, indignata e dispiaciuta. La festa di Montecastello è sempre stata la festa delle famiglie che si riunivano sulle terrazze, nei cortili, sui balconi, per vedere i fuochi: ‘Chisto è ‘o mio… no chisto è ‘o tuojo, a me me piace ‘o russo….’Così gridavano i bambini. Si stava insieme a mangiare la milza, la pastiera di maccheroni, le melenzane al cioccolato, le primizie, la soppressata come quella di Castello fatta apposta per la ricorrenza”.
“Si banchettava e si ballava fino a tardi – prosegue sull’onda dei ricordi Annamaria Morgera – Il giorno dopo noi ragazzetti andavamo a cercare le barrette colorate che lasciavano i fuochi. Di sabato potevano venire amici e parenti fare tardi perché la domenica non si lavora, ora non credo proprio che possano venire. Perchè? Non voglio credere che, secondo quello che si dice, sia poiché in concomitanza ci sono gli spari a Cetara. Cosa ce ne importa di Cetara? Ci disturba? Cetara festeggia i suoi Santi, noi il Sacramento. Chi vuole andare a Cetara, ci va. Se ci fosse stata a Cava una concomitanza, come qualche volta è accaduto, lo avrei anche capito, ma questa storia non la comprendo proprio. Per me è una “bizzarria” per non dire come dicono i giovani una STR….TA”.
Non lesina parole dure la signora Morgera ma, a onor del vero, la sua autorevole voce si unisce a quella dei tanti cittadini cavesi che costantemente stanno facendo le proprie rimostranze. chi va all’Ente per parlare coi diretti responsabili, chi si rivolge ai politici cittadini per avere spiegazioni e chi utilizza i social, e sono tanti, per far sentire la sua voce.
Tra i tanti commenti, alcuni toccano nervi scoperti circa la manifestazione più amata dai cavesi, come questo di un cittadino che scrive sui social: “Vi siete mai chiesti perché il Festival di Giffoni, sperduto paese del salernitano, è ormai noto in tutto il mondo mentre la nostra centenaria Festa di Castello, con tutte le sue bellissime rappresentazioni, non è mai stata ripresa dalla TV nazionale? Io me lo sono chiesto e sono giunto alla conclusione che gli organizzatori di Giffoni hanno le scarpe grosse ed il cervello fino. E preferisco fermarmi qui”.
E ancora un post di un altro abitante della valle metelliana: “La decisione di spostare i fuochi alla domenica è di una stupidaggine unica e, tra l’altro, non tiene testardamente conto delle preferenze della nostra popolazione da sempre legata alla serata del sabato da trascorrere con amici al cospetto di una bella tavola imbandita dei nostri prodotti tipici”.
Un coro unanime, sebbene c’è chi cerchi di stemperare gli animi e ridimensionare le cose. In particolare, persone vicine all’Amministrazione comunale, stranamente, come se si sentissero corresponsabili di una simile scelta. E così c’è chi parla di scelta di buon senso non aver fatto accavallare i fuochi di Cava con quelli di Cetara, e chi ricorda che non è la prima volta che lo spettacolo dei fuochi si tiene di domenica.
Aldo Scarlino, che sui social si rivela un pasdaran di Servalli & C., ad un post del segretario di Fratelli d’Italia Fabio Siani – il quale chiedeva che l’Amministrazione comunale spieghi perché i fuochi per la festa di Montecastello sono stati posticipati alla domenica, interrompendo una storica tradizione – scrive: “Una tradizione che già ha un precedente, quindi già “intertotta”, sta diventando un affare di Stato, manca solo un’interrogazione parlamentare! Chi per sfizio, chi per motivi politici, chi non tiene di meglio da fare…sparano “ca…te” una dietro l’altra. I veri problemi sono altri”.
Gianpio De Rosa invece replica: “Non vedo la gravità. Ma è una mia opinione. Trovo personalmente più interessanti altre riflessioni con le quali esortare l’Amministrazione a fare in modo che Cava non ceda il passo. Un esempio? La metropolitana leggera”.
E’ vero, ci sono problemi più seri e di cui la città ogni giorno si lamenta con l’Amministrazione Servalli: l’incremento dei furti e l’emergenza sicurezza, l’abbandono indiscriminato dei rifiuti e l’aumento della TARI, arterie stradali chiuse o parzialmente aperte in attesa di lavori di messa in sicurezza, spazi verdi pubblici inadeguati e strutture ludiche per bambini in condizioni fatiscenti, manutenzione stradale in attesa di restyling e altro…
Sicuramente lo sparo dei fuochi non è un problema vitale per Cava de’ Tirreni, ma è una tradizione. E’ un momento atteso tutto l’anno proprio per distrarsi e dimenticare per qualche ora le criticità quotidiane. I cittadini metelliani, che già sopportano tanto, non hanno forse diritto di rivendicare le proprie tradizioni, di far sentire la propria voce, senza sentirsi inascoltati o, peggio, sbeffeggiati? Sì, perché quel che fa più rabbia è che non si capiscono quali siano i reali motivi di una simile scelta. Forse l’Ente Montecastello farebbe bene a mettere nero su bianco con un bel comunicato chiarendo una volta per tutte i termini della questione. Così si fa nei paesi civili e sviluppati. E Cava lo è.
Per il resto che dire? Il sindaco Servalli, è vero, ha tanti problemi seri, ora ne ha anche un altro, forse meno importante come quello di essere rubati in casa, ma comunque non per questo meno serio e sentito dai cavesi. E, suo malgrado, il nostro sindaco Servalli in questa vicenda potrebbe passare come un Ponzio Pilato. E la cosa non è proprio il massimo.