Cava, striscione provocatorio di Casa Pound sulle fioriere antiterrorismo
Dopo l’installazione nei giorni passati delle fioriere antiterrorismo nel centro cittadino, non si sono fatte attendere le polemiche in merito all’iniziativa.
Le installazioni sono state fatte posizionare dall’Amministrazione comunale in quanto rientrano nel piano per la sicurezza urbana previsto per le festività in corso e sono state collocate per dar vita a una sorta di “gimkane” per rallentare i mezzi a motore senza chiudere gli accessi a quanti, provvisti di permesso, transitano nel centro storico.
La notizia è stata accorta in maniera trasversale dalla cittadinanza cavese. C’è, infatti, chi la vede come una necessaria misura di sicurezza dettata dal periodo storico e dai fatti di cronaca imperanti, mentre altri colto l’occasione per manifestare il proprio pensiero non particolarmente tollerante e comprensivo.
Insomma, possiamo dire che è stata l’occasione per far emergere in molti un rigurgito razzista che è partito dal pericolo terrorismo per attaccare la problematica riguardante i migranti. Come si suol dire, si è saltati di palo in frasca.
Anche il gruppo Casa Pound non ha mancato di dire la sua in merito con uno striscione apposto su alcune delle fioriere incriminate apposte all’ingresso di corso Umberto I.
“Questi blocchi di cemento posizionati su entrambi gli estremi del centro storico e all’altezza di piazza Abbro “, ha dichiarato Antonio Di Domenico, coordinatore provinciale del movimento “dovrebbero impedire l’accesso ai veicoli in odore di attentati terroristici, ma deturpano solo le strade e sono assolutamente insufficienti a garantire sicurezza.”
“Prefetto ed amministrazione dovrebbero ammettere”, ha continuato Di Domenico, “Che l’unico giusto provvedimento che possa contrastare il terrorismo sia quello di chiudere le frontiere, debellando il problema alla radice. Abbiamo riempito le nostre città di migliaia di clandestini, ed è magari tra questi che si nasconde qualcuno che domani potrebbe risultare un terrorista”
Il comunicato conclude ponendo l’accento sul fatto che non si tratta di razzismo o di paure ingiustificate, ma piuttosto della necessità di “Combattere l’immigrazione incontrollata e le scellerate politiche dell’accoglienza che ogni giorno consentono a centinaia di immigrati di accedere nel nostro Paese”.
Azione sicuramente provocatoria quella di Casa Pound, ma che corre il rischio di passare per l’ennesimo approccio superficiale a un problema di ampia portata. Insomma, una sorta di potpourri dove elementi non ineluttabilmente collegati tra di loro vengono messi insieme nel nome di un non ben specificato amor patrio.