Cava, spettacolo pirotecnico del S.S. Sacramento spostato a domenica 30 giugno: è polemica in città
Ci sono alcuni argomenti che per i cavesi sono “sacri”. Tra di essi la Cavese Calcio (vedi le polemiche dei giorni passati sugli striscioni per il centenario) e il folclore, anima dell’identità metelliana al di là delle diatribe campanilistiche.
Tra le manifestazioni storico-folcloristiche più care ai cittadini della valle metelliana vi sono i solenni festeggiamenti per il S.S. Sacramento, con la Benedizione dei Trombonieri e lo spettacolo pirotecnico di Montecastello il sabato sera a conclusione dei festeggiamenti.
Per i cavesi doc, ma anche per quelli d’adozione, è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione quella di riunirsi su terrazze e balconi e godersi, dopo una lauta cena con i piatti tipici della festa, i fuochi d’artificio.
Quest’anno però ci sarà una novità che ha già mandato su tutte le furie i “puristi” della festa di Montecastello (come familiarmente viene denominata). Lo spettacolo pirotecnico è stato spostato e, da sabato 29 giugno, slitterà a domenica 30. La motivazione ufficiale è che sono previsti degli eventi anche per la giornata di domenica, quella ufficiosa e reale è che c’è la concomitanza sabato 29 con i festeggiamenti di San Pietro a Cetara che prevedono anch’essi uno spettacolo pirotecnico.
“Sappiamo che molti cittadini cavesi sono soliti andare a vederli – è filtrato da qualche addetto ai lavori – ragion per cui abbiamo preferito spostare l’evento”.
La notizia si è presto diffusa in città, scatenando un vespaio di polemiche circa il rinvio dei fuochi per venire incontro a una celebrazione extracittadina.
“Non sono d’accordo! Ma non eravamo fino a ieri quelli che non erano secondi a nessuno? E ora invece una scelta priva di senso e ridicola… Ecco come rovinare una splendida tradizione che unisce le famiglie cavesi in una delle giornate più festose e significative della nostra città”. Questi sono alcuni commenti di cittadini scontenti della scelta fatta, ai quali c’è qualcun altro che risponde: “Conoscete i rapporti di buon vicinato? Non muore nessuno rinviando di 24 ore! E’ una forma di rispetto. I fuochi di Cetara sono per una data fissa… appunto il 29 giugno, i nostri per una volta possono anche farsi la domenica!”.
Sì, ma noi cosa c’entriamo con la festa di S. Pietro a Cetara? Forse che una città di poco meno di sessantamila abitanti si sposta armi e bagagli in un paesino di poche anime quantunque stupendo per vedere i fuochi di S. Pietro a Cetara? La città di Cava de’ Tirreni piega le proprie tradizioni, per buon vicinato, a quelle dell’ameno paese di Cetara, un tempo facente parte del nostro territorio comunale?
Mah. Che strano paese che siamo. E in questo per davvero non siamo secondi a nessuno.