“Anche se sono occorsi cinque anni, umiliazioni e pene, alla fine di tutto il percorso giudiziario l’avvocato Lucio Panza è riuscito a dimostrare la sua innocenza dinanzi alla legge”. Così Francesco Accarino, avvocato di Lucio Panza, ha spiegato la sentenza della Corte dei Conti di Roma che oggi si è pronunciata.
Lucio Panza fu accusato nel 2014 di non aver vigilato sui rimborsi presentati da vari consiglieri comunali per spese che vennero effettuate in diverse circostanze durante l’Amministrazione guidata dal sindaco Luigi Gravagnuolo, nell’ambito della quale egli rivestiva il ruolo di Presidente del Consiglio comunale. Gli episodi sotto accusa erano relativi all’acquisto di quotidiani, cellulari, computer, francobolli, marche da bollo, ma anche per viaggi, buoni benzina, biglietti di bus da parte di alcuni membri del Consiglio.
Nell’indagine denominata “Rimborsopoli” furono coinvolti quarantadue consiglieri comunali di Cava de’ Tirreni, tra cui anche Michele Mazzeo, anch’egli oggi prosciolto dalle accuse.
“L’avvocato Lucio Panza fu chiamato a rispondere, in veste di Presidente del Consiglio comunale con l’Amministrazione Gravagnuolo, di alcuni fondi utilizzati dai consiglieri comunali come rimborso spese facente capo al Comune – ha dichiarato l’avvocato Accarino – Gli fu rimproverato di non aver effettuato i giusti controlli. Fu effettuato anche un sequestro giudiziario sul suo conto corrente”.
La sentenza ha stabilito la totale non responsabilità di Lucio Panza. Non era suo compito verificare come venissero utilizzati i fondi, ma soltanto appurare che fossero state fatte le dichiarazioni dai capigruppo. Rimase, tuttavia, una “coda” giudiziaria riguardante l’acquisto di giornali che lui stesso aveva effettuato mediante il rimborso spese e di questo la Corte lo condannò.
“Abbiamo fatto appello avverso questa sentenza – ha precisato l’avvocato Francesco Accarino – facendo presente che un rimborso spese di 370 euro annue equivalevano ad un quotidiano al giorno. Per cui è stato ritenuto che la spesa era legittima e non poteva considerarsi estranea alle finalità politiche”.
Una bella soddisfazione per Lucio Panza che dopo l’iniziale enfasi attorno alla vicenda e cinque anni di attesa ha potuto dimostrare la propria innocenza.