La Campania da oggi è in zona arancione. E’ forse il tempo che il Comune di Cava de’ Tirreni finalmente riapra le ville comunali sbarrate da tempo ai cittadini?
Chissà?! I poveri cittadini cavesi, soprattutto gli anziani, sono costretti agli assembramenti a piazza Abbro o in piazza Duomo, mentre chi può soprattutto nei giorni festivi si arrampica sulle colline cavesi o all’Abbazia benedettina.
Il sindaco di Salerno, intanto, nei giorni scorsi ha invitato i salernitani ad utilizzare il lungomare per passeggiare e prendere un po’ d’aria. Nella nostra città, invece, le ville restano chiuse, tranne quella adiacente il Comune, utilizzata per poche ore solo dai portatori di disabilità. Fortunati i salernitani ad avere un primo cittadino così sensibile.
Da noi, qui a Cava, non se ne parla proprio. Le ville comunali restano desolatamente chiuse, sono rigorosamente off-limits per i cavesi. Eppure, ormai è scientificamente assodato, all’aria aperta la possibilità di contagio è ridotta ai minimi termini, senza contare i vantaggi psicologici di poter fruire degli spazi verdi.
Nella nostra città questo nei fatti viene negato da tempo. Sarà colpa del Covid, oppure la pandemia è solo una scusa per tenere le ville comunali chiuse dopo la triste vicenda dell’incidente del febbraio dello scorso anno che provocò una vittima a viale Crispi?
C’è da chiedersi, ma l’opposizione consiliare, visto che la maggioranza è silenziosamente e compattamente intruppata, la città la vive e si è accorta di quanto disagio comporti la chiusura delle ville?
Sembrerebbe di no. Ci auguriamo di sbagliare, nell’auspicio, ovviamente, che l’opposizione batta un colpo, e anche forte.
Dalle foto scattate ieri mattina, domenica, si può anche notare lo stato di abbandono delle ville comunali (nelle foto sopra, villa Schwerte, a fianco e sotto quella di parco Beethoven).
La natura, come è giusto che sia, ha preso il sopravvento visto che in questi mesi non c’è stata alcuna cura del verde pubblico. Anche in questo caso, però, balza agli occhi quanta scarsa attenzione ci sia a Palazzo di Città, dove ormai hanno preso decisamente il sopravvento l’approssimazione e la noncuranza.
C’è da chiedersi, infatti, ma i giardinieri comunali lavorano il smart working? Insomma, durante tutta questa chiusura non si potevano predisporre comunque i necessari lavori per tenere pulite e ordinate le nostre ville?
E ancora, dopo un anno e più dall’incidente, la storica villa comunale Falcone e Borsellino di viale Crispi presenta ancora l’inferriata divelta dall’albero caduto.
E’ possibile mai che ancora non si sia sistemata la recinzione? L’area è ancora sotto sequestro giudiziario? Ma i nostri uffici comunali hanno richiesto il dissequestro dell’area?
Evidentemente chiediamo troppo. Forse, ora che è aumentata l’addizionale comunale Irpef, ci saranno abbastanza risorse in più per riaprire le ville comunali. Per metterle in ordine e ripulirle. E per avere tutte le risposte.