Cava, la Lega inaugura la sede e si prepara alle prossime comunali
E’ cominciata la campagna elettorale a Cava de’ Tirreni per le elezioni amministrative del 2020 e ad aprire le danze politiche è stata la Lega con l’inaugurazione, ieri mattina, della sede che verrà utilizzata dal direttivo metelliano del partito di Matteo Salvini.
Al taglio del nastro della nuova sede del coordinamento cittadino, in una corte che affaccia sulla centralissima piazza Duomo, sono accorsi in tanti. Politici cittadini, esponenti provinciali, militanti e semplici cittadini simpatizzanti del movimento politico. Tra la folla anche una volante della Polizia Locale e una della Polizia di Stato, mandate in via precauzionale dopo il clamore e il rumore che la notizia ha destato in città nei giorni scorsi. Ma tutto è andato tranquillamente.
A salutare gli intervenuti all’affollato incontro sono stati il Coordinatore Cittadino Biagio Manzo, il Coordinatore Provinciale Mariano Falcone, quindi l’ex assessore con la Giunta Galdi Antonio Senatore del Direttivo Lega Cava, Domenico Fimiani, Responsabile del Dipartimento Regionale Economia e Finanziamenti, ed Ernesto Sica, ex sindaco di Pontecagnano-Faiano e consigliere provinciale della Lega.
Diversi gli esponenti dei partiti e dei movimenti di centrodestra cittadini presenti, tranne gli esponenti locali di Fratelli d’Italia, ad eccezione del consigliere comunale Renato Aliberti.
Non ha fatto mistero Biagio Manzo, quando ha preso la parola, della ferma volontà di raddoppiare, se non triplicare, quel 4,42% di preferenze incassato in città alle Politiche dello scorso 4 marzo pur non avendo alcun rappresentante: “In questi anni la Lega è cambiata, è diventata profondamente diversa da quello che era anni fa. E’ diventata un movimento che lotta per lo sviluppo dell’intera nazione ed ha saputo incarnare meglio di chiunque altro la voglia di cambiamento e il desiderio di far sentire la propria voce”.
Affrontando la critica, sovente mossa, di populismo Manzo ha precisato: “Ci chiamano populisti. Per noi populismo è una bella parola, perché contiene la radice popolo, e il popolo non è quello che immaginano le élites dei tecnocrati, ma quello che lavora ogni giorno. Ci chiamano sovranisti, dicendo che è un concetto fuori del tempo. Ma tutelare la propria comunità, difendere gli interessi del proprio Paese è considerata ovunque cosa giusta. Francia, Germania e Inghilterra fanno forse diversamente?”
Infine, la questione meridionale: “I finanziamenti pubblici fino ad oggi non sono serviti allo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno, ma a sovvenzionare clientele politiche, ad assicurare il potere alle classi dirigenti, a garantire la rielezione di questo o quel deputato. La sinistra che ci attacca vada rileggere le pagine di Gramsci sulla questione meridionale e troverà quello che sto dicendo”.
Mariano Falcone ha plaudito all’apertura della sezione, definendola un momento importante per la crescita della comunità. “La sede è luogo di proposte politiche e di crescita delle classi dirigenti”. Ed ha poi sottolineato che la Lega rappresenta la difesa delle identità sociali, politiche e culturali di un territorio, il Sud, che è stato depredato da una cultura politica che ha visto da sempre il Mezzogiorni come mero serbatoio di voti e terreno di business.
Non sono mancate, durante gli altri interventi, stoccate all’attuale Amministrazione cavese, accusata di essere priva di competenze e programmazione, e di aver subordinato alla burocrazia dirigenziale il suo ruolo di interprete delle necessità degli elettori.
Insomma, sono ben lontani i tempi in cui D’Alema, intervistato da Il Manifesto, disse: ”La Lega (Nord) c’entra moltissimo con la sinistra, non è una bestemmia. Tra la Lega e la sinistra c’è forte contiguità sociale. Il maggior partito operaio del Nord è la Lega, piaccia o non piaccia. È una nostra costola, è stato il sintomo più evidente e robusto della crisi del nostro sistema politico e si esprime attraverso un anti-statalismo democratico e anche antifascista che non ha nulla a vedere con un blocco organico di destra”.
La sinistra in realtà chiama d’Alema il boia di Belgrado…