Cava, la denuncia di Renato Aliberti: “Le scelte di Servalli sul PUC danneggiano i cavesi”
“Non sono affatto d’accordo con la decisione assunta dall’Amministrazione Servalli di considerare l’area industriale della zona ASI una specie di zona bianca per cui si procederà all’approvazione del PUC al netto di essa”.
A parlare così è Renato Aliberti, consigliere comunale e già vice presidente del Consorzio ASI. In discussione, infatti, è la nuova perimetrazione dell’area industriale che era stata uno degli obiettivi per cui la precedente Amministrazione comunale e la stessa Asi avevano lavorato.
Infatti, con una delibera del 2012 il Consiglio comunale metelliano, con sindaco Marco Galdi, per raccordare la proposta di PUC elaborata in precedenza dall’Amministrazione Gravagnuolo con la pianificazione del consorzio dell’Area Industriale, aveva stabilito di procedere alla riperimetrazione della zona ricadente nell’ASI escludendo dallo stesso quelle aree individuate nella proposta del PUC quali ambiti di trasformazione. Alla fine, a completamento di un lungo e tormentato percorso, il Consorzio ASI aveva approvato lo scorso gennaio la proposta di nuova perimetrazione deliberato dal Consiglio comunale metelliano poco prima.
“In questo modo -evidenzia Aliberti- l’area di competenza dell’ASI si riduceva del 70% circa, e rientrava nella disponibilità del Comune con evidenti vantaggi in termini di determinazione degli standard urbanistici. Poi tutto si è fermato in Provincia e ora l’Amministrazione Servalli fa dietrofront”.
“Nel 2009 -aveva dichiarato poche settimane fa il sindaco Vincenzo Servalli al nostro giornale- l’allora sindaco Gravagnuolo approvò il PUC, negli anni a seguire però non c’è stata attenzione sul tema. Uno dei problemi del piano era il fatto che normava la zona Asi, andava cioè a regolamentare una zona che non era di competenza del Comune, in prospettiva che la zona sarebbe ritornata un giorno di competenza comunale. Questo è stato l’elemento con cui ci siamo scontrati. Per riprendere quella zona è necessario che l’Asi faccia una vera e propria variante al proprio piano, ma la situazione è molto complessa. In sintesi, se non si attua una variante mediante una lunga procedura, quell’area non ritornerà nella potestà del Comune e quel PUC è inapplicabile”.
“In questo momento -aveva spiegato Servalli- abbiamo fatto una scelta diversa, perché il Comune ha bisogno di un piano urbanistico; la consideriamo una specie di zona bianca e procederemo all’approvazione del PUC al netto di quest’area e abbiamo chiesto al prof. Gasparrini di ricalcolare gli standard alla luce dello status quo. E’ stato necessario assumere questa decisione quando ci siamo scontrati con la complessità di ottenere la variante al piano Asi. Al Comune non c’erano carte, né tavole al riguardo, l’ufficio di piano nei cinque anni precedenti era stato completamente smantellato e l’assessore Minieri ha dovuto fare un lungo e difficile lavoro di ricostruzione di carte e documenti”.
“Così -ribatte invece contrariato Aliberti- verrà fuori nn Puc che non risolve i problemi non solo della zona ASI ma dell’territorio cavese, in quanto non ampliando, attraverso questa riperimetrazione, la superficie a disposizione del Comune, rimarranno gli standard attuali che, essendo il nostro territorio urbanisticamente saturo, alla fine risulterà stretto in una camicia di forza a danno dello sviluppo delle nostra realtà comunale”.
“La verità -attacca Aliberti- è che l’ASI ha espresso a inizio di quest’anno una chiara volontà politica che viene ora vanificata con delle motivazioni poco chiare ed inspiegabili. Preciso che la riperimetrazione che fu approvata sia dal Consiglio direttivo che dal Consiglio generale. Alla provincia bastava solo completare l’iter. Peccato che a pagare sia la città metelliana e che l’attuale Amministrazione comunale si mostri del tutto incapace e inadeguata nel tutelare gli interessi dei propri governati. In questo modo viene buttato a mare il lavoro e gli sforzi fatti in questi ultimi anni dall’ASI e dal Comune di Cava, e personalmente anche dal sottoscritto nella qualità di vicepresidente del Consorzio dell’Area Industriale”.
“Mi spiace davvero -si rammarica Aliberti- che così vengono tradite, per mancanza di coraggio e di capacità da parte degli attuali amministratori, le speranze che avevano riposti tanti cittadini, in particolare, numerosi imprenditori cavesi. Un’ultima considerazione. Se come sembra, ora l’Asi, con l’attuale dirigenza politica e di qualche funzionario, contrasta la volontà del socio fondatore, cioè Cava, non c’è più motivo di essere e restare nell’Asi stessa. Almeno risparmieremo 90.000 euro l’anno. Se l’ASI non ascolta un socio, allora è meglio procedere all’ exit”. (foto Gabriele Durante)
Una splendida vallata verde, distrutta per dei capannoni, puzzolenti, cemento, e tutto quello che si vede passando per la zona ASI, dove nessuno trova lavoro, perchè, nessuno assume nuovo personale. Ma non era meglio investire sul turismo, creare agriturismi, aree naturalistiche? Cosa avete portato a Cava con questa vergogna Asi? Il nulla, ops L’aumento di tumori.