scritto da Redazione Ulisseonline - 18 Marzo 2019 22:30

Cava, incontro al Liceo scientifico “Genoino” con una giovane ricercatrice della Fondazione Veronesi

Non di rado capita di ascoltare, per radio, in tv o addirittura sui social, della sempre più preoccupante “fuga di cervelli” che sta colpendo il nostro Paese in questo inizio di millennio. Questo allarmismo, seppur fondato, porta a distogliere l’attenzione da quelle menti brillanti che, invece, costituiscono il futuro dell’Italia, di quei giovani che decidono, per “amor di patria”, di restare , per scoprire, inventare, ricercare nel nostro Paese.

È questo il caso di Claudia Sorrentino, giovanissima ricercatrice della fondazione “Umberto Veronesi” che, nella mattinata del 15 marzo, si è offerta di raccontare, nell’aula magna del Liceo Scientifico Genoino di Cava de’Tirreni praticamente piena, il suo personale percorso di studi che l’ha portata a diventare ricercatrice a soli 28 anni per una delle fondazioni per la ricerca e la divulgazione scientifica più importanti al mondo.

Per la dottoressa Sorrentino  è stato un gradito ritorno in quello che è stato il suo liceo, rappresentando un motivo vanto per l’istituto cavese. Il congresso, durato all’incirca due ore ed organizzato dalla professoressa Maria Fausta Santoro, ha visto coinvolti molti ragazzi delle classi quarte e quinte del Liceo, che hanno accolto con entusiasmo ed interesse la preziosa opportunità concessa loro dalla scuola.

Dopo un iniziale excursus sulla fondazione Veronesi e sull’importante compito che essa svolge, l’ospite ha presentato il suo iter di studi, dalla laurea in farmacia all’università di Salerno al dottorato di ricerca che l’ha portata in giro per il mondo, dal Brasile agli Stati Uniti, più precisamente all’università di New Orleans, in cui, spiega Claudia, ha avuto modo di confrontare i suoi studi con quelli del direttore del dipartimento di farmacia dell’istituto americano; più precisamente, si sono occupati di studiare, su cellule leucemiche NATURAL KILLER CDC4 (particolarmente importanti nel riconoscimento e distruzione di cellule tumorali), la possibilità di un nesso tra l’inibizione dei recettori SERCA (la cui inibizione porta alla morte cellulare,aprendo le porte ad una possibilità  concreta alla lotta ai tumori) e del recettore NOTCH (un recettore di membrana).

Dopo questa parentesi, prettamente scientifica, numerose le domande degli studenti, che spaziavano da quesiti prettamente tecnici, inerenti alle ricerche farmaceutiche di Claudia, ad altri più personali, in cui si chiedevano dettagli e curiosità riguardo la sua esperienza e il suo lavoro alla fondazione. Questa delle domande ha rappresentato la parte più sincera e coinvolgente del convegno, in cui quei ragazzi che vedono per loro un futuro da ricercatore hanno fatto tesoro della testimonianza di Claudia, chiarendo dubbi e perplessità e tastando con mano l’importanza della ricerca in ambito scientifico.

Alla fine della mattinata ai ragazzi non è rimasto soltanto la testimonianza di una ricercatrice e la presa di coscienza del ruolo fondamentale che svolge la ricerca nella lotta a malattie altrimenti incurabili, ma l’esempio di come i propri sogni possano realizzarsi attraverso lo studio e l’impegno, un invito ai ragazzi a credere nelle proprie potenzialità (Alfonso Iannone)

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