Cava, il consigliere Antonio Palumbo propone il Corso Ferrante d’Aragona come patrimonio mondiale Unesco
“Continua l’assordante silenzio istituzionale sulla mia proposta per intitolare l’attuale Corso Umberto I al re Ferrante d’Aragona, cui dobbiamo la donazione della Pergamena Bianca, il più prezioso cimelio dei nostri plurisecolari trascorsi: al mio ordine del giorno “A ciascuno la sua storia” – approvato dal Consiglio Comunale in data 08.03.2017 – non è stato dato finora alcun seguito, né dall’Amministrazione in carica è mai giunto un segnale o un pronunciamento in tal senso. Il perché non si comprende, d’altra parte, atteso che la proposta sembra incontrare il favore di buona parte della comunità cavese”.
E’ quanto dichiara in una lunga nota il consigliere comunale Antonio Palumbo.
“Per il rispetto che dobbiamo alla nostra identità e a quella che è stata la gloriosa storia di Cava de’ Tirreni, tuttavia -prosegue Palumbo- continuo a ritenere e sostenere – e, come precisato, non sono il solo ad esserne convinto – che non si possa più “tirare a campare” con iniziative prive di reale valenza o risvolti concreti, ma che vadano piuttosto compiute azioni davvero significative (oltreché amministrativamente coraggiose), finalizzate ad assegnare realmente, dopo secoli, al sovrano aragonese che ci consegnò la Pergamena Bianca l’importanza ed il posto che merita nella sua “Città fedelissima””.
“Stavolta, però -precisa Palumbo- intendo rafforzare ulteriormente la valenza di tale proposta con uno spunto di eccezionale importanza: a ben rifletterci, il nostro centro storico porticato – forse più dell’Abbazia territoriale della SS. Trinità – presenta caratteristiche di unicità e peculiarità tali da potersi proporre, con buone ragioni, per l’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO”.
“La Convenzione del 1972, del resto -spiega Palumbo- nata soprattutto con lo scopo di identificare i siti contraddistinti da particolarità di eccezionale importanza culturale, nei Criteri per la loro individuazione ed inclusione nella Lista, fa chiaramente riferimento a tutti quei monumenti e complessi architettonici che rappresentino «una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale» (Punto III) e, ancora, per quanto si dichiara al Punto V, «un esempio eminente dell’interazione umana con l’ambiente»”.
“Sembra evidente -sostiene ancora il consigliere Palumbo- che i nostri straordinari Portici – unico esempio nel Mezzogiorno d’Italia – rivestano entrambe queste eminenti caratteristiche, ma appare altrettanto scontato che tali espressioni della Convenzione UNESCO possano acquisire un senso decisivo solo se giustificate, nel contempo, da un “aggancio” storico-culturale il quale non può certo connettersi alla “omologante” storia dell’Unità d’Italia (e/o dei personaggi che furono, a vario titolo, protagonisti di quella vicenda), ma deve, al contrario, far riferimento ai singolari e distintivi avvenimenti che hanno riguardato la vera e ben più antica storia dei Cavesi: infatti, di “Corso Umberto I”, “Piazza Garibaldi” e “Via Cavour”, come si sa, sono ugualmente pieni i centri urbani di tutti i Comuni della nostra Penisola, dal Trentino alla Sicilia, dal più piccolo al più grande”.
“Se, dunque, volessimo aspirare all’inserimento del nostro centro storico porticato nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO -conclude Palumbo- ne deriva che la prima cosa da fare, probabilmente, dovrebbe essere quella di connetterne l’immagine – già del tutto conclamata dal punto di vista architettonico – al nome del personaggio cui sono indissolubilmente legate le più importanti e peculiari vicende storiche che hanno caratterizzato i nobili trascorsi di Cava de’ Tirreni”.