Cava, il Centro Vaccinale di San Francesco operativo dalle 8 del mattino alla mezzanotte
Si è dimesso nel frattempo il dottore Ciro Armenante, direttore proprio del Centro vaccinale di San Francesco
Il centro vaccinale presso il convento di S. Francesco sarà operativo dalle ore 8.00 alle ore 24.00 di tutti i giorni dal lunedì alla domenica.
Il Comune di Cava de’ Tirreni fa sapere che coloro i quali ricevono la convocazione per la somministrazione del vaccino anche oltre le ore 22.00 possono recarsi al centro di vaccinazione presso il Convento di San Francesco con un accompagnatore, muniti ovviamente della convocazione ricevuta dall’ASL, che attesta di fatto la motivazione di salute prevista dalle norme per gli spostamenti e da allegare alla autocertificazione.
Si accelerano finalmente, era ora, “le attività di vaccinazione della popolazione cavese non solo per gli over 80 -si legge ancora nel comunicato del Comune- e si iniziano a vaccinare anche coloro che hanno dato la propria adesione sulla piattaforma regionale gli over 70”, ma ci auguriamo prima ancora le persone fragili e i disabili gravi.
Intanto, è sempre il Comune metelliano a informare, sono iniziate stamattina le vaccinazioni domiciliari per gli allettati e non deambulanti. Entro domenica prossima si prevede il completamento della inoculazione della prima dose di vaccino Pfaizer a tutti gli over 80 cavesi e l’inizio della seconda vaccinazione.
Nel frattempo, nella giornata di ieri, si è dimesso il direttore proprio del centro vaccinale di San Francesco, il dottore Ciro Armenante, il cui lavoro in queste ultime settimane è stato molto apprezzato per la professionalità e l’efficienza.
Non si conoscono i motivi di queste dimissioni, si sussurra, però, che il dottore Armenante avesse sollecitato invano le autorità sanitarie ad accelerare la campagna vaccinale a Cava potenziando l’operatività del centro vaccinale di San Francesco. Cosa che è avvenuta, a quanto pare, solo dopo che il dottore Armenante si è trovato costretto a rassegnare le dimissioni per dare maggior peso alla sua richiesta. Se questa versione dei fatti risponde alla verità, si può senz’altro dire che è la tipica vicenda all’italiana, in particolare della burocrazia italica che riesce sempre a complicare la realtà più del dovuto e dell’immaginabile.