Cava, grande partecipazione di pubblico a Palazzo di Città per la presentazione del saggio “Maionese impazzita”
Venerdì 7 dicembre 2018, presso il Comune di Cava de’ Tirreni, è stato presentato il libro “Maionese impazzita – Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l’uso ”, scritto a quattro mani da Silvia Lamberti e Pasquale Petrillo, D’Amico Editore; erano presenti le Autorità cittadine, in testa il Sindaco Dott. Vincenzo Servalli, il Presidente del Consiglio Avv. Lorena Iuliano, numerosi Consiglieri, Personalità politiche, Rappresentanti dell’amministrazione regionale e provinciale, Dirigenti e Docenti degli Istituti scolastici superiori metelliani, operatori economici, giornalisti e operatori della informazione, e un folto pubblico che ha affollato la bella sala di rappresentanza, recentemente messa a nuovo.
Seduti al tavolo dei relatori, oltre agli autori dell’opera e al Sindaco Servalli, il dott. Francesco Nicodemo e il dott. Luigi Gravagnuolo, che hanno curato la prefazione e l’introduzione dell’opera; la serata è stata inappuntabilmente condotta dalla giornalista Tiziana De Sio.
Il volume, come già preannunciato nel sottotitolo, mette in evidenza una problematica fondamentale, oggi molto sentita, vale a dire il rapporto tra la pubblica amministrazione e il cittadino, che si sviluppa prevalentemente, a volte esclusivamente, tramite la comunicazione pubblica e istituzionale, alla quale l’opera vuole dare un contributo anche operativo, in virtù della pluridecennale esperienza degli autori.
Perché il titolo “Maionese impazzita” ?
Per montare la maionese, occorrono ingredienti semplici i quali debbono essere non solo ben dosati, ma soprattutto ben lavorati: se non vengono sapientemente trattati, rischiano di farla impazzire.
Per analogia gli autori hanno ritenuto che la comunicazione pubblica abbia necessità di sapiente dosaggio degli ingredienti ma, soprattutto, di una più che sapiente miscelazione al fine di evitare eccessi da parte dell’Ente verso il cittadino, ma pure nel senso contrario, giacché il rapporto è a doppio senso.
Probabilmente in una città piccola come la nostra il fenomeno non è eccessivamente avvertito, ma certamente in molte istituzioni, specialmente in alcune zone d’Italia, la carenza di corretta comunicazione, molte volte assolutamente assente, è più che sentita, tant’è che in molti casi il cittadino è tenuto, a volte volontariamente, all’oscuro di ciò che avviene nel palazzo non sempre di vetro del potere, ma in altrettanti casi a quel palazzo non giungono correttamente le istanze dei cittadini, talvolta mal filtrate.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Servalli, ha tenuto la sua relazione il Dott. Luigi Gravagnuolo, docente, editorialista, saggista e pubblico comunicatore, già Sindaco della città, che ha scritto la introduzione del libro.
Esiste, come aveva già evidenziato precedentemente il dott. Gravagnuolo, un crinale che segna il confine tra comunicazione politica e comunicazione pubblica; questo confine, è la verità che separa la politica dalle istituzioni; ma la verità è un confine fragile, facilmente permeabile, anche perché essa non è la stessa per tutti.
Durante il suo intervento il dott. Gravagnuolo ha ripreso e approfondito il concetto: nelle istituzioni pubbliche non sempre è possibile dire tutte le verità nude e crude, molto spesso è necessario dire mezze verità in quanto l’intera verità potrebbe avere effetti contrari al conseguimento del fine che l’Istituzione intende raggiungere nell’interesse del cittadino-utente.
La ricerca della verità certa, documentata, è fondamentale in alcuni settori, ad esempio in quello giudiziario, nel quale i Magistrati hanno la responsabilità di chi sa che dalle proprie decisioni dipende la vita delle persone giudicate; e pure nel campo della scienza, della storia, ecc.
Nel campo giornalistico, gli operatori pure vivono nella ricerca della verità; ma nel campo socio-politico, questo criterio è meno pregnante, la verità nuda e cruda può essere ostica per chi la professa, in quanto il suo costo è spesso la impopolarità e l’isolamento.
Il politico che si assoggettasse ad essa, senza cautele, rischierebbe di perdere fiducia e consensi, quindi in politica l’efficacia della comunicazione, almeno di quella dall’ente al cittadino, è data da mezze verità, o da mezze bugie, spesso non proprio bugie, ma piuttosto opacità. E se questo sistema consente di raggiungere gli obbiettivi per i quali il politico è stato eletto, ben vengano le mezze verità, le mezze bugie e le opacità.
In conclusione, la verità “tout court” potrebbe avere l’effetto di isolare la istituzione dal cittadino, ma pure quest’ultimo dall’istituzione.
Nell’esame del libro come “manuale di istruzione” il dott. Gravagnuolo si è soffermato sulla approfondita competenza degli autori i quali hanno inteso anche mettere a disposizione di coloro che si avvicinano alla comunicazione istituzionale la loro consolidata esperienza.
Ha fatto seguito l’intervento del Dott. Francesco Nicodemo, consulente di comunicazione digitale, scrittore e fondatore di PASocial, la prima associazione italiana dedicata allo sviluppo della nuova comunicazione, portata avanti attraverso i social-network, le chat e tutti gli innovativi strumenti che la tecnica ha messo a disposizione.
Il dott. Nicodemo, che ha scritto la prefazione del libro, si è soffermato sull’aspetto tecnico della odierna comunicazione basata principalmente sugli attuali strumenti tecnologici, grazie ai quali i social e il web fanno da padrone. La vita digitale, oggi, è una prosecuzione della vita reale; non è il caso di approfondire se oggi è meglio o peggio di ieri, bisogna solo prendere atto della situazione ed adeguarsi ai tempi.
Infatti, secondo una recente indagine del Censis, l’80% dei cittadini ha a che fare con la rete web, analoga percentuale di chi usa lo smart, oltre 30 milioni di italiani usa FaceBook e altri “social”; siamo di fronte ad un cambiamento epocale di abitudini, mentalità e modo di aggiornarsi, e di ciò va preso atto. E anche la comunicazione istituzionale non può farne a meno in quanto non è pensabile ricorrere alle vecchie dinamiche ed ai vecchi sistemi. Piuttosto è necessario concentrarsi sulla necessità di proteggersi dalle minacce che i nuovi strumenti di comunicazione costituiscono perché, essendo facilmente e da tutti utilizzabili, si prestano a diventare veicoli di disinformazione e di conflitti che spesso sfociano nell’odio.
La conclusione è stata fatta dagli Autori, i quali si sono soffermati sulla storia del libro, iniziato nel 2003 (all’epoca non esistevano i social, il web faceva i primi passi) grazie ad una idea di Silvia Lamberti, più volte rivisitata in base ai continui mutamenti degli ultimi quindici anni e che richiedevano continui aggiornamenti del testo. La personale esperienza è stata messa a disposizione di quanti si avvicinavano alla comunicazione istituzionale tramite questo libro, che diventa per essi una specie di “vademecum”.
Ed è stato così che la maionese è venuta fuori: per fortuna senza impazzire. (foto Gabriele Durante)