Fa discutere l’Ordinanza regionale n. 37 del 22 aprile, firmata dal presidente Vincenzo De Luca, che consente l’asporto dal prossimo 27 aprile.
In base all’ordinanza, sono consentite le attività e i servizi di ristorazione a pub, bar, gastronomie, ristoranti, pizzerie, gelaterie e pasticcerie, secondo le seguenti fasce orarie: quanto ai bar e alla pasticcerie, dalle ore 7,00 alle ore 14,00, gli altri esclusivamente dalle ore 16,00 alle ore 22,00. Per tutti sarà possibile operare con la sola modalità di prenotazione telefonica ovvero on line e consegna a domicilio.
Il coordinamento cavese di Fratelli d’Italia ha reso pubblico un comunicato stampa in merito alla questione. “L’ordinanza n. 37 del 22 aprile, a firma del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, non tiene conto delle reali esigenze delle menzionate categorie e, semmai ve ne fosse bisogno, conferma senza tema di smentita che il governo regionale è lontano dal mondo produttivo”, principia la nota stampa.
“In tale contesto – si continua a leggere – fa rumore il silenzio dell’Amministrazione comunale che anziché alzare la voce e difendere un settore strategico per la nostra Città, rimane colpevolmente silente, soggiacendo a bieche logiche politiche invece di tutelare le imprese locali della enogastronomia. Nessuno discute la necessità di una ripresa graduale e controllata delle attività commerciali, ma, allo stesso tempo non si possono avallare provvedimenti di fatto inattuabili e, a tutto voler concedere, laddove rispettati, eccessivamente onerosi per gli esercenti”.
La sezione cittadina di Fratelli d’Italia specifica di ritenere l’ordinanza del Presidente della regione une vero e proprio “contentino” che ha invece “scontentato” suscitando irritazione e rabbia nella gran parte degli operatori del settore, in quanto da più parti considerata una ordinanza “trappola”.
“È di tutta evidenza la disparità di trattamento relativamente alle modalità di sanificazione e distanziamento rispetto alla gran parte delle attività commerciali del comparto alimentare e non solo. Misure così rigorose non sono state adottate per i supermercati, le salumerie, le macellerie, le ferramenta e i colorifici e la stessa certificazione sanitaria appare una presa in giro, visto che il medico competente rilascerebbe una attestazione senza sottoporre il paziente – dipendente al tampone. L’orario previsto, poi, non consentirà un minimo ritorno economico per giustificare l’apertura che nella gran parte dei casi esporrà l’esercente, già in crisi di liquidità, ad affrontare ulteriori costi. Ci chiediamo quante pizze dovrà consegnare a domicilio una pizzeria? Quanti caffè dovrà consegnare un Bar? Quanti pranzi dovrà consegnare un ristorante? Quanti dolci dovrà consegnare una pasticceria, per rientrare dai costi di gestione?”.
Infine un auspicio: “Siamo certi che l’amministrazione effettuerà i doverosi controlli per accertare il rispetto dell’ordinanza regionale n. 37, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini ed una leale concorrenza”.