Cava, esibizione per la legalità e contro ogni violenza delle studentesse del Liceo Scientifico “Genoino”

Dare anima alle parole del poeta W. Shakespeare è un’impresa ardua per un uomo, ma non per una donna. Con esattezza, non è stato impossibile per dieci alunni del Liceo scientifico Genoino di Cava de’ Tirreni delle classi III A (Valentina Lamberti, Marika Galasso, Lucrezia Lombardi, Alessia De Martino, Giovanna Milito, Raffaella Lamberti, Francesco Ognibene, Lorenzo Troisi e Paolo D’Ursi) e IV I (Sabrina Caracciolo).
Ospiti dell’evento “Una notte per la Costituzione”, tenutasi lo scorso 2gGiugno al Comune di Cava de’ Tirreni, in occasione della festa della Repubblica, hanno saputo tingere le pareti di rosso. Un rosso che, seppur sinonimo di passione e femminilità, spesso diventa il colore della violenza e del sopruso. Le giovani donne, vestite solo con un abito nero, hanno saputo sfruttare al meglio il simbolo della violenza contro l’essere femminile: le scarpe rosse, alte, basse, sportive, eleganti… tutte diverse, ma tutte rosse, così come la violenza, che ha mille diverse forme, ma è pur sempre atroce e cruda.
Dietro grandi uomini ci sono grandi donne, ma anche dietro queste piccole donne vi sono state due donne speciali: due insegnanti del liceo scientifico “Genoino”, le professoresse Sonia Avagliano ed Emilia Giordano. Al fianco delle ragazze e di altri alunni della scuola, tra i quali anche Emanuela Laudato e Andrea Di Marino della classe III H, anch’essi ospiti con il loro canto alla serata in Comune (sulle note di “Read All About It”), hanno saputo creare una fantastica magia proponendo due esibizioni tratte dallo spettacolo “A testa alta. Uniti nella legalità”, coordinato dalla professoressa Angela Di Gennaro, ulteriore segnale di una città che combatte contro ogni forma di violenza. Dinanzi agli occhi affascinati degli spettatori, queste piccole donne, grazie alle parole e ai loro passi di danza eseguiti sulle note della poesia di Ermal Meta “Vietato morire”, hanno lasciato trapelare l’immagine di un paese unito nella legalità e nella lotta alla violenza.
L’amore non è uno schiaffo, neanche se dato per gelosia. L’amore non è un’offesa. L’amore non ti picchia. L’amore non ti umilia. L’amore non ti minaccia. L’amore cura dal male, ma non ne fa. L’amore, ci hanno insegnato le piccole studentesse, non alza le mani, ma ti prende per mano.
Spesso non sono i giovani a dover apprendere dagli adulti, e questa esibizione ne è stata la conferma. Tutta la comunità dovrebbe capire il loro messaggio perché solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande.
Finalmente combattiamo assieme perché “non è normale che sia normale”. (Sabrina Caracciolo)