scritto da Redazione Ulisseonline - 11 Settembre 2024 17:25

Cava de’ Tirreni, un papà scrive al nostro giornale sulla scuola di San Cesareo: “Mi è stato detto che non si fa manutenzione perché non ne vale la pena per pochi alunni”

La scuola di San Cesareo: quest'anno ha solo due classi, una seconda elementare e una pluriclasse, e l'asilo (proveniente dai plessi della Badia e di Castagneto a loro volta già chiuse)

Riceviamo e pubblichiamo

 

Perdonate l’anonimia… Ieri sera ho guardato su una piattaforma streaming il film “Un mondo a parte” con Antonio Albanese e Virginia Raffaele. Senza “spoilerare”, parla di una comunità nel Parco nazionale dell’Abruzzo di poche anime con una scuola pluriclasse (una prima, una terza e una quinta) con pochissimi bambini.

Una scuola che combatte ogni anno per evitare la chiusura con il timore che la chiusura della stessa porterà alla morte dell’intera comunità come avvenuto in un paese vicino.

Mi direte, a noi cosa interessa, che vuoi dire con questo?

La vicenda però mi ha portato subito alla scuola di mio figlio, proprio qui a Cava, la scuola di San Cesareo. Quest’anno ha solo due classi, una seconda elementare e una pluriclasse, e l’asilo (proveniente dai plessi della Badia e di Castagneto a loro volta già chiuse).

I motivi sono tanti, e sicuramente non li conosco tutti, vuoi il deficit demografico di cui se n’è parlato qualche giorno fa, vuoi le scelte di noi genitori che preferiamo la scuola del “centro” perché la riteniamo “all’altezza” per i nostri figli, vuoi perché effettivamente quando la vedi noti che qualche lavoretto di manutenzione sia necessario (ho frequentato anche io questa scuola, e ricordo che fu oggetto di ristrutturazione 30 anni fa dove però gli infissi non furono sostituiti, chissà quanti anni hanno quegli infissi che fanno passare anche il più flebile degli spifferi invernali…).

 

“Ho impressa la foto del sindaco Servalli passeggiare in quel giardino durante l’ultima campagna elettorale”

 

 

Ho impressa la foto del sindaco Servalli passeggiare in quel giardino durante l’ultima campagna elettorale, e ricordo che di lì è passato anche durante la sua prima e vittoriosa campagna elettorale.

Mi è stato detto (non so se vero) che non si fa manutenzione perché l’Amministrazione ritiene che non ne valga la pena dato il numero sempre più esiguo di iscritti, ma se non si ristruttura i potenziali iscritti scappano e diventa un cane che si morde la coda.

 

“Caro Sindaco, portare alla chiusura una scuola è la scelta più giusta o la scelta più facile?”

 

 

Quindi mi domando, cari Amministratori, caro Sindaco, portare alla chiusura una scuola è la scelta più giusta o la scelta più facile?

Beh, mi direte subito, dove sia il problema, ci sono tante scuole a pochi chilometri, c’è San Francesco. Ma niente io più ci penso e più vedo in questo una sconfitta per la comunità!

Si perde un punto di riferimento e di incontro per le famiglie, si perdono i legami tra i ragazzi di quella comunità (mi spiego: un bambino che frequenta una scuola in centro, in estate dove passa la maggior parte delle giornate tra le mura domestiche, avrà voglia di uscire e conoscere nuovi amici del suo rione, o starà dentro le quatto mura, magari a giocare con l’amichetto del centro con una fredda connessione internet?), ne perde la vita economica della frazione perché si andrà in centro e si approfitterà per le commissioni giornaliere. Si sarà costretti a correre un po’ di più, ad intasare un po’ di più le strade per portare i nostri figli sin dentro le aule con le auto sempre più grosse…etc.

 

“Siamo sicuri che non abbiamo strumenti per fare qualcosa?”

 

 

 

Gli Amministratori diranno, come già detto, la colpa non è loro, “c’è il calo demografico!”, se ne devono occupare “gli altri”. Ma siamo sicuri che non abbiamo strumenti per fare qualcosa?

Io che abito in frazione e siamo una giovane famiglia, perdo un servizio così importante come la scuola elementare (e non una scuola media dove i ragazzi sono più autonomi), che devo organizzarmi per accompagnarli a scuola nel rispetto degli impegni lavorativi, soprattutto se lavori fuori Cava, che non ho un luogo di aggregazione come un parco e sono costretto sempre a prendere l’auto per portarli al parco più vicino in centro e pagare anche per parcheggiare, oppure vedere questo nuovo parco urbano dove non vedo un luogo per far giocare i bambini, che si arrangiano su un po’ di prato con il pericolo di andare sotto un auto per rincorrere un pallone, dove a livello cittadino mancano strutture per lo sport (vedi l’assenza da anni della piscina che ora riaprirà ma che ha richiesto molto/troppo tempo), una scuola di scherma e altro, e che ci costringe a riprendere la macchina ed andare nei comuni vicini… poi invece vai nella periferia salernitana e vedi grossi parchi con tanti giochi per bambini, con strutture per gli hobby pomeridiani, con anche attività economiche per il passatempo dei bambini, così come nell’agro nocerino.

Se devo valutare un trasferimento e il valore della mia casa non basta per andare in centro, credete che mi sposti in un’altra frazione o vado proprio in un’altra città. E se i miei figli si ambientano in quella città, credete che poi io ritorni alle mie radici o resto vicino alle radici dei miei figli?

La questione è senz’altro più complessa, ma un pensiero è dovuto… ah e vi consiglio di guardare il film sopra citato!

Un papà di Cava. Buon anno scolastico a tutti i nostri figli, nipoti, amici che cominceranno domani la scuola.

Buon anno scolastico al nostro futuro e al futuro di Cava.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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