scritto da Redazione Ulisseonline - 10 Ottobre 2022 15:11

Cava de’ Tirreni, sul voto alle politiche a colloquio con il segretario cittadino del Pd Massimiliano de Rosa

Cava de' Tirreni, sul voto alle politiche a colloquio con il segretario cittadino del Pd Massimiliano de Rosa

“L’apporto di Nunzio Senatore è stato determinante per il successo elettorale del Pd”

 

Massimiliano de Rosa, cinquantacinque anni appena compiuti, nato a Castellammare di Stabia, cavese di adozione, avvocato cassazionista, è padre di Paola 23 anni, laureata in lingue che vive a Torino, e di Guido 18 anni, iscritto al primo anno alla facoltà di Filosofia presso l’Università degli Studi di Salerno.

Negli anni universitari è stato presidente cittadino della FUCI. Nel 1991 è tra i fondatori del Movimento per la democrazia – La RETE. Trasferitosi a Cava nel 2005 diventa segretario cittadino del Pd nel 2016, confermato nel congresso tenutosi nel 2021. E’ membro del direttivo provinciale del partito. In queste ultime elezioni ha voluto fortemente la candidatura del vicesindaco Nunzio Senatore.

Con lui continua il viaggio di Ulisse on line per approfondire i risultati del voto alle politiche dello scorso 25 settembre e i loro eventuali riflessi sulla vita politico-amministrativa cittadina.

 

“Il risultato per il PD cavese è stato più che buono: se non si può parlare di vittoria poco ci manca”

 

Com’è andata per il Partito Democratico, limitatamente a Cava de’ Tirreni e in generale nei nostri collegi, questa campagna elettorale per le politiche?

E’ stata una campagna elettorale difficile per il PD. Con una legge elettorale che privilegia le alleanze, non si è riusciti a realizzare il famoso “campo largo” annunciato dal segretario Letta. Il clima nel Paese era favorevole alle destre ed in particolare al leader Giorgia Meloni che ha capitalizzato i 5 anni di opposizione. Nel nostro Comune il PD registra una tendenza inversa rispetto all’andamento nazionale e rispetto all’andamento dei collegi. A Cava de’ Tirreni nella precedente elezione elettorale tenutasi nell’anno 2018, con un affluenza maggiore rispetto a quella registrata quest’anno, il PD aveva conseguito 3.698 preferenze,pari al 12,72 %, vale a dire circa 6 punti percentuali in meno rispetto al dato nazionale. Oggi, con una situazione sfavorevole, con un’amministrazione che paga l’impopolarità dovuta ad un’opera di risanamento dei conti comunali, e con un avversario che vedeva correre in campo un ministro in pectore e che sull’onda dell’entusiasmo ha visto tanti salire sul carro dei vincitori, devo dire che il risultato per il PD cavese è stato più che buono. Registro quasi 5.100 preferenze, con un’affluenza inferiore rispetto alla tornata politica del 2018, e con una percentuale del 21%, superiore di 2 punti rispetto al dato nazionale attuale e di quasi 9 punti percentuale rispetto al dato passato. Se non si può parlare di vittoria poco ci manca.

Lei a nome del partito ha ringraziato Nunzio Senatore per l’impegno profuso e i voti ottenuti. Ciononostante il Pd a Cava è il terzo partito, superato dal Movimento Cinque Stelle, e comunque i voti avuti dal Pd e dal centrosinistra nel suo insieme non sono serviti a vincere nel collegio uninominale. Più che altro sembra una sconfitta elettorale o no?

Guardi a me non piace nascondermi dietro ad un dito. In un collegio uninominale dove vince chi ottiene un voto in più rispetto all’avversario visto che il nostro candidato, l’avv. Fulvio Bonavitacola, ha preso meno consensi del candidato del centro destra, è indubbio che vi è stata una sconfitta. Guardi che non è un caso che non ho nominato il candidato uscito vincitore, perché da un lato non ricordo bene il cognome e dall’altro non so neanche come sia di persona in quanto in questa campagna elettorale è stato un fantasma che aleggiava nel collegio. Mi auguro che una volta eletto si faccia portatore delle istanze che vengono dal territorio in cui è stato eletto, anche se più di un dubbio mi sovviene. Questa stortura è il frutto di una legge elettorale che va immediatamente cambiata e che penalizza oltremodo i territori e i militanti tutti. In relazione al fatto che il PD risulta essere il terzo partito in città, rimando a quanto già detto in precedenza. Ripeto sono elezioni politiche e non amministrative e da questo punto di vista sono molto soddisfatto. Ricordo che nelle scorse politiche il movimento 5 stelle, per fare un esempio, risultò il primo partito in città per poi non prendere neanche un consigliere comunale nelle successive amministrative, mentre il PD risultò primo partito in città.

A questo punto però è anche legittimo pensare che senza il contributo di Nunzio Senatore il Pd a Cava poteva rimediare una vera e propria debacle. In ciò a suo avviso quanto pesano e incidono le difficoltà dell’Amministrazione comunale guidata da Servalli in quest’ultimo anno?

E’ indubbio che l’apporto di Nunzio Senatore è stato determinante per il successo elettorale, anche se va sottolineata la mobilitazione di tutto il partito. Nunzio però non è un quivis de populo, Nunzio è vicesindaco della giunta Servalli, motivo per cui non credo che le presunte difficoltà, cui Lei fa riferimento nella domanda, abbiano inciso sul risultato altrimenti quest’ultimo sarebbe stato diverso.

Ad ogni modo, questo voto delle politiche si rifletterà sulla politica cittadina?

Le ripeto che una cosa sono le elezioni politiche ed una cosa sono le elezioni amministrative. Da questo punto di vista nessun risvolto si avrà sulla politica cittadina. Una cosa però emerge con chiarezza e cioè che qualsiasi alleanza si voglia mettere in campo in alternativa alle destre è imprescindibile dal PD che è forza principale e trainante dell’amministrazione comunale.

 

“C’è bisogno innanzi tutto di dare un nuovo assetto alla macchina burocratica a partire dai dirigenti e dalle posizioni organizzative”

 

E sull’Amministrazione Servalli? Insomma, ora che è stato approvato anche il bilancio preventivo dopo aver avviato il riequilibrio, avremo finalmente quel salto di qualità invocato da più parti?

Il Partito Democratico come già nella precedente consiliatura, non ha fatto mai mancare il suo sostegno all’amministrazione. In un momento difficile per la città con senso di grande responsabilità ha contributo all’approvazione del piano di riequilibro e del bilancio di previsione. Un passaggio delicato che ha garantito la messa in sicurezza dei conti del Comune. Questo sforzo profuso lo abbiamo pagato in termini di “popolarità”, ma era necessario ed i frutti si vedranno nel prossimo futuro e sono certo che i cavesi lo riconosceranno e lo apprezzeranno. C’è bisogno innanzi tutto di dare un nuovo assetto alla macchina burocratica a partire dai dirigenti e dalle posizioni organizzative e sono certo che i partiti della maggioranza non si tireranno indietro nel dare il contributo di idee e di uomini per rilanciare l’azione amministrativa come è stato fatto in questi anni.

L’Amministrazione comunale ha deliberato la volontà di trasferire alla Metellia la gestione della Tari. L’opposizione, in particolare l’associazione Cava 4.0, ritiene che ciò “segnerà il fallimento della Metellia che non potrà sostenere e gestire un servizio che risulta condizionato dalla morosità dei cittadini”. Qual è la sua opinione al riguardo?

Questa operazione era necessaria per rendere il bilancio del Comune meno ingessato. Ci sono e c’erano delle preoccupazioni da parte della Società in house che sono state superate. L’Ente deve assicurare la copertura per i primi mesi dello svolgimento del servizio fino al momento della riscossione che presumibilmente avverrà intorno al mese di maggio dell’anno 2023. Questo trasferimento sarà un’opportunità anche perché la legislazione sta andando in questa direzione. Anzi, quando andrà a regime il subambito la Metellia avrà acquisito la necessaria esperienza  e potrà gestire anche la riscossione dei tributi degli altri Comuni diventando punto di riferimento in questo settore. Capisco le preoccupazioni, un po’ meno i toni allarmistici dell’opposizione, ma l’Ente farà tutto ciò che è necessario per far superare in maniera indolore il periodo iniziale, sia in termini di conferimenti economici sia facendo gestire alla società ulteriori servizi. Tutto questo garantirà la Metellia rispetto alla morosità. La società in house rappresenta un fiore all’occhiello dell’Ente e certamente non faremo nulla che possa minare la sua solvibilità.

Guardiamo per un attimo in prospettiva. Nel 2025, salvo imprevisti, ci saranno di nuovo le comunali. Per il Pd di sicuro non sarà una passeggiata, ma lei come pensa di proporre il partito agli elettori cavesi? D’altro canto, un candidato sindaco di fatto e di diritto il Pd ce l’ha già ed è Nunzio Senatore, il resto come intende costruirlo?

Il 2025 è lontano, la vicende politiche ci hanno insegnato, negli ultimi anni, che nessuna forza politica può crogiolarsi sugli allori. Pensiamo al Movimento 5 Stelle e alla Lega che nell’arco di pochi anni hanno perso i consensi ricevuti nel 2018 e di contro a FDI che ha avuto consensi mai neanche ipotizzati. L’elettorato è fluido, la staticità delle posizioni precostituite della Prima Repubblica è un lontano ricordo. Non so se sarà o meno una passeggiata, di certo il PD sarà in campo con la sua classe dirigente e  con i suoi militanti, forte di dieci anni di governo. Anche nel 2020 quando il Sindaco Servalli si è ripresentato per guidare la Città, in molti non credevano ad una riconferma al primo turno, circostanza che si è poi verificata. Abbiamo in campo una serie di progetti finanziati dalla Regione, penso ai progetti PICS, penso al Parco urbano, penso ad altri interventi in essere che cambieranno il volto della città. Sulla scorta di questi risultati ci presenteremo alla città nella ricerca della fiducia necessaria  per continuare a governare. Come dicevo prima, il Pd è la forza principale e trainante dell’amministrazione e farà in modo di aggregare attorno a se quelle forze politiche che intendono contrapporsi alle destre, in quest’ottica sarà la coalizione a decidere il candidato più idoneo a rappresentare tutta la coalizione. Il Pd su questo aspetto non porrà alcuna preclusione.

Veniamo alla politica nazionale. Una curiosità. Lei nel suo ultimo comunicato stampa ha, parole sue, parlato di un’ “Italia guidata da una maggioranza sovranista e conservatrice, sicuramente la peggior destra al governo del dopoguerra”. Perché e in cosa per lei è la peggiore destra?

Guardi basterebbe ascoltare il discorso di Giorgia Meloni pronunciato a Marbella, quando ha infiammato la folla di Vox; basterebbe leggere le sue posizioni prese in Europa a favore di Orban per esprimere quel giudizio. Senza considerare tutte le sue idee e le sue  proposte sugli immigrati, sullo jus soli e sulla legge 194/78. D’altronde, non sono il solo a pensarla così, sono in buona compagnia a leggere i giornali di tutto il mondo. Quanto risulta lontana la svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini che lasciava intravedere una forza di destra moderna, lontana dai rigurgiti fascisti che purtroppo si vedono in FDI, basti pensare che nel simbolo c’è ancora la fiamma tricolore.

 

“Il PD deve recuperare una forte identità ed essere in grado di comprendere le paure e la rabbia di gran parte dei cittadini italiani”

 

Veniamo al Pd. A suo avviso cosa succederà? Si scioglierà o si dividerà come qualcuno consiglia? Dovrà rincorrere Renzi e Calenda o Conte e i Cinque Stelle? Basterà solo scegliere un nuovo segretario nazionale, magari una donna per fare da contraltare a Meloni premier? O che altro secondo lei?

Il PD si accinge ad una fase congressuale che sarà decisiva per le sorti del futuro del partito. Si parte dal dato delle ultime elezioni che è deludente ma non è da buttare, per questo scioglimenti o divisioni sarebbero nefasti. Altrettanto errato sarebbe rincorrere Renzi e Calenda o Conte. Il PD deve recuperare una forte identità ed essere in grado di comprendere le paure e la rabbia di gran parte dei cittadini italiani, che vive con angoscia la precarietà del lavoro, le crescenti disuguaglianze economiche, il declino del welfare, la fragilità delle istituzioni pubbliche messe in evidenza dalla crisi pandemica e dalla guerra. Non è una questione di nomi, bisogna essere in grado di fornire proposte coniugandole con quei valori di sinistra che spesso sono stati sacrificati sull’altare della responsabilità di governo. Solo in questo modo saremo in grado di essere una forza attrattiva capace di coagulare intorno a noi coloro che si propongono come alternativi alle destre.

Per chiudere, cosa c’è dietro l’angolo per il Pd cavese e l’Amministrazione Servalli, ma soprattutto per la nostra città?

Dietro l’angolo vedo una entusiasmante fase congressuale nella quale il PD cavese, con la sua classe dirigente e con i suoi militanti, si apre alla società civile per raccoglierne le istanze ed elaborare una proposta e un’idea di città, che a partire dai risultati conseguiti, sia ancora più ambiziosa. Come ho già detto prima, le opere cantierate e cantierabili cambieranno l’aspetto della nostra città, le sfide del futuro, penso all’emergenza energetica, all’emergenza climatica, alla crisi pandemica, devono trovare Cava pronta ai cambiamenti che la renderanno ancora protagonista nella nostra Regione e nel nostro Paese, il PD è pronto a raccogliere la sfida del futuro.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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