Cava de’ Tirreni, sui presunti ammanchi nelle casse comunali l’appello di Massimo Mariconda: “La Città merita chiarezza!”
Quand'è e fino a che punto, in simili fattispecie, l'obbligo di riservatezza prevale sul diritto alla trasparenza?
Riceviamo e pubblichiamo
Le vicende politiche amministrative che stanno interessando la città in questi giorni hanno un sapore surreale per le modalità in cui stanno evolvendo e si stanno rappresentando alla città.
“Dovere di trasparenza nella comunicazione a tutti i consiglieri comunali e, per essi, alla città intera”
L’esigenza di discrezione e riservatezza rivendicata dal Sindaco all’indomani della richiesta di coinvolgimento degli organi giudiziari su presunti ammanchi nelle casse comunali all’esito di controlli interni, di certo stride con il dovere di trasparenza nella comunicazione a tutti i consiglieri comunali e, per essi, alla città intera di fatti che possono compromettere l’immagine della città e minare il senso di fiducia che deve essere a fondamento del rapporto istituzioni-cittadini.
Di certo, l’adozione della sospensione cautelare nei confronti del Responsabile del Settore finanziario, unitamente alla denuncia sporta alla Procura della Repubblica, data la importanza dei provvedimenti posti in essere e la portata delle possibili conseguenze sul piano giudiziario, lascia quantomeno supporre una gravità di fatti e circostanze emerse ad una prima consultazione di atti amministrativi.
Restano tuttavia questioni alle quali occorre dare risposta per un dovere di trasparenza ed un diritto di informazione nei confronti della città.
Quali circostanza hanno motivato l’avvio di un controllo interno e chi se ne è fatto promotore e garante?
“Gli ammanchi a quali esercizi finanziari fanno riferimento e a quanto ammonterebbero?”
Le criticità sinora emerse, salvo accertamento da parte degli organi preposti, a quali esercizi finanziari fanno riferimento?
L’ipotetico ammanco per eventuali mandati “illegittimi” effettuati, suscettibile di aggiornamenti ma, allo stato, soggetto a ipotetiche e contraddittorie quantificazioni, a quanto ammonterebbe?
Può essere inficiata la regolarità degli atti di programmazione sinora deliberati in quanto viziati da dati non veritieri che hanno potuto condizionare le scelte di indirizzo politico, soprattutto quelle relative ad atti che impegnano la città per i prossimi anni, tanto da poter pregiudicare la futura azione politica?
“Non si comprende la cappa di silenzio”
Insomma, se un atteggiamento di discrezione (tradottasi in mera informativa resa alla stampa prima ancora che ai consiglieri tutti) appare al Sindaco quale atto dovuto a fronte dell’accertamento da parte degli organi giudiziari di fatti di rilevanza contabile e penale, di certo, in pendenza di disposizioni restrittive da parte della magistratura compulsata e comunque a prescindere da eventuali atti sottoposti al segreto investigativo, non si comprende la cappa di silenzio che è calata all’interno della istituzione.
Tutto quanto anche dopo l’adozione dei provvedimenti assunti, laddove è accalarato che il Sindaco, sin da subito, ha anteposto l’urgenza della azione – sia essa di denuncia ma anche di adozione della sospensione cautelare dall’interessato – alla opportunità di un preventivo coinvolgimento di tutte le componenti politiche per un apprezzamento condiviso dei fatti e della documentazione amministrativa esaminata.
E’ opportuno, ancorché limitatamente a informazioni di natura amministrativa e contabile, il pieno coinvolgimento di tutti e una comunicazione che non si riduca a frasi di circostanza asseritamente motivate dal Sindaco dalla esigenza di discrezione.
Tutto quanto, ovviamente, senza violare, in primis l’obbligo di segretezza, senza compromettere, tuttavia, il dovere di trasparenza e quello di informazione alla intera rappresentatanza consiliare e da questa alla città.
D’altronde, la Commissione controllo e garanzia, nell’esercizio delle proprie funzioni di vigilanza periodica, svolge questa precipuo funzione nell’interesse della città ed è la sede preposta, acquisiti ad horas gli atti di interesse allo stato ostensibili, per esaminare in autonomia e senza alcuna interferenza con gli organi giudiziari gli stessi per integrare i controlli interni e se, del caso, acquisire ogni utile contributo a chiarire sul piano politico amministrativo le vicende occorse.
Solo in questo modo si potranno affrontare i prossimi passaggi politici, in primis il bilancio di previsione, pervenendo alla eventuale discussione serena e ad una votazione consapevole.
Vien da porsi, allora, la domanda: quand’è e fino a che punto, in simili fattispecie, l’obbligo di riservatezza prevale sul diritto alla trasparenza?
E’ giunto il momento di far chiarezza.
Ing. Massimo Mariconda
Coordinamento Civico per Cava