Cava de’ Tirreni, San Giuseppe al Pozzo: la questione dell’IMU sui terreni agricoli
Una vicenda annosa che il Comune non sa o non vuole risolvere
Siamo costretti a tornare sulla pluridecennale vicenda dell’IMU sui terreni agricoli di San Giuseppe al Pozzo, località che è diventata punto di riferimento di questo problema il quale, in verità, si estende anche ad altre località metelliane, in quanto la Amministrazione Servalli, nonostante le numerose, pure se fumose assicurazioni, espresse anche dal Sindaco all’inizio dello scorso mese di giugno clicca qui per leggere ritarda a mettere mano.
La vicenda ormai è nota, e più volte ne abbiamo informato i nostri lettori, a sostegno delle legittime proteste di quanti si sentono vessati da un tributo non dovuto, che è piombato tra capo e collo improvvisamente e inaspettatamente qualche anno addietro, da parte del Comune.
Il quale, senza il minimo riguardo, non ha ritenuto di convocarli per tentare di risolvere bonariamente il problema, nonostante a tanto più volte invitato dai cittadini della località, che hanno costituito un Comitato il quale periodicamente interloquisce con l’Amministrazione: o almeno tenta di farlo giacché quest’ultima sembra essere diventata sorda.
Eppure, al di là delle fumose rassicurazioni del Sindaco Servalli, vi sono dichiarazioni ufficiali da parte di illustri esponenti di questa amministrazione, uno fra tutti il Presidente del Consiglio Comunale, Adolfo Salsano, che più volte ha invitato la stessa ad affrontare e risolvere il grave problema, prima che la esasperazione dei cittadini giunga a manifestazioni estreme, peraltro già minacciate.
Ma prima di addentrarci nella vicenda, riteniamo importante riportare parte della ultima richiesta fatta in data 9 marzo 2022 al Presidente del Consiglio Comunale, inoltrata anche ai Consiglieri, oggetto “IMU zona industriale. Richiesta riscontro”.
Di tale missiva è stata data notizia su questo giornale in data 9 marzo 2022.
In sostanza, il Comitato della località, dando atto al Presidente Salsano di essere stato l’unico ad affrontare seriamente il problema, e riconoscendogli la estraneità alle scelte fatte, gli chiedeva di attivarsi affinché il Parlamentino cittadino lo risolvesse definitivamente: “Si consideri che si è in presenza di fondi, già agricoli, interessati a cavallo degli anni sessanta, a qualificazione di area industriale (ASI) e, pertanto, che in breve tempo andavano utilizzati, per la maggior parte, per insediamenti produttivi, limitatamente a quelli ritenuti idonei, situati lungo la SS.18, via G. Maiori e via Arti e Mestieri. I fondi ritenuti inidonei, oggi tassati, hanno conservato la stessa tipologia per circa 60 anni, ossia vincolati e sottratti di fatto alla disponibilità dei proprietari, in spregio alla normativa vigente”.
Durante gli anni il Comune ha spesso cambiato idea sul loro utilizzo, ipotizzando addirittura la costruzione di un nuovo ospedale, incurante dei vari vincoli ai quali quei terreni sono sottoposti.
Insomma, per 60 anni quei terreni sono stati sottratti alla disponibilità dei proprietari per essere pubblicamente utilizzati, rimanendo inutilizzati, e dopo 60 anni il Comune li riconsidera industriali e li ritassa assoggettandoli all’IMU, pur sapendo che su molti di essi non è possibile nemmeno edificare un box per attrezzi agricoli, sia per le dimensioni, sia per i vari vincoli esistenti (distanza da valloni, dall’autostrada, ecc.).
E li ritassa fino ad un importo onerosissimo: 80.euro al mq!
La richiesta concludeva: “E’ desiderio degli interessati, e dell’intera comunità, che sulla problematica venga tenuto un dibattito pubblico con la Sua autorevole presenza e di quella dei Consiglieri Comunali, con la partecipazione, ove possibile, di esperto del settore urbanistico, per comprendere le motivazioni della particolare tassazione che, tra l’altro, in due casi ha assunto la connotazione di un vero e proprio atto estorsivo, ossia la tassazione, a €.80 al mq., di partite espropriate da decenni dal comune per la realizzazione di tratti di strada, e quindi sottratti alla disponibilità dei proprietari .”
Comunque, oltre a quanto già scritto, riteniamo opportuno, a maggior chiarimento, riepilogare sinteticamente l’accaduto; ma per non appesantire il discorso, invero difficoltoso per la sua complessità, lo faremo in un prossimo articolo riportando la sintesi di un colloquio di qualche giorno fa con l’Avv. Pasquale Senatore, portavoce delle ragioni dei concittadini di quella località, diventato suo malgrado uno dei maggiori esperti della problematica, che poi è stato compendiata nell’ultima richiesta, inoltrata al Presidente della Commissione Bilancio del Comune in data 19 giugno 2023.
(1 – segue)