Cava de’ Tirreni, quando l’inciviltà macchia e distrugge le belle realtà
Riceviamo e pubblichiamo
Viene meno un appuntamento quotidiano che, proprio di fronte casa mia, animava la serate estive cavesi. Alberto, con il suo gioco della pallavolo di fronte alla scuola Mazzini, aveva creato un sistema di inclusione regolata in uno spazio pubblico privo di aree gioco ed adeguatamente attrezzato… giocare sì, ma rispettando poche basilari regole come forma di rispetto degli altri ed accettazione consapevole di un momento ludico… Ma si sa le regole non piacciono a tutti… e questo accade da bambini…
Ma dietro quella mancanza di regole c’e’ tanto di più… c’è il mancato riconoscimento dell’autorità, del senso comune, del vivere in comunità rispettando gli altri proprio attraverso il rispetto di quelle regole, poche ma basilari note a tutti e declinate non come forma di coercizione ma come stilemi educativi… ma ancora c’è il bullismo in erba dove pochi ragazzi macchiano l’armonia dei più e con la forza pensano di imporre le proprie non regole…
La venuta meno di Alberto, è una sconfitta di tutti prima di tutto dei genitori assenti che non hanno vigilato sui bambini, ma anche di quelli presenti che hanno derubricato la valenza di quel momento ludico ricreativo ma dalla forte valenza educativa, delle istituzioni locali, delle comunità religiose, incapaci di offrire gratuitamente e continuativamente spazi adeguati e magari presidiati o almeno dove qualche forma di autorità potesse costituire forma di deterrenza.
Questo disinteresse ha alimentato la tracotanza dei pochi che sistematicamente hanno preso di mira non Alberto, ma tutti i bambini che sorridevano, nel falso convincimento che la violenza è la forma più efficace di imposizione… bulli in erba delinquenti in età adulta…
Un fenomeno da attenzionare da parte di tutti, genitori, ed istituzioni incluse…
Intanto ad Alberto dico grazie… e spero che tutti si associno e mostrino una solidarietà concreta e non di maniera… meditiamo tutti.
Massimo Mariconda