Cava de’ Tirreni, presentata la federazione civica di Cava Sia e Finalmente Cava
Illustrato al Tennis Club il progetto di una città futura in previsione delle prossime elezioni amministrative
Si è svolta ieri mattina, presso il Tennis Club di Cava de’ Tirreni, la presentazione dell’aggregazione civica di due gruppi preesistenti, Cava Sia e Finalmente Cava. A presentare il Manifesto Civico per la Città Futura vi erano Eugenio Canora, Antonio Palumbo, Domenico Campeglia e Massimo Mariconda.
L’incontro è stato l’occasione per presentare il progetto di un nuovo modello di città futura per costruire la “Cava che verrà”, come recita il loro manifesto, e stimolare idee e proposte di singoli cittadini e associazioni.
Il consigliere comunale Eugenio Canora, che è fuoriuscito da tempo dalla maggioranza, si è così espresso in merito: “Oggi abbiamo tracciato una linea di condotta. Siamo nati come associazione critica nei confronti dell’Amministrazione comunale dal cui modo di operare dissentiamo. Abbiamo trovato un’intesa di fondo di idee e di pensiero e camminiamo a braccetto. Ognuno completa l’altro con le reciproche competenze e idee. Ci unisce la teoria delle tre E: efficacia, efficienza, economicità della gestione amministrativa. Di contro sembra che ora si governi basandosi solo ed esclusivamente sulla economicità. Una città può crescere economicamente se cresce culturalmente”.
Tranciante il giudizio di Antonio Palumbo sugli attuali amministratori cavesi, ma non ha risparmiato qualche frecciatina neanche all’opposizione: “Cava oggi è una città sospesa tra un uomo che dice sempre che va tutto bene e chi prepara parate per ministri e viceministri. Coloro che in veste di consigliere comunale hanno cercato nel tempo di portare avanti un progetto per la città, sono stati emarginati. Io e Canora ne siamo l’esempio. oggi non siamo qui per presentare una campagna elettorale, ma un elenco di principi da cui partire per ridare un futuro alla città. Altra cosa su cui si dovrà battere molto è il rilancio delle frazioni di cui tutti parlano soltanto in campagna elettorale. Dobbiamo trovare il modo per renderle attrattive e dare respiro di tipo turistico alla città. Chi vorrà ragionare con noi (aggregazioni, associazioni, gruppi politici), dovrà partire da questo. A Cava manca il sogno, la visione. Siamo localistici, chiusi in noi stessi. Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. L’orientamento, la visione sono mancati ai nostri amministratori passati, per non parlare di quella attuale. Vogliamo essere operai per la città del futuro e oggi partiamo per costruirlo. Vogliamo essere parte di un progetto che cambi veramente la città. Vogliamo provare farlo”.
Sollecitato da noi, Massimo Mariconda ha specificato che non vi è preclusione ad alcuno che voglia avvicinarsi e trovare un “comune denominatore” e partecipare in maniera paritetica a questo nuovo progetto per la città di Cava: “L’ideologia lascia il tempo che trova, non è questione di appartenenza. Siamo equidistanti, disposti a dialogare senza alcun pregiudizio e con tutti. Ci interessa una visione univoca della città al di là delle appartenenze”.
Un nuovo tassello, in attesa delle elezioni amministrative del 2025, si è delineato nel panorama politico cavese. Sarà interessante osservarne il futuro sviluppo e le eventuali alleanze che ne deriveranno.