scritto da Redazione Ulisseonline - 05 Febbraio 2023 10:14

Cava de’ Tirreni, nota del MALC: “Sulla Manifattura Tabacchi facciamo chiarezza”

Riceviamo e pubblichiamo

Abbiamo letto un articolo di un vostro collaboratore, Maiorino, che assunta la veste di difensore d’ufficio dell’ex sindaco Gravagnuolo ha espresso la sua opinione, sulla vicenda Manifattura in un modo che denota la totale mancanza di informazioni corrette. Diritto di cronaca avrebbe in realtà richiesto all’autore dell’articolo di documentarsi adeguatamente, ma così non è stato. Quindi facciamo una ricostruzione della vicenda dettagliata e alleghiamo anche documenti a riprova di quanto affermiamo.

Gravagnuolo affermava che Maccaferri era proprietario di tutta la Manifattura compreso la parte storica. E che questa fosse la sua convinzione si evince da una serie di fatti inoppugnabili.

Infatti, nella Mostra “Il Piano e i Progetti” che si tenne a Santa Maria del Rifugio nell’autunno del 2011 nella quale fu presentata la programmazione urbanistica della nuova amministrazione, fu presentata anche, con ricostruzione attraverso modellini in scala, la progettazione urbanistica dell’architetto Casamonti, di cui alleghiamo rendering presentato in mostra. tavola progetto casamonti

Questo progetto, commissionato da Maccaferri, interveniva su tutta l’area, anche sull’immobile storico, per realizzare 7807 mq di edilizia privata, 1448 mq di housing sociale, 3942 mq di negozi, parte nella vecchia manifattura e parte in un nuovo edificio a forma di serpentone, da costruire al posto dei capannoni, alto 15 metri, 3 in più della parte storica.

Nella parte storica dell’edificio era previsto un albergo da utilizzare per il Millennio dell’Abbazia Benedettina, ma sarebbe stato subito dopo trasformato in abitazioni private. Solo a piano terra era previsto un piccolo museo del tabacco. Mai in quegli anni si parlò di spostare nella Manifattura il Comune, del resto non sarebbe stato possibile perché MST riteneva di esserne il proprietario.

Il serpentone era copiato in parte da un progetto che Casamonti aveva realizzato in Cina nella città di Tianjin (sopra nella foto), moderna megalopoli. Questo per rappresentare l’assoluta inadeguatezza del progetto per un centro storico come quello di Cava de’ Tirreni, progetto, tra l’altro incompatibile con il Puc in vigore e con il nuovo che poi sarebbe stato adottato. Questi i fatti, se l’amministrazione avesse fatto notare a MST che l’immobile storico andava restituito, non avrebbe potuto autorizzare in pompa magna la presentazione di quel progetto.

Gravagnuolo ha rallentato l’azione legale per tutta la durata del suo mandato.

Infatti, l’azione legale contro Maccaferri è iniziata solo con l’amministrazione Galdi, alleghiamo l’atto di citazione, fatto a nome di Marco Galdi. Gravagnuolo per 4 anni, pur avendo incaricato l’avv. Pagliara non ha iniziato l’azione legale perché diceva di non avere l’atto del 1900, di concessione in uso della Manifattura allo Stato. Atto reperito dal Malc all’Archivio di Stato. citazione manifattura

La Manifattura venne data in comodato allo Stato perché vi si lavorasse quello che i monaci fondatori chiamavano l’erba santa, cioè il tabacco, con la pattuizione espressa che qualora la produzione fosse cessata e l’immobile non fosse stato adibito ad uso pubblico, lo stesso andava restituito ai Cavesi. Così non è stato. All’epoca della dismissione del monopolio dei tabacchi, il Ministero del Tesoro rimase sordo alle note inoltrate dal sindaco dell’epoca, Messina, che reclamava il bene, e lo cedette alla BAT (British American Tobacco) Italia che a suo volta, in uno ad un ramo d’azienda, lo vendette a MST. Messina  incaricò un avvocato che non iniziò l’azione legale perché non si trovava l’atto del 1900.

Il rischio che si stava correndo era che Maccaferri in assenza di un’azione legale di recupero, potesse usucapire il bene dopo dieci anni dalla stipula, e questo anche se l’atto di acquisto fosse stato viziato. E questo aggrava la posizione di Gravagnuolo, perché negli anni del suo sindacato i dieci anni erano in scadenza e nulla si faceva, nonostante i solleciti del Malc. Allora chi fa da se fa per tre, il MALC si mette all’opera e alla fine rintraccia l’atto presso l’Archivio di Stato di Salerno. A questo punto immaginavamo i salti di gioia a riguardo da parte degli amministratori e invece no, essendomi recato presso la casa municipale per consegnarlo al segretario comunale, venni nel corridoio fatto  oggetto di un sorta di aggressione di un furioso Gravagnuolo, che intervennero i VV.UU. presenti sul posto, a mia difesa.

Assolutamente falsa l’affermazione che il Malc avrebbe sfiduciato l’avv. Pagliara. Infatti, la citazione per il giudizio fu fatta dall’avv. Pagliara agli inizi del mandato del sindaco Galdi. Pagliara si dimise successivamente dall’incarico per sua scelta durante il mandato di Galdi.

Sorvoliamo sui concetti di cementificazione perché attengono alla sensibilità ambientale di ogni cittadino. Noi preferiamo aree verdi ad altri palazzi in centro storico, perché ricordiamo che quella della riforestazione urbana è uno dei principali obiettivi di chi vuole abbattere il co2 e l’inquinamento delle città. E gli alberi vanno piantati proprio nelle zone abitate delle città dove le auto e le caldaie del riscaldamento producono inquinamento, ma anche aumento delle temperature, mentre gli alberi contribuiscono ad abbassare, nelle zone in cui si trovano, le temperature in estate di circa 2,3 gradi.

Per questi motivi a Milano, una delle città più inquinate d’Italia, si sta provvedendo a piantare migliaia di alberi, ad esempio piazzale Loreto diventerà un nuovo parco in pieno centro. Definire un’area a verde “un mortorio per vecchietti” come fa l’articolista e preferire un palazzone a forma di serpente incastrato nelle viuzze dei Pianesi è indice di una visione del mondo che appartiene al secolo scorso quando la specie umana pensava ancora di avere risorse illimitate su questo pianeta e non capiva nulla di emergenza climatica e di scioglimento dei poli, di tropicalizzazione del mediterraneo e così via. Che poi l’area della ex Manifattura fosse già cementificata è proprio alla base dell’esigenza di riconvertirla a parco urbano.

Il parco urbano previsto al posto dei capannoni dismessi, non è un giardino, non è un mortorio per vecchietti, ma un’area attrezzata pubblica con servizi (parcheggi innanzitutto), utili al quartiere dei Pianesi e al centro storico complessivamente.

L’azione legale per il recupero della parte storica è in corso, e ne auspichiamo una rapida conclusione.

 

Avv. Bruno Todisco

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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