Cava de’ Tirreni, nel secondo appuntamento del Premio Com&Te protagonista il Mare Nostrum con “Tropico Mediterraneo” di Stefano Liberti
A stimolare Stefano Liberti nelle vesti di intervistatori sono stati la counselor Sofia Celestino, cultrice di letteratura, e lo psicologo psicoterapeuta cognitivista Paolo Landi, supervisore di servizi socio sanitari complessi nonché collaboratore della rivista web Ulisse online

“Il Mediterraneo è un malato e va trattato come un malato da guarire”.
Così ieri sera, nell’affollatissima Sala Maestrale dell’Holiday Inn di Cava de’ Tirreni, il giornalista Stefano Liberti presentando il saggio-racconto Tropico Mediterraneo Viaggio in un mare che cambia (Editori Laterza), nel corso del secondo appuntamento della XVI edizione della rassegna letteraria Premio Com&Te.
Il libro, come ha spiegato l’autore, è frutto di un viaggio compiuto in inverno in un mare che “emana storia, formato da vari mari, che oggi mostra aspetti di crisi e di sofferenza.”
“Un viaggio -ha spiegato Liberti- anche nel mio inconscio. Conoscevo solo il mare dalla spiaggia fino a pochi metri più in là. Ma il mare è tutta un’altra cosa. Noi non capiamo la forza di questo elemento della natura e ci siamo alienati da esso e da noi stessi.”
A stimolare Stefano Liberti nelle vesti di intervistatori sono stati la counselor Sofia Celestino, cultrice di letteratura, e lo psicologo psicoterapeuta cognitivista Paolo Landi, supervisore di servizi socio sanitari complessi nonché collaboratore della rivista web Ulisse online.
L’autore si è poi lungamente soffermato sulla storia delle isole Kerkenna, situate lungo la costa orientale della Tunisia e patrimonio immateriale dell’umanità, dove un tempo si pescava solo con le nasse senza alcuna fatica. La pesca intensiva ha visto le nicchie ecologiche svuotarsi e al loro posto, con l’aumento della temperatura dell’acqua, è arrivato il granchio blu, chiamato Daesh dai pescatori, come l’organizzazione terroristica islamica.
“I pescatori -ha raccontato lo scrittore- in un primo momento hanno venduto le barche alle organizzazioni che fanno il trasporto di immigrati clandestini a Lampedusa e le isole si sono spopolate. Un cambiamento epocale dopo quarant’anni anni di pesca sostenibile. Per fortuna che i pescatori, anche con l’aiuto del governo tunisino, si sono riconvertiti ed ora il granchio blu viene esportato verso il mercato asiatico che ne è molto ghiotto”.
In un passaggio Liberti, stimolato dalle domande degli studenti, ha ricordato quando nel 2021 “ho aiutato le calciatrici afgane a fuggire attraverso il ministero degli Esteri, facendo leva sulla sua posizione privilegiata di giornalista” https://www.internazionale.it/reportage/stefano-liberti/2021/08/30/salvataggio-calciatrici-herat
“E’ fondamentale osservare i segnali che il mare ci lancia -ha fatto poi notare lo scrittore- a partire dai suoi fondali, come ad esempio lo spopolamento della posidonia, pianta acquatica endemica del Mediterraneo, che è importantissima per l’eco sistema marino”. (foto Francesco Cuccaro)