scritto da Redazione Ulisseonline - 29 Aprile 2025 15:02

Cava de’ Tirreni, Massimo Mariconda su Servalli & C.: fine di un ciclo… la volta buona?

Quel che ancora una volta impressiona è lo stile del primo cittadino che, con il suo proverbiale e soporifero modo di fare, continua a declamare successi politici a fronte di evidenze contrarie ed incontrovertibili

servalli
il sindaco Vincenzo Servalli (foto Aldo Fiorillo)

Riceviamo e pubblichiamo

Ieri sera si è svolto l’ennesimo Consiglio comunale dove il sindaco Servalli, ancora una volta eludendo i temi del confronto, con la scaltrezza di scafato politicante, la vuotezza di contenuti e la protervia espressiva che ondeggia tra l’autocelebrativo ed il finto rassicurante, corroborato da un Presidente del Consiglio in veste di implacabile censore, ha visto approvare il bilancio di previsione e gli atti propedeutici con i soli voti di una maggioranza, rimasta sola in aula in attesa di auspicato ricorso della opposizione.

Una maggioranza sempre più acritica e ripiegata sulle scelte del Sindaco.

Quel che ancora una volta impressiona è lo stile del primo cittadino che, con il suo proverbiale e soporifero modo di fare, continua a declamare successi politici a fronte di evidenze contrarie ed incontrovertibili.

Come una simile maggioranza sia riuscita a giungere a conclusione naturale della consiliatura, pur a fronte di un sostanziale fallimento politico programmatico, a continui sacrifici economici, imposti ai cittadini e vanificati in parte dai “disordini amministrativi”, resta un mistero dei più ed un monito per tutti i cavesi per il prossimo futuro.

E’ emersa ancora una volta l’assenza di programmazione, che ha caratterizzato questo secondo mandato, demandata alla realizzazione di interventi di dubbia valenza strategica e di incerta utilità funzionale.

Resta una situazione debitoria non quantificata e dagli sviluppi indefiniti. Persiste una prospettiva incerta per una città che dopo un decennio amministrativo resta priva di una visione con problematiche, sociali, ambientali, economiche, acuite perché mai seriamente affrontate e risolte.
Rimane una citta vessata: tassata ai massimi storici e priva di servizi adeguati.
Restano frazioni abbandonate e una manutenzione ordinaria del tutto assente.

Archiviata questa fase, per molti una triste parentesi della storia cavese, ora il tema da affrontare sarà quello di decidere di affidarsi ad un usato che reitererà promesse roboanti, prive di logica programmatoria, in continuità con il modus operandi di questi anni, oppure dare fiducia ad una diversa classe dirigente capace di esprimere elementi di novità non solo sul piano degli uomini, ma anche di una visione di città condivisa e di un nuovo metodo operativo.

Un metodo che, partendo dal reale ascolto dei cittadini definisca un quadro esigenziale, delinei una visione condivisa. Strutturi un programma concreto -basato su poche, ma concrete linee di azione (riorganizzazione macchina comunale, nuove assunzioni, mobilità, ambiente, emergenza abitativa, rilancio del commercio, rigenerazione urbana effettiva)- che tracci la rotta amministrativa affrontando il quotidiano.

Una proposta politica che scelga e proponga, in modo trasparente e preordinato, gli uomini preposti ad attuare il programma, definendo scadenze intermedie da sottoporre a verifica periodica.

Ad oggi, solo assistendo in prima persona al dibattito consiliare può comprendersi la vacuità di contenuti e la sostanziale incapacità di rappresentare realmente le esigenze dei cittadini da parte di questa stanca ed autoreferenziale maggioranza, mai capace di recepire le istanze della collettività e delle categorie sociali e professionali, traducendole in proposte e soluzioni di immediata efficacia e perseguibilità.

Piuttosto, ancora una volta, si conferma l’incapacità ed inadeguatezza dei più, fatte le debite eccezioni, ad esprimere posizioni chiare ed a sostanziarle con proposte concrete che potessero trovare convergenza e condivisione più ampia.

Assenza di programmazione e di idee negli anni si sono tradotte in indirizzi frammentati e contingenti, resi ad un apparato dirigenziale sempre più arroccato sulle proprie posizioni e, paradossalmente, tutelato dalla insipienza delle argomentazioni sterili e ripetitive del Sindaco, avallate sistematicamente dai consiglieri di maggioranza.

In tale contesto di diffusa inadeguatezza, si comprende lo stallo politico-amministrativo di questi anni dove le decisioni prese, ben al di fuori dell’assise cittadina, si sono tradotte in interventi spot, privi di visione unitaria, incapaci di generare una leva economica e un miglioramento sociale culturale ed urbano.

Oggettivamente addossare la croce solo sulla opposizione, che pure è stata manchevole nel contrastare scelte illogiche e dannose per Cava assestando colpi ferali (su tutte la mancata impugnazione del piano delle alienazioni quale altro derivato di un piano di riequilibrio inopportuno e probabilmente viziato) è un atto ingeneroso. E anche troppo semplicistico se non si dà atto che in questi anni, grazie a fattori endogeni ed esogeni, Servalli & C. hanno fatto sempre il bello e cattivo tempo. Sordi a qualsiasi proposta alternativa, favoriti dalla indifferenza generale della città, pronta a lamentarsi in ogni dove e per ogni cosa piuttosto che offrire argomenti cogenti per indure una sgangherata maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità politico amministrative.

Oggi la città langue in attesa di un sussulto di orgoglio che possa invertire una pericolosa tendenza che rischia una deriva sociale, economica e culturale, definitiva di Cava.

Spetterà ai cavesi esprimere una reale volontà di voltare pagina avendo la capacità di esprimere una scelta netta ben oltre le posizioni di comodo o di indifferenza che, diversamente, finiranno per penalizzare l’intero tessuto urbano e la complessiva tenuta sociale.

ing. Massimo Mariconda

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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