Cava de’ Tirreni, Marco Senatore sulla ceramica in città: “Museo e mostre servono solo a soddisfare la vanagloria di pochi”
Cava de' Tirreni, Marco Senatore sulla ceramica in città: "Museo e mostre servono solo a soddisfare la vanagloria di pochi"
Riceviamo e pubblichiamo
“Manca una visione strategica, bisogna voltare pagina, prima che sia troppo tardi”
Alcuni giorni fa su Ulisse on line ho letto un articolo “Cava de’ Tirreni, da noi un inutile Museo mentre a Vietri nasce la Scuola Regionale di Ceramica”.
I miei trascorsi quale consigliere comunale con delega alla ceramica prima, poi assessore comunale alle attività produttive e membro per anni del Direttivo Nazionale dell’AICC (Associazione Italiana Città della Ceramica), mi inducono a manifestare il mio pensiero in merito allo stato del settore ceramico a Cava de’ Tirreni e alla scarsa attenzione e interesse dell’Amministrazione Servalli ai pochi ceramisti che ancora riescono a sopravvivere.
Per farla breve, ritengo giusto ma soprattutto doveroso raccogliere quella che è una chiara provocazione dell’articolo pubblicato su Ulisse on line, per puntare i riflettori sull’arte ceramica nella nostra città.
Sono, in primo luogo, davvero preoccupato per l’assenza di un assessore o di un consigliere delegato che si occupi a tempo pieno delle problematiche del settore ceramico locale.
La triste verità, purtroppo, è che al di là del Museo e di qualche evento/mostra, che non interessano agli imprenditori ed agli artigiani del settore, nulla è stato fatto da questa Amministrazione comunale per venire incontro alle vere esigenze e necessità dei ceramisti cavesi che vivono, come altri settori, una profonda crisi economica e produttiva.
“Le mostre servono solo per far fare la passerella ad artisti ed associazioni”
Ma possibile che questa Amministrazione non si domandi il perché i ceramisti non sono interessati alle mostre o al Museo? Le mostre o gli eventi, sporadici e autoreferenziali, servono solo per far fare passerella ad artisti ed associazioni che non hanno il problema di aprire ogni mattina la propria bottega o l’opificio dove produrre i loro manufatti ceramici.
Ma la questione vera è la commercializzazione dei prodotti ceramici, i quali hanno un mercato se innanzi tutto esprimono qualità e rispondenza alla domanda.
In verità, simili eventi e il Museo servono soprattutto alla politica locale per mera propaganda e per poter giustificare la partecipazione all’Associazione Italiana Città della Ceramica.
Questo è. Il resto è fuffa.
Il settore, come altri del resto, ha invece bisogno di una programmazione mirata ad ottenere finanziamenti che consentano innanzitutto di realizzare opifici che rispettino le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sull’inquinamento, di ridurre i costi di produzione e dell’approvvigionamento di energia, di formare i giovani avviandoli al lavoro, di produrre manufatti in linea con le esigenze del mercato, a partire dal rapporto qualità/prezzo.
“La realizzazione di un Museo, quantunque lodevole come iniziativa, è un po’ come dare il dessert a chi non riesce a mettere il piatto in tavola”
Questo è quello che un’Amministrazione attenta alle attività produttive dovrebbe porre in essere. La realizzazione di un Museo quantunque lodevole come iniziativa, è un po’ come dare il dessert a chi non riesce a mettere il piatto in tavola.
In questa ottica, un plauso va fatto al Sindaco di Vietri sul Mare per la nascita della Scuola Regionale di Ceramica, che sicuramente darà l’opportunità a giovani di imparare questa arte nobilissima ed antichissima.
Ad ogni modo, senza voler sminuire l’iniziativa degli amici di Vietri sul Mare, già nel 2011 il sottoscritto come consigliere comunale delegato alla ceramica, grazie ad un finanziamento del Ministero dello Sviluppo Economico, diede vita nella nostra città alla Settimana della Ceramica.
La kermesse prevedeva la “Summer School” con la partecipazione di ben 26 corsisti, provenienti da tutta Italia, impegnati in moduli didattici e di formazione con il coordinamento scientifico dell’Università di Salerno e di Maestri Ceramisti anche di altre Nazioni.
“Tanti i progetti messi in campo e poi finiti nel dimenticatoio, in qualche impolverato cassetto del Comune di Cava de’ Tirreni”
Purtroppo, la politica deve far si che tali progetti abbiano una continuità temporale e diventino parte integrante del territorio e strumento di crescita e sviluppo economico oltre che turistico, e non momenti occasionali fine a se stessi.
Quando accennavo alla scarsa attenzione di questa Amministrazione al settore della ceramica e alle sue problematiche, mi riferivo ai tanti progetti da me messi in campo e poi finiti nel dimenticatoio, in qualche impolverato cassetto del Comune di Cava de’ Tirreni.
Basti pensare al logo e al disciplinare di produzione della ceramica artistica e tradizionale, che finalmente dava un’identità nazionale e internazionale alla Ceramica di Cava de’ Tirreni, consentendole di partecipare a fiere del settore con maggior autorevolezza. E così anche alla legge regionale sulla ceramica, denominata “I percorsi della ceramica in Campania”, approvata nel 2014, grazie all’impegno dell’allora deputato regionale Giovanni Baldi.
Una legge da me scritta che aveva l’obiettivo di mettere in rete le città di antica tradizione ceramica campane per dare slancio al comparto ceramico e indirettamente al turismo.
Non è trascurabile, inoltre, che la legge regionale in questione veniva finanziata con €.50.000,00.
Ma ancora: iniziai a parlare e a promuovere incontri con il Comune di Vietri sul Mare per la nascita di un distretto della ceramica, che desse al settore maggior potere contrattuale.
E, infine, puntavo a dare a Cava de’ Tirreni una caratterizzazione che desse la possibilità al turista di rendersi conto che la nostra città era ed è una città di antica tradizione ceramica.
Nacque così l’idea di creare le Strade della Ceramica, sul modello delle strade del vino, con inserimento nel territorio di elementi di arredo, numeri civici, indicazione delle strade in ceramica e una specifica segnaletica alla porta Sud e Nord della città che la identificasse come città appartenente all’AICC.
“Tanto c’era e c’è da fare per evitare che la ceramica cavese resti un mero ricordo da custodire nel Museo della Ceramica, che prima o poi finirà per essere di sicuro una cattedrale nel deserto”
Ad ogni modo, al di là di quello che era stato messo in campo, tanto c’era e c’è da fare per evitare, prima che sia troppo tardi, che la Ceramica Cavese resti un mero ricordo da custodire nel Museo della Ceramica, che prima o poi finirà per essere di sicuro una cattedrale nel deserto, un inutile carrozzone che determinerà ulteriori costi e debiti a carico di un Ente che già ne ha fin troppi.
L’auspicio è che questo mio intervento sia di stimolo a chi di dovere per una riflessione sulle iniziative da porre in essere da parte del nostro Comune, per ridare un futuro al settore ceramico nella nostra città prima che sia troppo tardi. Iniziative che siano di sostegno concreto e reale al settore ceramico con l’obiettivo di ridargli una prospettiva di crescita, con ricadute a largo spettro sullo sviluppo dell’intero tessuto economico-produttivo del territorio metelliano.
Non è più tempo per manifestazioni che servono solo a soddisfare la vanagloria di pochi e la miopia politico-amministrativa di un Sindaco che sta dimostrando di non avere alcuna visione strategica, programmatica e progettuale, tale da dare un futuro a Cava e ai Cavesi.
A Cava de’ Tirreni è tempo di voltare pagina. Per il settore ceramico e non solo, purtroppo.
avv. Marco Senatore
Coordinatore Provinciale di Meridione Nazionale