Cava de’ Tirreni, l’avv. Marco Senatore: “Tra le diverse proposte per il rilancio del commercio il nuovo ruolo da assegnare alla Metellia”
La Metellia va trasformata da azienda predatrice delle risorse finanziarie cittadine in una realtà che accompagni lo sviluppo della città, tra cui il commercio cavese. Come? Restituendo quello che prende dagli automobilisti in servizi
Riceviamo e pubblichiamo
Nel mio ultimo articolo relativo allo stato del commercio locale clicca qui per leggere, concludevo affermando che rilanciare il commercio, e con esso l’intera città, non è utopia. Creare una “vetrina virtuale” della città fruibile a mezzo smartphone con una semplice APP, può essere di grandissimo aiuto e mi riservavo, partendo da questa app, di allargare lo sguardo su altri aspetti ponendo l’attenzione su altre proposte per il rilancio del commercio e in generale della nostra città.
Ma voglio chiarire meglio il progetto e le finalità di questa APP. Che si chiami ” POCKETCAVA” o in qualsiasi altro modo, scaricabile e fruibile gratuitamente da chi ne voglia fare uso e che racchiuda tutte le attività commerciali e professionali del territorio, sarebbe uno strumento di promozione utile e interessante.
Creare insomma una piattaforma per provare a fronteggiare i mostri sacri dell’e-commerce con la grande differenza di comprare nella propria città… e scusate se è poco. Se poi sull’App si offre l’opportunità di poter prenotare un tavolo per andare a cena, un appuntamento con un professionista, oppure portare il proprio cagnolino alla toilettatura, allora tutto diventa più funzionale, più moderno.
Un enorme, virtuale negozio cittadino, dove cercare prodotti e servizi erogati in città. In altre parole, un enorme catalogo di offerte, una sorta di “Amazon” cittadino.
Occorrerà, in primo luogo, dare maggior sostegno all’Internet Marketing, cioè a qualsiasi forma di pubblicità o di marketing sul Web, intendendo promozioni via e-mail, post sui social media, pubblicità a pagamento sui motori di ricerca ecc. Bisognerà agire come farebbe un’azienda privata per creare e commercializzare il proprio prodotto o servizio. L’obiettivo è offrire ai clienti il prodotto giusto, al momento richiesto e nel posto/canale utile, e soprattutto ad un prezzo conveniente.
Il Commercio, come anche il turismo, dovrà puntare sulla qualità, che vuol dire specializzazione, qualificazione, capacità attrattiva, ma anche servizi che il Comune deve garantire come un’adeguata mobilità urbana, parcheggi diffusi e a costi contenuti e sostegno al marketing territoriale, non come ora, da tagliagole che affossano e non promuovo il commercio cavese.
Certo, in questa ottica, va ripensato completamente il ruolo di Metellia che va trasformata da azienda predatrice delle risorse finanziarie cittadine in una realtà che accompagni lo sviluppo della città, tra cui il commercio cavese. Come? Restituendo quello che prende dagli automobilisti in servizi utili per la mobilità urbana soprattutto nel centro cittadino, per migliorare la viabilità anche in ragione della struttura urbanistica a raggiera della nostra città per la presenza di circa venti frazioni, per garantire sicurezza. E, quindi, di conseguenza smettendo i panni di esattore, per assolvere all’attuale ruolo di bancomat del Comune. In conclusione, la Metellia con il danaro dei cavesi deve erogare servizi e non assolvere all’improprio e improvvido oltre che odioso ruolo di sostituto d’imposta a favore del Comune.
È necessario rivitalizzare, ovviamente, il perimetro del Centro Commerciale Naturale. Una realtà, questa, unica in Campania e potenzialmente capace di essere volano di rilancio del commercio cittadino che langue tra crisi economica e dei consumi da un lato, e negozi privi di identità e scarsa qualità dall’altro. Una realtà soprattutto da ampliare per ricomprendere aree con presenza di centinaia di storici commercianti cavesi attualmente esclusi. Non possono essere, infatti, lasciate fuori dalle “mura” importanti fette commerciali e creando di fatto una realtà inaccettabile con commercianti di serie A e commercianti di serie B.
Ciò anche in considerazione di un centro cittadino preda di negozi monotematici e friggitorie varie, a parte qualche storica famiglia che porta avanti la propria attività da generazioni tra mille affanni.
Occorrerà, poi, per favorire l’artigianato rivedere completamente la partecipazione al Consorzio ASI, che costa all’Ente circa 83 mila euro annui e che più che favorire costituisce un vincolo per l’artigiano e per il piccolo e medio imprenditore. Sarà necessario dare la possibilità alle attività artigianali di avere spazi adeguati e rispettosi delle norme in materia di emissioni in atmosfera, promuovere una politica di sostegno e di rilancio, fornendo agli operatori del settore supporto e informazioni relative alla innovazione tecnologica, all’e-commerce, alle agevolazioni fiscali e a finanziamenti pubblici a vari livelli. Ma per far ciò occorre avere rappresentanti credibili, competenti che sappiano farsi valere e far sentire forte la voce del territorio e non presentarsi alla fine del mese a ritirare lo stipendio. Ma questa è un’altra nota dolente su cui presto ritorneremo.
Una politica più attenta di sostegno dovrà essere posta ai mestieri tradizionali che rischiano di scomparire, ma che rappresentano non solo l’identità ma anche il tessuto connettivo della Città, oltre a risultare, in ogni caso, un fattore produttivo e un’opportunità occupazionale.
Tante le cose che si potrebbero e si possono fare senza grande dispendio di denaro. Ad esempio, con uno sportello dedicato al commercio, polivalente, con consulenze specifiche di supporto agli operatori economici; un sito dedicato al commercio che possa costituire un database aggiornato, una fonte di informazioni commerciali, una vetrina online per i commercianti e gli artigiani, in poche parole un vero e grande portale internet “ CAVA SHOP” che rappresenterebbe uno strumento più rapido di divulgazione di massa. E ancora una Card “CAVASHOP” unica e riconosciuta da tutte le attività convenzionate che fidelizzerebbe la clientela.
Tanto altro si può fare e si deve fare per avere una città “smart”, ovvero intelligente, moderna, dinamica, efficiente, vivace, e non come sta accadendo con questa amministrazione, vale a dire una città “ghost”, e cioè fantasma, senza un’anima, abbandonata a se stessa, dove fa difetto molto il controllo e la vigilanza del territorio, ma soprattutto l’assenza di una prospettiva di crescita e di sviluppo, di una visione strategia che guardi lontano, ad almeno ai prossimi venti, trenta anni.
Al grigiore di oggi, al galleggiamento degli attuali amministratori che pensano unicamente a sopravvivere restando attaccate alle loro poltrone remunerate, è necessario contrapporre altro e coniugare verbi come immaginare, ideare, progettare…
avv. Marco Senatore
MERIDIONE NAZIONALE