Cava de’ Tirreni, la richiesta al sindaco Servalli del CoBeCo: “Fermare la vendita di pezzi di palazzo Buongiorno e del Velodromo”
Perché insistere su un terreno sicuramente inviso all’opinione pubblica? Perché insistere nella vendita dopo un Consiglio Comunale che ha approvato il piano delle alienazioni ma ha registrato anche precise richieste a tutela di Palazzo Buongiorno?
Riceviamo e pubblichiamo
Il CoBeCo, Comitato Beni Comuni, in una nota inviata al Sindaco di Cava de’ Tirreni, ha chiesto di bloccare la vendita di due appartamenti a Palazzo Buongiorno (sotto in una foto d’epoca quando era sede del Municipio).
La seduta per la vendita lunedì mattina è andata deserta, come sta capitando, in verità con altri immobili, anche di pregio, ma questo è irrilevante: l’Amministrazione sembra determinata in questa azione suicida del patrimonio della città.
Il Comitato evidenzia che, pur non trattandosi della parte più antica del palazzo, quella cinquecentesca, che fu sede della Universitas Cavese e,in seguito, nell’ottocento, sede del Consiglio Comunale, l’eventuale vendita di queste due unità immobiliari comporterebbe lo smembramento di una memoria storica, il cui valore è nei decreti della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali: “per effetto dell’alienazione non dovrà essere menomato il pubblico godimento del bene culturale, ovvero, dovrà essere preservata l’accessibilità da parte della collettività al bene culturale onde consentire la visione e la percezione dei valori storico artistici da esso espressi”.
Intanto è stato pubblicato un nuovo bando per la vendita del velodromo.
Come è stato ampiamente illustrato da esperti del settore nel corso del convegno organizzato dal CoBeCo il 25 novembre -al quale ha partecipato anche il Sindaco-, il Comune non ha necessità di continuare a vendere in maniera massiva il proprio patrimonio immobiliare. Inoltre sempre nel corso del suddetto convegno Servalli aveva affermato che non avrebbe proceduto alla vendita del patrimonio di pregio. E Palazzo Buongiorno è sicuramente un bene storico identitario. E anche il velodromo aveva acquisito un suo spazio identitario nel contesto in cui insiste, nonostante il progressivo abbandono degli ultimi anni.
Quindi perché insistere su un terreno sicuramente inviso all’opinione pubblica? Perché insistere nella vendita dopo un Consiglio Comunale che ha approvato il piano delle alienazioni ma ha registrato anche precise richieste a tutela di Palazzo Buongiorno, avanzate da gruppi consiliari di maggioranza, in particolare dall’intervento del capogruppo Narbone? Consiglio Comunale nel quale anche l’assessora Iuliano dichiarò che non si sarebbe proceduto nell’immediato alla vendita.
Il CoBeCo chiede coerenza e uno STOP definitivo a tentativi inutili di vendita: il bilancio si rimette in ordine con interventi strutturali e non con la svendita selvaggia.
Cava, 19 dicembre 2023
La portavoce del CoBeCo
Maria Di Serio