Cava de’ Tirreni, la CGIL e la UIL contestano la delibera consiliare sul piano degli incarichi di consulenza e collaborazione
E' quanto lamentano la CGIL e la UIL in una nota indirizzata, tra gli altri, al sindaco Servalli, e diffusa alla stampa nella serata di ieri
“Nei giorni scorsi lo stesso Sindaco ha ritenuto di convocare le OO.SS. per evidenziare la persistente impossibilità di integrare i rapporti di lavoro di questi e degli altri lavoratori part time del Comune. Non ha però comunicato che nel frattempo, nei giorni precedenti, il Consiglio aveva già adottato la delibera di cui trattasi senza tenere in conto le legittime aspettative dei dipendenti”.
E’ quanto lamentano la CGIL e la UIL in una nota indirizzata, tra gli altri, al sindaco Servalli, e diffusa alla stampa nella serata di ieri, dopo aver appreso che il Comune di Cava de’ Tirreni, con delibera consiliare del 27 aprile ha approvato il Piano degli incarichi di consulenza e collaborazione per attività rientranti nei progetti eterofinanziati.
“Non sfugge -prosegue il comunicato- che da tempo ormai le scriventi OO.SS. stanno chiedendo l’integrazione oraria dei dipendenti del Piano di Zona a valere su tali risorse. E’appena il caso di evidenziare che, oltre a possedere le caratteristiche richieste dal PON inclusione, negli anni passati i lavoratori del Piano di Zona hanno già svolto attività analoghe con integrazioni orarie del rapporto di lavoro”.
“L’”operazione” messa in campo da codesto Comune -denunciano la CGIL e la UIL- sebbene in punta di diritto legittima ove siano rispettate le condizioni indicate dal Collegio dei revisori, oltre a non potere passare come una operazione conseguente alla mancanza di disponibilità dei lavoratori interni addetti, part time di lungo corso, costituisce uno schiaffo a questi lavoratori e alla loro dignità e contribuisce a nuovo precariato in un Comune in cui i rapporti di lavoro part time e quindi precari sembrano essere la regola”.
Da qui la richiesta da parte delle due organizzazioni sindacali di accedere agli atti e l’invito “ad una rivalutazione di tale decisione nella parte delle attività che, a valere sui fondi eterofinanziati, possono essere assegnate al personale interno dal quale non si può senz’altro prescindere nell’esecuzione dei progetti”.