Cava de’ Tirreni, il prossimo 10 marzo la marcia per difendere l’associazionismo cavese
Cava de' Tirreni, il prossimo 10 marzo la marcia per difendere l'associazionismo cavese
Giovedi 10 marzo 2022 alle ore 15:30 il corteo organizzato dal Comitato “Associazioni Cavesi Unite”, dallo Stadio Simonetta Lamberti proseguirà lungo le vie della città per giungere in piazza Abbro dove verrà esposto il simbolico “feretro” dello sport, cultura e folklore.
“Il Comune di Cava de’ Tirreni -si legge nel comunicato stampa del Comitato- nel tentativo disperato di alleggerire l’insostenibile situazione economica nella quale si trova, ha deciso, e ormai da un po’, di infierire sulle associazioni sportive ma anche su quelle culturali e folkloristiche, costrette ad affrontare spese che rischiano di strozzare qualsiasi iniziativa e di domare le passioni più brucianti”.
“La situazione, nota a qualsiasi cittadino -prosegue il Comitato- è rimasta inchiodata – e impaludata – sulla decisione del Comune di aumentare, e in misura che riteniamo irragionevole, le tariffe per il fitto di strutture destinate ad una Città che di fatto, attraverso i rincari, viene soffocata della propria, enorme energia creativa”.
“Il Sindaco, gli Amministratori, insensibili alle difficoltà già create dal Covid -denuncia il Comitato- hanno inferto, con la loro decisione, un ulteriore attacco alle iniziative che da sempre hanno ispirato la creatività di Cava e, dal momento in cui è stata assunta una decisione così penalizzante, che potremmo persino definire «letale», hanno rifiutato qualsiasi legittimo confronto, lasciando di fatto agonizzare ogni forma di progetto”.
“La chiusura netta da parte di Sindaco e Amministratori -è l’accusa del Comitato- rappresenta una distanza inaccettabile tra il Palazzo e la gente che i club e le Associazioni sperano possa essere azzerate attraverso un dialogo ed una collaborazione, affinché si trovino scelte e soluzioni che possano consentire di sviluppare seriamente nuovi modelli di valori e non di ritrovarsi in una bolla di degrado ambientale e culturale che sarebbe inaccettabile”.