Cava de’ Tirreni, giovedì prossimo arriva di nuovo in Consiglio la questione IMU in zona ASI
Cava de' Tirreni, giovedì prossimo arriva di nuovo in Consiglio Comunale l'interrogazione sulla questione IMU in zona ASI
Terreni agricoli tassati come aree edificabili: il Comitato di San Giuseppe al Pozzo sollecita l’Amministrazione comunale a dare risposte ai contribuenti cavesi e ad una verifica sul reale stato dei luoghi
Risale a circa tre settimane fa la nota fatta pervenire dal Comitato Spontaneo degli Abitanti San Giuseppe al Pozzo al Presidente del Consiglio del Comune di Cava de’ Tirreni Adolfo Salsano “con la preghiera di voler predisporre una interrogazione così come avvenuta nella seduta dell’11 novembre dove furono posti due problemi riguardante la località di San Giuseppe al Pozzo, il primo giunto a conclusione con la messa in sicurezza della strada statale 18 (almeno in parte), mentre resta in attesa di accoglienza l’altro problema riguardante il transito dei mezzi pesanti lungo la statale 18 specialmente nelle ore notturne”.
“Per il prossimo consiglio comunale –si legge nella stessa nota- si vorrebbe conoscere quali sono le intenzioni dell’Amministrazione Comunale per quanto riguarda la questione IMU”.
La vicenda di cui parla il Comitato va avanti senza risultati da un paio di anni e riguarda gli avvisi di pagamento per il pagamento ricevuti da decine e decine di contribuenti cavesi proprietari di terreni agricoli classificati come edificabili. In pratica, terreni ritenuti idonei per insediamenti produttivi ma nei fatti fondi agricoli, se non addirittura corti comuni, terreni scoscesi o ricadenti in zona rossa o soggetti ad altri vincoli che ne impediscono qualsiasi utilizzo. Da qui da parte del Comune di Cava de’ Tirreni la richiesta per l’anno 2014 e 2015 del pagamento di cifre spropositate che riguardano non solo gli abitanti della frazione San Giuseppe, che hanno promosso la costituzione di un comitato di lotta, ma dell’intera area Asi, ovvero il territorio cavese rientrante nella zona industriale, e che riguarda una parte molto estesa del valle metelliana.
Quella dell’IMU è una questione, come vedremo, sotto molto aspetti assurda e surreale, in cui molti cittadini cavesi sono in pratica vessati dal Comune metelliano. Ma procediamo con ordine.
“L’amministrazione Comunale –domanda nella stessa nota il Comitato- per l’IMU 2014 in bilancio ha calcolato un’entrata per cassa di un milione e duecentomila, ad oggi ne ha incassati circa il 20% ovvero circa 250 mila euro, come pensa di recuperare tale cifra, anche in considerazione di alcuni ricorsi al vaglio della commissione tributaria”.
C’è di più. “Da una piccola e ufficiosa indagine –incalza il Comitato- risulta che gli uffici preposti hanno usato un diverso metodo di giudizio nell’accertare le pratiche in esame, alcune sono state accolte e cancellate dal ruolo, altre con identiche caratteristiche sono state respinte”.
“Si vorrebbe conoscere –chiede a questo punto il Comitato- come si è giunto a queste scelte?.
“Qualora non ci si ritiene soddisfatti –si legge ancora nella nota- come Comitato si chiederà con l’aiuto di qualche consigliere l’accesso agli atti a prescindere dalla collocazione politica per conoscere tutto l’iter procedurale e le relative istanze presentate”.
Un accesso agli atti a questo punto non solo legittimo, ma anche doveroso e opportuno in quanto la realtà dei fatti presenta delle difformità di valutazioni che in una pubblica amministrazione non sono possibile e possono, al contrario, configurare situazioni di rilevanti responsabilità anche da un punto di vista penale oltre che amministrativo e contabile.
Le promesse dell’Amministrazione Comunale e la delusione dei contribuenti
“L’amministrazione con interventi ufficiali (consiglio comunale) ed ufficiosi (riunioni con esponenti del comitato e non solo) –lamenta il Comitato- si era resa disponibile a rivedere tutta la questione IMU per il 2015 e anni seguenti. Purtroppo si deve constatare che sono arrivate le cartelle 2015 con le stesse cifre, anzi alcune che erano state debitamente annullate sono state fatte recapitare nuovamente, con grande “delusione” del contribuente”.
Sono decine le richieste di annullamento in autotutela degli avvisi di accertamento IMU presentati da altrettanto contribuenti ai Servizio Tributi del Comune di Cava de’ Tirreni. Tra le motivazioni di tali richieste ce ne sono alcune comuni a tutte, ovvero la prescrizione dell’imposizione essendo le notifiche avvenute oltre il quinquennio prescritto dalla legge, oltre che all’incostituzionalità della proroga del Piano Asi che ha vincolato le aree interessate negli anni settanta, ma che laddove non sono risultate idonee ad alcun insediamento produttivo sono rimaste nel frattempo comunque vincolate ma improduttive senz’alcuna utilizzazione all’infuori di quella agricola, dove peraltro possibile. Un vincolo, insomma, senza alcuna valida ragione che si protrae da cinquant’anni limitando di fatto, in modo arbitrario, la proprietà privata costituzionalmente garantita.
E ancora la violazione della legge 241/90 sulla trasparenza per il mancato avviso del procedimento amministrativo preliminare all’imposizione tributaria, così come la violazione dello Statuto del contribuente in quanto le motivazioni addotte per l’imposizione non sono supportate da univoca giurisprudenza, infine la evidente sproporzione tra il valore attuale e quanto indicato nell’atto impositivo.
Questo, e altro, in punta di diritto. La vicenda dell’IMU presenta però delle situazioni a dir poco paradossali che vanno ben oltre la giurisprudenza per quanto importante essa sia.
E’ il caso, ad esempio, di molti contribuenti cavesi che hanno già pagato per lo stesso terreno l’IMU nel 2015 sulla base di dati trasmessi dagli stessi uffici comunali, i quali, poi nel 2021, hanno inviato la richiesta di pagamento per lo stesso anno, 2015, e lo stesso terreno ma questa volta ritenuto non più agricolo bensì edificabile.
C’è di più. Alcuni contribuenti per alcuni terreni siti nella frazione San Giuseppe al Pozzo, nell’area adiacente la Chiesa parrocchiale e l’edificio scolastico, hanno ricevuto l’avviso di pagamento nonostante che l’area sia stata sottratta al piano Asi e trasferita nel Piano regolatore generale comunale. Un’area dove è in modo esplicito esclusa qualsiasi nuova edificazione e che ha riacquistato la configurazione originaria di terreno agricolo come peraltro stabilito da una sentenza del 2005 della Commissione Tributaria Regionale.
Gli errori grossolani e le contraddizioni non finiscono qui. E’ il caso di alcuni contribuenti che hanno dei terreni che ricadano in zona cosiddetta di uso pubblico, ovvero dove avrebbero dovuto essere realizzate opere a servizio dell’area industriale ma mai realizzate degli enti pubblici preposti. In pratica, il privato non può realizzare alcunché ma che per il nostro Comune vanno tassate come aree edificabili. Un fatto, questo, del tutto illogico ed infondato. La reale situazione dei luoghi, inoltre, evidenzia che il terreno in questione è incolto ed in prossimità dei binari ferroviari che impongono un vincolo di distanza di 30 metri.
Gli esempi di errori marchiani sono tanti. E’ il caso di un altro terreno alle falde della collina di San Martino con la presenza anche di una porzione di bosco. A parte la pendenza, questo terreno è attraverso per la quasi totalità dalla condotta dell’acquedotto Ausino con relative servitù, nonché con rischio idraulico e pericolosità di frane elevato, oltre che inserito urbanisticamente in fascia di tutela paesistica con inedificabilità totale. Questo però non è bastato ad impedire l’arrivo di una salata bolletta IMU dove il terreno diventa “miracolosamente” area edificabile.
E che dire di chi è stato chiamato a pagare per porzione di terreni dove nel frattempo sono state realizzate delle strade.
C’è ancora il tempo per rimediare, a cominciare dalla prossima seduta del Consiglio comunale
Fermiamoci qui. Sono tanti altri i casi di totale incongruenza con lo stato dei luoghi che è impossibile citarli tutti. Da come si può capire, infatti, siamo di fronte ad una imposizione da parte del Comune che non trova alcun riscontro nella realtà dei fatti. E’ evidente che la perimetrazione dell’area interessata è stata fatta a tavolino, con un tratto di penna e non con un accertamento sul luogo. Da qui l’emissione di bollette che non trovano riscontro nella situazione di fatto, ovvero sul reale stato dei luoghi.
Questo è, insomma, a parte ogni considerazione di tipo giuridico. Basterebbe, in altri termini, solo un po’ di buon senso ed andare a verificare, caso per caso, lo stato dei luoghi, come chiede il Comitato e come i suoi legali chiederanno ai giudici della commissione tributaria se non basteranno le argomentazioni giuridiche. Un accertamento in loco che sarebbe utile anche per lo stesso Comune che comunque si espone ad un contenzioso dagli esiti prevedibili e che sarebbe assai meglio evitare.
E la politica in tutto ciò? A quanto pare, fino ad oggi da parte dell’Amministrazione comunale molte promesse, ma zero risultati. A quanto sembra, proprio in questo momento non si vuol tornare indietro per non togliere dal bilancio la voce riguardante l’entrata di queste assurde imposizioni IMU. Si preferisce, quindi, mantenere “viva” questa situazione, nonostante che ciò provochi non pochi disagi e malumori a tanti cittadini cavesi. Questo è quello che si dice a mezza bocca.
C’è da chiedersi, però, ma se alla fine del contenzioso i contribuenti in questione avranno ragione, i nostri amministratori comunali non saranno chiamati a rispondere degli eventuali danni erariali?
Al di là di ciò, tuttavia, quello che maggiormente inquieta è l’atteggiamento del Comune metelliano, della politica nel suo insieme, di chi governa ma anche di chi è all’opposizione, che hanno avuto nei riguardi di questi malcapitati contribuenti cavesi in tutti questi mesi: vessati, inascoltati, in buona sostanza presi in giro, nei fatti abbandonati.
C’è però ancora il tempo per rimediare. Se nel palazzo, ovviamente, prevarrà il buon senso e il rispetto per i cittadini-contribuenti. A cominciare dalla prossima seduta del Consiglio comunale di giovedì prossimo.