Cava de’ Tirreni, Flora Calvanese denuncia l’ennesimo episodio di cattivo funzionamento del centro vaccinale di San Francesco
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Gentile Direttore,
sono costretta a scriverle per raccontare l’ennesimo episodio di cattivo funzionamento di un centro vaccinale a Cava de’ Tirreni.
So per certo che il lavoro fatto dagli operatori dei due centri in questi mesi è lodevole e questo ha consentito di raggiungere un alto numero di immunizzati nella nostra città. Proprio perché l’insipienza di pochi non può inficiare il lavoro di tanti, le racconto quello che mi è accaduto.
Come lei sa è impossibile avere informazioni telefoniche e bisogna recarsi di persona presso i centri per sapere quando è possibile avere il vaccino, per questo sto aiutando una persona di 77 anni che abita in una frazione a vaccinarsi, e che difficilmente riesce, soprattutto con questo caldo, a prendere un autobus dalla frazione per avere informazioni.
Giovedì 15 luglio vado al centro di San Francesco per chiedere perché questa persona non era stata ancora chiamata, mi viene detto con grande cortesia che avrebbero provveduto, infatti, il giorno stesso arriva la mail di convocazione per il sabato mattina 17 luglio alle 12.00, per fare Pfizer avendo la persona varie patologie.
Purtroppo, quando la persona va il sabato viene mandata indietro perché le dosi di Pfizer erano finite, e le viene chiesto di tornare il lunedì 19, la mattina alle 8.30. Il lunedì mattina la persona viene nuovamente mandata via perché le dosi di Pfizer non erano arrivate e il centro aveva dosi solo per i richiami, e a me che l’accompagnavo viene detto di tornare il mercoledì successivo a chiedere.
Cosa che regolarmente faccio, ma mi viene sempre detto che non avevano dosi sufficienti per nuove vaccinazioni.
Torno oggi pomeriggio, 26 luglio, quindi la quarta volta e trovo due donne, vestite senza camice, e senza cartellino di riconoscimento, ma che dicevano di essere due medici, che senza nemmeno controllare al computer se la signora era stata già convocata in precedenza per fare Pfizer, mi dicono che la persona doveva fare Astrazeneca o Jonhson, e se non voleva farlo doveva andare dal medico di base per farsi inserire tra i fragili.
Ho chiesto loro di qualificarsi, di dire i loro nomi, che in precedenza nessuno di aveva detto del medico di base, e la signora era già stata convocata per Pfizer. Alle mie osservazioni hanno detto che erano due medici, che non erano tenute a dirmi i loro nomi, che quella era la procedura.
Voglio tralasciare il dettaglio che la signora in questione è ucraina perché non voglio credere che questo irrigidimento sia dettato da razzismo, ma credo che questa vicenda abbia del surreale, che le due donne se sono veramente dei medici non sono assolutamente idonee a lavorare in un centro vaccinale, che il loro obiettivo dovrebbe essere quello di incentivare le persone a vaccinarsi e non mandarle via in malo modo, dopo quattro tentativi andati a vuoto, soprattutto se la persona da vaccinare ha 77 anni, quindi è una di quelle categorie che il servizio sanitario dovrebbe cercare per immunizzarla.
Segnalerò la vicenda al Direttore dell’ASL, al Presidente della Regione, al Ministro della Sanità perché con questi operatori a Cava si fanno solo danni e si fa scappare la gente invece di aiutarla a vaccinarsi.
Cordiali saluti,
Flora Calvanese