Cava de’ Tirreni, da noi un inutile museo mentre a Vietri nasce la Scuola regionale di ceramica
E’ partita ieri a Vietri sul Mare la Scuola di Ceramica.
“Sono 15 gli allievi selezionati della scuola regionale di ceramica -ha spiegato il sindaco di Vietri sul Mare Giovanni de Simone- provenienti da diversi comuni della regione Campania, alcuni dallo stesso territorio vietrese… l’iniziativa si pone l’obiettivo di fare di Vietri sul Mare il luogo di formazione per la produzione delle ceramiche in Italia”.
La Scuola di Ceramica nasce grazie ad un Protocollo d’Intesa siglato tra la Regione Campania, l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, il Comune di Vietri sul Mare di antica tradizione ceramica, l’Ente ceramica di Vietri e la CNA di Salerno, l’associazione che rappresenta gli artigiani.
Complimenti al Comune di Vietri sul Mare e al suo sindaco de Simone che mette a segno un altro colpo, ponendo la realtà vietrese sempre più all’avanguardia e al passo con i tempi.
Il contrario di quello che succede a Cava de’ Tirreni, che pure vanta di essere una delle città italiane di affermata tradizione ceramica che aderiscono ad AiCC (Associazione Italiana Città della Ceramica). Non c’è un’iniziativa su Cava, purtroppo, degna di questo nome, volta a favorire e sviluppare il tessuto produttivo ceramico, sempre più esiguo e in difficoltà.
Basti pensare al Museo della Ceramica Contemporanea Mediterranea (MCCM), in corso di realizzazione nei locali al primo piano del Complesso monumentale di San Giovanni, con i quattrini dei Fondi P.I.C.S.. Di sicuro sarà un sito museale di prestigio, resta da capire, però, quanto potrà essere espressione dell’artigianato ceramico metelliano e quale sarà la sua ricaduta sul tessuto produttivo del settore. Zero.
Insomma, un museo avulso dal territorio e se tutto andrà bene sarà la classica “cattedrale nel deserto”.
D’altra parte, l’Amministrazione Servalli alla ceramica, come per gli altri settori, non dedica particolare attenzione. Non c’è neanche un assessore con la delega alla ceramica e non risulta che non ci sia neanche un consigliere delegato. A Vietri, tanto per fare un esempio, non si realizza un’opera pubblica, un area a verde, una panchina, una fontana, dove non sia utilizzata la ceramica prodotta dall’artigianato locale. A Cava te lo sogni!
Di questo passo, a Cava de’ Tirreni resterà solo il titolo di città della ceramica, ma il suo artigianato rischia di ridursi al lumicino. E non sarà certo qualche mostra di produzione locale messa su alla meno peggio a ridare fiato, prestigio, motivazione e futuro ad una tradizione artigiana ceramica che ancora esiste, anzi, resiste, tra mille ambasce nella nostra città.