Cava de’ Tirreni, con il sindaco Servalli una città della bellezza in stato comatoso indotto
Diciamoci la verità una volta per tutte: la nostra città è ormai in uno stato comatoso indotto. Provocato dal disastro finanziario causato da
La scorsa settimana, ad Andria, il nostro primo cittadino ha partecipato agli Stati Generali della Bellezza. Tra gli ospiti d’onore Domenico Volpe, sindaco di Bellizzi.
In questa occasione, i sindaci partecipanti hanno firmato la “Carta delle Città della Bellezza”. Si tratta di un’intesa per “fare rete” tra amministrazioni locali. L’obiettivo? Dare vita a iniziative comuni volte alla promozione del territorio, del paesaggio e del patrimonio culturale, naturale e artistico.
In sintesi, un’iniziativa valida e interessante. Non c’è che dire. L’auspicio è che da questi Stati Generali la nostra città tragga dei vantaggi. O meglio, che l’attuale Amministrazione comunale si mostri capace di saper ricavare dei benefici per il territorio metelliano e che, quindi, sia stato speso bene il danaro dei contribuenti cavesi per consentire la trasferta in terra pugliese del nostro primo cittadino.
Oddio, più di qualche dubbio in proposito lo abbiamo. Sia chiaro, la nostra città ha tutti i requisiti per “fare rete” e promuovere il suo territorio. Sia in termini paesaggistici che in quelli del patrimonio culturale e artistico. La “bellezza” al territorio metelliano ce l’ha data in dono il Padreterno ed arricchita dalle generazioni che ci hanno preceduto e lasciataci in eredità. Questo, nonostante gli sfregi per uno sviluppo urbanistico alquanto caotico e discutibile nell’ultimo mezzo secolo e dalle aggressioni per l’abusivismo edilizio di fine millennio.
Ad ogni modo, per ora la valle metelliana continua ad avere in linea di massima le carte in regola. Quel che non torna è lo stato in cui versa attualmente la città e che lascia assai preoccupati sul suo futuro. Volendo essere più puntuali, quel che in particolar modo impensierisce è la pessima gestione politico-amministrativa di un’Amministrazione comunale scadente, improvvida e quasi sempre insensibile a qualsiasi sollecitazione, come purtroppo da anni si è rivelata quella guidata dal sindaco Servalli.
Anzi, c’è da dire che quest’ultimo ha del coraggio (per non dire altro) a presentarsi in un consesso come quello tenuto ad Andria.
Basta vedere com’è ridotta oggi la nostra città.
Partiamo dall’ambiente. Una città sistematicamente attraversata dai tir, spesso in spregio ai divieti e quasi sempre impunemente. Una mobilità urbana in alcune ore impossibile e fortemente inquinante con percorsi obbligati e viziosi. Una viabilità il più delle volte piegata alle esigenze di fare cassa con le strisce blu d’ambo i lati. Altro che Cava green di cui qualche nostro amministratore si riempie la bocca.
E vogliamo parlare di cultura ed eventi? Lo zero assoluto. Non c’è una sola manifestazione di rilievo, tranne quel po’ che, ad oggi, con grandi sacrifici e difficoltà riescono ad organizzare il maestro Felice Cavaliere e i suoi collaboratori. Non c’è un programma culturale e di eventi. Più che un dormitorio, la nostra città è diventata un cimitero. Di sera basta allontanarsi di appena cento metri in linea d’aria dai portici per godere di un silenzio spettrale, interrotto da qualche auto con la marmitta scassata o con lo stereo ad alto volume. Ciò a dimostrazione, d’altronde, di come la città sia fuori controllo e abbandonata a se stessa.
E il commercio? Con un simile quadro, quale attività commerciale è nelle condizioni di non dover boccheggiare e non rischiare quindi di chiudere i battenti? Sono tutte in sofferenza e in pericolo. Un disastro.
Vogliamo allora parlare di turismo? Nella nostra città è ormai diventato un lusso. Siamo davvero all’amarcord. E pensare che la vicina Vietri sul Mare ormai viaggia su standard che ce li sogniamo. Persino Nocera Inferiore, per noi cavesi che abbiamo la puzza sotto il naso, ci mette in riga con rassegne musicali jazz e teatro. E i piccoli comuni? Ci sovrastano in tanti. Prendiamo Olevano sul Tusciano: presenta una rassegna teatrale con Gene Gnocchi. Tralasciamo ovviamente le cittadine più “in” come Agropoli e Maiori, ed ancor più Amalfi, Positano e Ravello. Queste ultime, erano di altro livello prima, figuriamoci adesso.
In un tale contesto, ora che chiude anche il parcheggio di piazza San Francesco, c’è il rischio di una vera e propria moria di attività commerciali nel borgo porticato e dintorni. A meno che non si trovino degli accettabili rimedi, i quali dovevano già essere stati predisposti da un’Amministrazione comunale diligente e previdente. Quello che non è affatto Servalli. E soci ovviamente. Vivono alla giornata, come se a governare Cava fosse qualcun altro.
Diciamoci la verità una volta per tutte: la nostra città è ormai in uno stato comatoso indotto. Provocato dal disastro finanziario causato da questa maggioranza che con miope protervia governa la città. Un coma indotto da un’Amministrazione comunale che non ha soldi, è vero, ma neanche idee, voglia e capacità di impostare qualcosa utilizzando e valorizzando le risorse artistiche e culturali della città. Uno stato di dormiveglia che conviene a questi amministratori comunali, il cui unico interesse è quello di tirare a campare, di restare a galla quanto più possibile, non importandosene minimamente dei danni arrecati alla città.
Questo è. Inutile girarci attorno. Il sindaco Servalli, con il suo finto perbenismo, può raccontare tutte le favolette che vuole, ma la realtà dei fatti lo condanna irrimediabilmente. Altro che Cava città della bellezza. Magari fosse così. Speriamo piuttosto che questo stato comatoso indotto in cui oggi la città si ritrova, non diventi irreversibile.
Adda a passà ‘a nuttata. Quella che vive la città con Servalli e i suoi. Nella speranza che davvero spunti una nuova alba per Cava e i cavesi.