Cava de’ Tirreni, aumenta l’indice di “alto sgradimento” del sindaco Servalli & C.
Rischiamo solo di ripeterci nell'evidenziare ancora una volta come ormai la nostra città sia in caduta libera
In pochi giorni l’Amministrazione comunale del sindaco Servalli ha totalizzato altri punti nel suo indice di “alto sgradimento”.
L’aumento spropositato (per educazione evitiamo aggettivi più grevi e sconvenienti) delle aree di sosta a pagamento nelle strisce blu, realizzate nell’ultima settimana, hanno per l’ennesima volta fatto imbufalire i cavesi.
Non se ne può davvero più. Siamo ormai giunti alla vessazione. Odiosa e al limite della sopportazione. Parcheggiare la proprio auto anche in periferia per i cavesi, e non solo per loro ovviamente, diventa un lusso. Per molti è addirittura proibitivo. Chi abita nelle frazioni è penalizzato oltre misura. Non dispone di un trasporto pubblico adeguato per raggiungere il centro cittadino. Anzi, dal prossimo anno ci sarà una sensibile riduzione delle corse. Non c’è mai stata, ma ora è una necessità ineludibile, una linea circolare che copra il centro cittadino da sud (piazza S. Francesco – Ospedale) a nord (casello autostradale- cimitero). Un disastro.
A essere penalizzato è però tutto il commercio del centro cittadino e delle immediate aree adiacenti. I consumatori cavesi, ma anche chi proviene da fuori, è sempre meno invogliato a venire nel nostro centro cittadino. Così la nostra economia, fatta essenzialmente di commercio e di servizi, perde colpi. E continuerà a perderli. Questo contribuisce a rendere sempre meno attrattiva la nostra città. Insomma, il cane che si morde la coda.
Il forte aumento poi dell’imposta di soggiorno è un’altra botta a quel poco di turismo che abbiamo (in parte dovuto al tutto esaurito della vicina Vietri sul Mare, che viaggia con ben altri numeri). Un aumento che risponde ad una sola esigenza: fare cassa. Nel tentativo disperato di ripianare in qualche modo i buchi del bilancio comunale. Una scelta impositiva che si rifletterà però negativamente sull’economia cittadina.
Per il resto, che dire? Rischiamo solo di ripeterci nell’evidenziare ancora una volta come ormai Cava sia in caduta libera. Una città che cade a pezzi, non solo per le frane. Così come nel ribadire che questa Amministrazione comunale, dal sindaco Servalli alla sua maggioranza passando per la Giunta, siano (salvando poche individualità) nel loro insieme i principali responsabili di questo rovinoso e inesorabile declino. Quel che è peggio, però, è che non mostrano di possedere capacità, competenza e coraggio per rilanciarla.
E così diventa singolare che Servalli e i suoi, dopo aver affossato l’ente comunale nei debiti, utilizzino le difficoltà di bilancio come alibi per giustificare il loro immobilismo. La verità è che non hanno idee, una visione, una progettualità. Tirano a campare. A galleggiare, mentre la città inevitabilmente affonda ogni giorno sempre di più.
Questo è. Purtroppo, a latitare è anche l’opposizione. Non tanto nell’azione politica quotidiana, quanto nella progettualità, nel disegnare un futuro.
Peggio ancora, però, è l’assordante silenzio dell’opinione pubblica. Viviamo in una città adagiata. Borbotta sotto i portici e vomita sui social, ma tutto finisce lì. Non produce nulla. Non ha un sussulto, una presa di coscienza. E’ indolente. Nulla la scuote. Affetta da una sorta di catatonia civica. Per convenienza. Forse per egoismo sociale. Per abulico disinteresse dei più. Nei fatti, incapace di reagire persino rispetto all’hybris in salsa locale dei nostri attuali governanti.
Come siamo messi male. Come è messa male questa nostra città.
Siamo come una debole imbarcazione, nel buio della notte e al largo, in acque agitate. All’orizzonte non si intravede la luce né di un porto né di un faro, mentre il timone è in mani incerte e inesperte.
E con un’avvilente sensazione. Quella che a bordo non ci sia nessuno in grado di portarci in rada.