Cava de’ Tirreni, arriva in tribunale lo scontro tra l’europarlamentare Lucia Vuolo e l’avvocato Alfonso Senatore
La vicenda disdicevole in sé ha assunto ormai una dimensione grottesca che è, per certi versi, il segno del degrado della politica
La querelle tra l’europarlamentare Lucia Vuolo e l’avv. Alfonso Senatore finisce nelle aule giudiziarie.
Rinviata a giudizio la Vuolo, il suo portavoce Antonio Ioele e il suo referente politico su Cava, Mario Colucci, tutti e tre imputati del reato previsto e punito dagli articoli 81,110, 595 codice penale “perché comunicando con più persone offendevano la reputazione dell’avv. Alfonso Senatore .
D’altro conto, imputato è anche l’avv. Alfonso Senatore dello stesso “reato art. 81,595 co. 3 c.p. perché con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, mediante dei messaggi e post scritti sulla bacheca di facebook, offendeva la reputazione di Vuolo Lucia dicendo “Questa capisce solo di miracoli U SUO ahahah”
La vicenda disdicevole in sé ha assunto ormai una dimensione grottesca che è, per certi versi, il segno del degrado della politica. È a dir poco sconveniente che due esponenti politici della stessa area, un’europarlamentare ed un noto e affermato penalista, si becchino a suon di offese gravissime sui social e poi nelle aule giudiziarie.
Quel che non appare meno grave e inopportuno è l’assenza dei rispettivi partiti di appartenenza nell’imporre ai due contendenti, nei modi e nei tempi adeguati, la ricomposizione di un contrasto dai contorni così beceri e inappropriati da determinare un generale danno di immagine e credibilità.
L’auspicio è che questa singolar tenzone, che con la politica ha poco da spartire, trovi una decorosa composizione prima di giungere nelle aule del tribunale dove a trionfare non sarebbe la giustizia ma la definitiva morte della politica.
Gentile Direttore,
le offese personali intercorse tra l’europarlamentare Lucia Vuolo e l’avv. Alfonso Senatore riguardanti diverse visioni politiche, devono far seriamente riflettere sul futuro della politica italiana. In Italia non è un caso isolato! Più volte da cittadini assistiamo ad attacchi personali tra politici locali e nazionali, che nulla hanno a che vedere con una fattiva e costruttiva critica politica sull’operato. A volte anche la satira politica eccede con offese alla persona. Un politico eletto democraticamente dai cittadini è una persona che se commette errori politici deve essere attaccato politicamente con argomentazioni politiche serie e con un linguaggio consono e decoroso. Offendere il politico nel personale perché non si condivide la sua attività politica, il suo pensiero politico, la sua visione politica, è un atto antidemocratico! Personalmente ritengo inopportuno che nella dialettica politica venga utilizzato il linguaggio offensivo alla persona che riveste cariche istituzionali, come non condivido chi definisce “satira politica” gli attacchi alla persona che in quel momento riveste un ruolo politico. Offendere, con l’alibi della dialettica politica, nel personale il politico è come offendere tutti i cittadini che l’hanno votato e ancor di più “l’istituzione democratica che in quel momento rappresenta”.