Cava de’ Tirreni, ad oltre un mese dall’evento franoso ancora non partono i lavori alla Badia
Il grosso smottamento nei pressi della statua del papa Urbano II, a 50 metri dall'ingresso dell'Abbazia, fu causato
A poco più di un mese dalla frana che lo scorso 25 marzo ha isolato la strada che conduce all’Abbazia Benedettina di Cava de’ Tirreni, ancora non si conosce la data certa dell’inizio dei lavori per liberare l’area dai detriti e rendere nuovamente fruibile l’accesso al luogo di culto.
Il grosso smottamento nei pressi della statua del papa Urbano II, a 50 metri dall’ingresso dell’Abbazia, fu causato dal cedimento del costone di un terreno privato sovrastante. Ad oggi è in corso un contenzioso dinanzi al Tar tra i possidenti della proprietà e la Provincia di Salerno, in quanto la strada è di pertinenza dell’Ente.
Nel frattempo i disagi patiti sono ingenti. I monaci dell’Abbazia sono di fatto isolati e per riuscire a scendere a valle sono costretti a usufruire di un’erta scalinata, percorribile solo a piedi, che li portano su nel cuore del Corpo di Cava e da qui poi scendere in città. Lo spiazzale è privo di illuminazione.
I tanti turisti che vengono per visitare il millenario luogo di culto custode di numerosi tesori d’arte e di cultura raccolti dai monaci nel corso di un millennio, possono accedervi solo scavalcando i detriti. I tanti matrimoni che ogni anno sono celebrati nella suggestiva basilica rivestita con marmi policromi si stanno disdicendo e uno dei monaci che necessita di cure mediche, deve essere portato a braccia, per poter andare a ricevere assitenza medica.
E’ davvero una situazione insostenibile.