scritto da Carolina Milite - 29 Gennaio 2023 10:49

Cava de’ Tirreni, a colloquio con Remo Angrisani ideatore di Meteo Valle Metelliana

Le quattro stagioni esistono. Esistono a calendario, esistono in metrologia, ma purtroppo, ai nostri occhi, le percepiamo sempre meno a causa dei cambiamenti climatici dovuti, in primis, all'incuria incuria dell'uomo.

In queste settimane di grande instabilità climatica, l’attenzione per le previsioni del tempo è diventata più forte del solito. Abbiamo intervistato Remo Angrisani, giovane meteorologo cavese amatoriale, ideatore e fondatore del seguitissimo gruppo su Facebook “Meteo Valle Metelliana”, nonché curatore della rubrica meteo del nostro giornale, divenuto tanto famoso grazie alle sue precise e attendibili previsioni, da essere seguito e interpellato anche dalle istituzioni cittadine.
Remo Angrisani è nato a Cava de’ Tirreni il 20 ottobre 1980. Dice di sé: “La passione per la meteorologia ha radici lontane. Frequentavo le scuole elementari quando iniziai ad appassionarmi allo studio delle condizioni meteorologiche, specie quelle invernali, adorando tutt’ora il freddo e la neve. Intorno a 12 anni diedi vita su di un quadernone a dei registri giornalieri circa le condizioni meteorologiche di tutto l’anno, con la trascrizione delle temperature, tempo, vento e precipitazioni. Dopo il conseguimento della maturità al locale Liceo Scientifico “Genoino”, mi iscrissi presso la facoltà di Scienze Nautiche con indirizzo Meteorologia. Percorso universitario non portato a termine per varie problematiche personali e familiari. Ho continuato, tuttavia, a studiare la materia da autodidatta, interfacciandomi anche con meteorologi di professione affinché mi dessero informazioni e approfondimenti per far crescere la mia esperienza teorica. Poi, quasi per gioco, una sera di circa due anni e mezzo fa, ho creato il gruppo Meteo Valle Metelliana che, ad ora, vanta 4300 iscritti. Sono in procinto di frequentare un corso che mi possa dare delle certificazioni ufficiali un meteorologia”.

 

Remo, ci sono ancora le mezze stagioni?

Le quattro stagioni esistono. Esistono a calendario, esistono in metrologia, ma purtroppo, ai nostri occhi, le percepiamo sempre meno a causa dei cambiamenti climatici dovuti, in primis, all’incuria incuria dell’uomo.

 

Assistiamo sempre più spesso a fenomeni meteo estremi. Piogge intense e improvvise, caldo torrido. Come affrontare questi eventi e i rischi che comportano?

I cambiamenti climatici ci fanno vivere eventi sempre più estremi. Ondate di gelo, caldo torrido, siccità e alluvioni sono ormai all’ordine del giorno. Questi fenomeni, sommati all’incuria dei territori, alla cementificazione selvaggia e altri fattori, purtroppo ci fanno leggere sempre più spesso di tragedie.
Il cambiamento climatico è uno dei punti base dell’ “Agenda 2030” nella quale l’ONU si è impegnata ad ottenere un mondo più sostenibile con il quale si potrebbero frenare anche gli effetti devastanti che ormai sono agli occhi di tutti.

 

Dal punto di vista della ricerca, quali possono essere secondo te i futuri sviluppi della meteorologia nel medio e lungo termine?

La meteorologia è una scienza che, a differenza di tante altre, non è mai certa. È un incastro di tanti fattori che possono variare, anche minimamente, a poche ore dagli eventi portando un repentino cambio delle previsioni fatte. Nei secoli, grazie all’avanzamento della tecnologia, sono stati fatti passi da gigante nel migliorare le previsioni e nel monitorare il clima. Ma ricordiamoci sempre che, specie in meteorologia, è Madre Natura a decidere.

 

Riguardo i siti meteo con titoloni allarmistici acchiappa click che vediamo su internet, cosa pensi di questo atteggiamento “anti-scientifico” nei confronti della meteorologia?

Purtroppo oggi il dio danaro ha preso il sopravvento su tutto, anche su una scienza interessante, affascinante e misteriosa come la meteorologia. I siti con quei titoloni catastrofici che prevedono mesi prima l’andamento di una stagione, sono la rovina per chi, come me e come tutti gli appassionati e i professionisti del settore, si impegnano e dedicano ore e ore allo studio delle previsioni.

 

A volte capita che la Protezione Civile dia un’allerta per rischi idrogeologici che poi, fortunatamente, non si concretizza e piovono, invece, le critiche su questa metodologia operativa. Vogliamo spiegare bene che deve emanare tali allerte per possibili situazioni di rischio anche se ve ne fosse soltanto il 10% di probabilità?

Le allerte della Protezione Civile sono di vario genere. Ci sono le allerte per avverse condizioni meteorologiche, le allerte per rischio idrogeologico, le allerte per vento, le allerte mare. Da quest’anno, proprio a causa dei cambiamenti climatici e della fragilità dei nostri territori, sono stati rivisti i fattori che determinano un colore di un’allerta. In poche parole, rispetto a prima, con questi nuovi indici un’allerta che fino allo scorso anno poteva essere gialla, potrebbe diventare arancione.

Non è semplice il lavoro degli organi competenti in questo ambito proprio perché le previsioni meteo, seppur di poco, possono variare a poche ore dagli eventi. A questo si somma la valutazione del territorio, per regione e per comune. La conformazione territoriale, prendiamo come esempio la nostra città, è ben diversa ad esempio da quella di Salerno. Quindi le scelte dei sindaci, riguardo chiusure dei parchi, delle scuole, cimiteri, seppur a pochi chilometri, possono cambiare in modo radicale. Basti pensare che anche la stessa Cava può avere precipitazioni differenti da una zona all’altra dovuta proprio al tipo di perturbazione e all’esposizione della zona stessa. A gennaio ad esempio, la settimana in cui sono state emanate allerte una dopo l’altra, nella zona Nord di Cava sono stati misurati oltre 500 mm di pioggia, rispetto ai 250 mm dell restanti zone della città.

In linea generale, il rischio idrogeologico per un Paese come l’Italia è molto alto.

 

Il riscaldamento globale è ormai una realtà seria e preoccupante. Il cambiamento climatico è sempre più al centro della nostra quotidianità. Come verosimilmente si trasformeranno i nostri territori nei prossimi anni?

Come l’uomo ha contribuito all’avvio della distruzione del clima e dei territori, allo stesso modo può salvarlo.

Che estate dovremo attenderci nel 2023?

Visto che non faccio parte dei “maghi” dei siti acchiappaclick, seguite le mie previsioni e giorno dopo giorno scopriremo insieme l’estate che ci aspetta.

Diplomata al liceo classico, ha poi continuato gli studi scegliendo la facoltà di Scienze Politiche. Giornalista pubblicista, affascinata da sempre dal mondo della comunicazione, collabora con la rivista Ulisse online sin dalla sua nascita nel 2014, occupandosi principalmente di cronaca politica e cultura. Ideatrice, curatrice e presentatrice di un web magazine per l'emittente web Radio Polo, ha collaborato anche col blog dell'emittente radiofonica. Collabora assiduamente anche con altre testate giornalistiche online. Nel suo carnet di esperienze: addetto stampa per eventi e festival, presentazione di workshop, presentazioni di libri e di serate a tema culturale, moderatrice in incontri politico-culturali.

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