Sembrava che la notizia dovesse passare in sordina e invece sta diventando un vero e proprio caso politico. Stiamo parlando della vicenda circa la probabile chiusura del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Santa Maria dell’Olmo di Cava de’ Tirreni.
Ieri pomeriggio il nostro giornale diede la notizia mentre era ancora in corso una importante riunione alla quale partecipavano i vertici dell’Azienda ospedaliera universitaria OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona, durante la quale è stata valutata l’opportunità di trasferire il personale che lavora presso il reparto di Rianimazione di Cava presso il Presidio Ospedaliero “Giovanni da Procida” di Salerno per potenziare l’ospedale Covid ivi presente. Il Santa Maria dell’Olmo chiuderebbe e resterebbero soltanto alcuni anestesisti per i casi urgenti.
La notizia ha rapidamente scatenato un inevitabile e prevedibile vespaio di polemiche tra i cavesi che non riescono a conciliare l’attuale situazione con la promessa dello stanziamento di 1 milione e 564mila euro per la Terapia Intensiva fatta da De Luca lo scorso luglio durante la campagna elettorale. Anche l’opposizione poltica è intervenuta ed è scesa in campo affianco ai cittadini, facendo sentire il proprio dissenso.
Il primo a scendere in campo nella giornata di ieri è stato il consigliere di opposizione Luigi Petrone, coordinatore del movimento “La Fratellanza” che combattere per salvare il reparto di Rianimazione e, se necessario di scendere in piazza affianco al popolo cavese per impedirne la chiusura.
Non si è fatta attendere la replica del movimento civico SiAmo Cavesi e del suo gruppo consiliare che, con una nota stampa, esprime il proprio rammarico e auspica che le decisioni prese in un momento di emergenza siano provvisorie e non si tramutino in un pretesto per privare l’ospedale di Cava di un altro importante servizio che rappresenta un elemento imprescindibile per assicurare la piena funzionalità del Pronto Soccorso e la gestione dei pazienti che ricorrono alle chirurgie d’urgenza e traumatologica. “Dispiace constatare – conclude il comunicato – che, ancora una volta, l’ospedale di Cava sia utilizzato come bacino da cui attingere per potenziare gli ospedali salernitani e che sia depauperato di professionalità nel silenzio complice dell’Amministrazione comunale”.
Forti anche le parole della sezione cavese del Partito Comunista: “Neanche con la pandemia, nonostante gli annunci di fondi stratosferici per il nostro ospedale, possiamo stare sereni. Non è spostando un reparto che si risolvono le criticità del sistema sanitario alla base delle difficoltà di questi mesi. Ma adottando una più capillare presenza dei presidi, su ogni territorio, che si avvicina il Servizio ai cittadini e ai loro bisogni. Con la scelta dello spostamento si farà soltanto un altro passo verso il baratro del Nosocomio Cavese. Adesso il Sindaco Servalli e De Luca diano risposte serie e non promesse da campagna elettorale, sbugiardate dai fatti. Non si trincerino dietro la lotta al Covid-19. L’Azienda si impegni a cambiare radicalmente questa ipotesi, che ridimensionerebbe in maniera drastica e irrimediabile l’Ospedale di Cava de’ Tirreni. L’Ospedale deve restare aperto e potenziato”.
Tra gli altri, anche il dottor Carlo Russo, coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato – sezione di Cava de’ Tirreni, ha fatto sapere che “il Tribunale è presente al fianco di tutti gli operatori sanitari contro contro la chiusura del reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Cava voluto dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca”.