Cava, Antonio Palumbo lascia la maggioranza: “Mai più con Servalli, ma con il Pd forse sì…”
E’ fatta. Divorzio sancito in via ufficiale tra demA e Pd a Cava de’ Tirreni. L’annuncio è stato dato questa mattina dal consigliere comunale Antonio Palumbo nel corso di una conferenza stampa indetta a Palazzo di Città. Alla iunione erano presenti anche il segretario cittadino di Rifondazione comunista, Francesco Lupi, il presidente di Cava Civile, Enrico Bastolla, l’ex sindaco ed esponente dell’associazione Città in Comune, Marco Galdi.
Con brevi e concise parole Palumbo ha chiarito di non far più parte della maggioranza amministrativa a guida Servalli e di aver, di conseguenza, ufficializzato le dimissioni da Presidente della Commissione consiliare Disegno Urbano e Territorio. “Con lo spirito di disponibilità e lealtà che ci ha caratterizzati – ha precisato Palumbo – ci asterremo dall’esprimere qualsiasi voto contrario rispetto ai provvedimenti che saranno sottoposti all’esame del Consiglio comunale. Né mancherà un eventuale supporto numerico qualora dovesse rendersi indispensabile per consentire al sindaco di condurre al termine il proprio mandato”.
Il consigliere Palumbo ha inoltre sottolineato che non vi sarà in Consiglio comunale alcuna contrapposizione del demA, ma piuttosto un confronto serrato rispetto alle tematiche programmatiche che dovranno segnare un deciso cambio di passo rispetto alle dinamiche amministrative in atto. Nello spiegare le reali motivazioni che hanno portato il demA a compiere tale scelta, Antonio Palumbo si è così espresso: “L’azione amministrativa in questi quattro anni si è caratterizzata per una quasi esclusiva gestione dell’ordinario e di alcune emergenze (come l’obsolescenza di parte dell’edilizia scolastica cittadina), e per la conduzione a termine di alcune opere iniziate dalle precedenti amministrazioni. Non si è determinata alcuna svolta per il futuro, per lo sviluppo economico e turistico, per l’occupazione”.
Palumbo ha poi snocciolato una serie di problematiche e interventi che attendono risoluzione: riassetto dell’area Asi, scelte da adottare per la Co.Fi.Ma., decisioni da assumere rispetto all’ex Manifattura Tabacchi, errate scelte fatte per la destinazione del Complesso di San Giovanni. Un passaggio anche sul PUC (Piano Urbanistico Comunale) da poco adottato “in pompa magna” quando in realtà – sono le parole del consigliere – non è nulla più di un decalogo di buone intenzioni. Non è mancato neanche un riferimento alle prossime elezioni regionali. “Esprimiamo l’auspicio che l’attuale presidente Vincenzo De Luca non torni mai più a governare la Campania”, accusato da Palumbo di aver fatto solo vuote promesse elettorali mai portate in porto.
Infine un auspicio per le elezioni amministrative 2020: “Ove dovessero esserci le condizioni, speriamo che l’intero centrosinistra possa presentarsi unito per vincere le prossime elezioni. L’esigenza della definizione di tale piattaforma programmatica costituisce la ragione principale della decisione assunta da demA: possedere autonomia e una posizione non più silente e subordinata rispetto a decisioni non coincidenti, se non apertamente confliggenti, che l’Amministrazione a guida Pd va assumendo in vista della tornata elettorale”.
Dalle parole di Palumbo si evince un esercizio stilistico di diplomazia per esprimere un comportamento salomonico. Ovvero, si auspica un centrosinistra unito alle prossime elezioni (senza escludere il Pd), ma, nel contempo, si condanna l’operato amministrativo del Pd e se ne prendono le distanze.
In parole povere non si esclude il dialogo con il Partito Democratico, tuttavia sembra sbarrata la strada se verrà riproposta la candidatura di Vincenzo Servalli per un secondo mandato. A questo punto gli scenari che potrebbero aprirsi sono molteplici: se il Pd confermasse Servalli come proprio candidato, questo comporterebbe la divisione del centrosinistra nella corsa elettorale; se il Pd, per allontanare questa eventualità, “scaricasse” Servalli per un nuovo candidato, si aprirebbe la corsa al sostituto. Tra i più papabili spiccano due nomi: il professore Armando Lamberti, da sempre uomo a vocazione di centrosinistra, figura di alto spessore culturale e professionale; Gianpio De Rosa, ex consigliere provinciale, assessore e vicesindaco con Gravagnuolo, che da qualche mese ha aderito al Partito Socialista metelliano.
Fantapolitica? Forse sì. Ma neanche troppo. Staremo a vedere.