Caritas Amalfi-Cava, triplicati i poveri con il Covid-19
“La Caritas diocesana, in sinergia con alcune Caritas parrocchiali della nostra Arcidiocesi di Amalfi – Cava de’ Tirreni, a causa della prima fase generata dall’emergenza sanitaria Covid-19 sta accompagnando tante famiglie e persone singole che si trovano ad affrontare serie difficoltà economiche: molti, per le doverose restrizioni e la diminuzione del già precario lavoro, non riescono nemmeno a fare la spesa dei beni di prima necessità”.
A dare notizia dell’azione della Caritas Amalfi – Cava è il direttore, don Francesco della Monica, il quale in una nota stampa informa circa le condzioni sociali venutesi a creare nel territorio in seguito all’emergenza sanitaria ed economica.
“Dopo la morsa generata dalla crisi economica degli scorsi anni – continua don Francesco – ora ci ritroviamo a fronteggiare un dramma che ferisce l’uomo in tutta la sua persona. Il Covid-19 ha minato le relazioni sociali, i rapporti economici, il credo e l’ambito prettamente sanitario. Un virus che ci lascia esterrefatti per velocità di contagio, per danni procurati e gli affetti distrutti. A una pandemia di tali dimensioni è necessario rispondere con una pandemia di carità”.
C’è sicuramente tanta amarezza nel vedere questa situazione difficile che continua a peggiorare ma che, al contempo, sta spalancando ulteriormente gli spazi della carità che opera senza sosta rispondendo a tutte le necessità ed emergenze.
“Sono numerosissime le nuove famiglie che timidamente e quasi con un senso di vergogna chiedono aiuto alla nostra Caritas e alle parrocchie – prosegue il direttore della Caritas – “Grazie al contributo della Cei, a fondi diocesani, alla collaborazione con il Comune di Cava de’ Tirreni, di associazioni e a molti benefattori che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, sino a ora siamo riusciti a tenere sempre aperte le nostre porte.
Se prima rispondevamo ai bisogni di oltre 400 nuclei familiari, ora abbiamo superato i duemila interventi in città e nei diversi comuni del territorio diocesano. Un lavoro di assistenza e di immediata risposta a dir poco triplicato. Molte le nuove e vecchie povertà sostenute: solitudine, emarginazione, crisi ansiose e psicologiche, inadeguatezza alle situazioni, alimenti, fitti, utenze domestiche, spese sanitarie e altro”.
Don Francesco pone l’accento su una riflessione di fondo riguardo la ripartenza: “Anche il nostro territorio diocesano che si estende dalla valle Metelliana sino alle coste della Costiera se vorrà realmente ripartire senza troppe perdite, in una coesione di intenti tra Enti pubblici, Chiesa, Associazioni e ogni singola persona, dovrà valorizzare le risorse del territorio e di quanti lo abitano per mettere in sicurezza il presente così che il futuro possa essere sopportato da un fiducia e una reale rinascita su tutti i piani”.