Il cammino della Salernitana dopo le clamorose, ma non sorprendenti dimissioni di Sannino, riprende dalla gemellata Bari. E riprende nel peggiore dei modi. Sia per il risultato finale, sia per il trattamento arbitrale subito e sia per un gemellaggio bellissimo che riconcilia coi veri valori dello sport ma che funziona ad intermittenza. Proviamo a analizzare un tema per volta.
Cronaca. L’esordiente Bollini, deve fare i conti con diverse assenze ma non rinuncia al suo credo tattico, squadra quindi schierata col 4-3- 3. Davanti a Terracciano, da destra a sinistra, Perico, Tuia, Bernardini, Luiz Flipe; Ronaldo volante protetto ai fianchi da Busellato e Della Rocca; tridente con Improta Rosina e Coda.
La Salernitana parte bene mostrando carattere e idee chiare. Subito Rosina, in una delle sue migliori uscite dell’anno, impegna Micai che riesce a deviare a stento sulla traversa. I Granata comandano il gioco ma al solito non riescono a concretizzare e alla prima occasione utile vengono puniti. Punizione dubbia fischiata per un contatto tra Brienza – che si lascia cadere – e Perico, lo stesso fantasista mette in mezzo e De Luca trova il vantaggio. Il primo tempo si conclude sull’1-0.
La ripresa comincia allo stesso modo. Ancora punizione dubbia assegnata al Bari e i padroni di casa, cinici e fortunati, trovano il raddoppio con Daprelà proprio sugli sviluppi del calcio da fermo. La Salernitana non ci sta e cerca in tutti i modi di riaprire la gara ma il tentativo di rimonta si infrange sul secondo legno colpito da Rosina e sul braccio di un difensore del Bari che ferma un tiro di Coda. Rigore ed espulsione ma il sig. Serra non ne ravvisa gli estremi. Solo tante proteste furiose dei Granata ma non accade altro e la gara si chiude sul 2-0.
Gemellaggio. Il messaggio positivo e lo spettacolo che le tifoserie di Salernitana e Bari regalano in occasione delle sfide tra le due compagine sarebbero da insegnare nelle scuole di ogni ordine e grado. Il clima respirato nelle città, l’accoglienza riservata alla tifoseria – a turno – ospite, sembrano più uscite da un ideale libro dei sogni che dalle cronache calcistiche contemporanee. Vedere i colori ufficiali e i vessilli delle
compagine idealmente e fraternamente abbracciati riconcilia con i valori più profondi dello sport e riporta il calcio alle sua vera dimensione di passione e identità. C’è un però che già da un po’ di tempo tocca registrare. Al di là delle sviste arbitrali, puntualmente a sfavore dei Granata, sin dallo scorso anno, che possono essere annoverate tra gli abbagli e i limiti oggettivi di una categoria che nel dubbio penalizza il club di Lotito, si registrano dei fischi sistematici per un calciatore della Salernitana – Zito – reo di aver in passato mancato in qualche modo di rispetto ai colori baresi. Allora delle due l’una: o il gemellaggio è valido a prescindere e quindi non si fischia un calciatore avversario o non si può sospendere l’intesa e l’afflato per nessuna eccezione. Sarebbe un peccato rovinare un affresco meraviglioso per un caso isolato.
La Nota. Tornando alla gara ottimo l’approccio Granata e bene l’impostazione iniziale. Mister Bollini appena arrivato mostra di avere le idee chiare con scelte più o meno condivisibili – ancora in panchina Donnarumma – ma almeno figlie di una logica. Provando a mettere ciascuno nel ruolo più congeniale. Il calciatore da tutti atteso, Rosina, pupillo del dimissionario Sannino, con una prova maiuscola, lancia un segnale ai compagni e agli eventuali detrattori che ne hanno sin qui criticato il rendimento. Probabilmente la diversa collocazione tattica, libero da compiti sfiancanti di copertura, ne ha valorizzato il mai discusso talento. Solo i legni e una grande dose di sfortuna hanno negato al 10 granata la gioia del goal dell’ex.
Buona nel complesso la personalità messa in campo dalla squadra. Molto gravi ancora una volta le disattenzioni difensive che alla fine hanno determinato il risultato finale. Senza difesa non si fa molta strada. Necessario concentrarsi su quella fase con un lavoro mirato in settimana.
Sala Stampa. “Il risultato penalizza sicuramente la nostra prestazione. – così Bollini ai microfoni – Nel calcio però ha ragione chi segna e il Bari è stato bravo a capitalizzare al massimo le due occasioni avute. Noi abbiamo creato diverse palle goal nel primo tempo e andare sotto a tre minuti dalla fine ha sicuramente spostato gli equilibri. Dobbiamo sicuramente migliorare, ma non bisogna demordere, continuando a lavorare come fatto negli ultimi due giorni”. Il mister ha quindi concluso: “In una piazza come Salerno è giusto che ci sia pressione. Il mio compito è quello di stemperare gli animi e sono concentrato al massimo sulla seconda parte di stagione in cui, sia a livello tecnico che tattico, proveremo a migliorare quanto fatto finora”.
Il cammino continua ad essere molto duro, sabato ennesima trasferta sul campo del lanciatissimo Frosinone, conforta solo il fatto che sarà difficile fare peggio di così lontano dall’Arechi.