Addio al Telestroke, Aurelio Tommasetti (Lega): “Siamo alla commedia, altro che rivoluzione”
Lo fa notare Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania e della Lega. Sembra essersi infatti concluso senza avere un seguito il progetto pilota presentato nei mesi scorsi dalla Regione Campania.
“Il Telestroke negli ospedali di Nocera Inferiore, Battipaglia e Oliveto Citra è già un ricordo”.
Lo fa notare Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania e della Lega. Sembra essersi infatti concluso senza avere un seguito il progetto pilota presentato nei mesi scorsi dalla Regione Campania. Si tratta del cosiddetto teleconsulto, un sistema integrato per la valutazione a distanza e la presa in carico di un paziente colpito da ictus.
“Siamo alla commedia. Ci sarebbe da ridere se non parlassimo di problemi molto seri e dei soliti proclami – afferma il consigliere regionale – Il sistema tecnologico venne presentato, neanche a dirlo in pompa magna, dal governatore Vincenzo De Luca, con tanto di dimostrazione pratica simulata al presidio ospedaliero Umberto I di Nocera lo scorso luglio. Fu annunciata come una innovazione fondamentale per intervenire su un paziente colpito da ictus, favorendo l’interazione con i responsabili dei Pronto soccorso. Oltre a Nocera Inferiore, la sperimentazione fu estesa agli ospedali di Battipaglia e Oliveto Citra”.
Invece dall’Asl è arrivata la doccia fredda: “Dopo soli tre mesi, una volta terminato il periodo di sperimentazione, il progetto si interrompe – spiega Tommasetti – Infatti l’Azienda sanitaria ha invitato la ditta al ritiro delle apparecchiature presenti nei tre ospedali. Non solo: dal primo dicembre i responsabili delle Unità Operative vengono invitati a implementare un percorso assistenziale alternativo”.
Il consigliere regionale della Lega non intende lasciar cadere la questione: “Altro che rivoluzione tecnologica e prima sanità d’Italia. Siamo di fronte a un’altra sceneggiata che non porta a nulla di concreto. Una retromarcia che conferma ogni aspetto della sanità deluchiana: tante parole e zero sostanza”.