Qualche giorno fa di 30 anni or sono ci fu l’ultima esibizione italiana del cantante che, a tutti gli effetti, può essere considerato il più grande artista vocale del pop moderno: Frank Sinatra.
Il concerto finale del suo Diamond Jubilee per celebrare i 75 anni del cantante di Hoboken, in un primo tempo si doveva tenere al Maschio Angioino di Napoli, ma poi venne dirottato al Teatro Grande di Pompei per una serie di scandali giudiziari che travolsero l’intera Giunta del Comune di Napoli, con tanto di arresti di membri dello staff del sindaco di allora.
L’antico castello, considerato un contenitore prestigioso, che avrebbe contribuito a dare nuova linfa e nuovo smalto alle “Estati” partenopee in debito di ossigeno nei confronti del pubblico e della programmazione messa a punto dall’allora assessorato al Turismo e allo Spettacolo del Comune. Follia e burocrazia eppure qualcosa si inceppò per una questione di mazzette, un assessorato arrivato a chiedere circa 750 biglietti omaggio da destinare al suo ufficio. Una richiesta fuori da ogni logica.
“E’ un amministratore che forse non è ancora abituato a lavorare sui grandi numeri” commentò l’organizzatore salernitano. Complice quel pizzico di follia collettiva e la burocrazia che praticamente annullò l’evento estivo napoletano.
L’intera vicenda giudiziaria napoletana, completa di ogni dettaglio, è stata riportata ampiamente nell’ultima biografia di Frank Sinatra, uscita a luglio scorso, scritta dal nostro collaboratore, il musicologo Gildo De Stefano, per la Logisma Editore di Firenze.