Servalli, Sindaco mio… tra Alfonso Senatore, Vigili Urbani, tasse e tributi
Caro sindaco Servalli, certo non è un bel periodo per te, tante tegole ti stanno scagliando in testa, e non solo dalla opposizione, che ti sta tartassando, ma pure dai tuoi sostenitori e, principalmente, della macchina comunale che fai sempre più fatica a guidare.
Ci si è messo pure il Segretario comunale che, evidentemente per farti “uno scherzetto estivo”, ha pensato bene di porre d’autorità in ferie quasi tutto il personale di quasi tutti i settori. Insomma per circa due settimane, se non di più, quasi tutti gli uffici comunali sono stati chiusi, salvo qualcuno che doveva necessariamente rimanere aperto per occorrenze di emergenza, come, ad esempio, l’Anagrafe, il cui personale, pure ridotto, bene o male ha svolto il suo ruolo, pure se qualcuno “rosicava” perché avrebbe voluto essere pur’esso in ferie, ma non gli è stato consentito: meno male per noi utenti.
Ma a metterti i sassolini nelle scarpe non c’è solo opposizione e maggioranza, ma pure qualcuno che non fa parte né dell’una e né dell’altra, ma non tralascia occasione per punzecchiarti quotidianamente, e non perché forte di quel minuscolo gruppo che si intitola “Meridione Nazionale”, piuttosto per il suo prestigio a livello cittadino.
Parlo del mio e tuo forse amico Alfonso Senatore, che non tralascia occasione per attaccarti, e lo fa da par suo, non per niente è un penalista e le cose se le gira e rigira come vuole.
A volte, forse, esagera, ma lo sai che Alfonso è un passionale, un sanguigno, e nella maggior parte dei casi fa bene, e bisogna dargli atto che molte cose che dice sono fondate.
Come, ad esempio, la questione della notifica delle contravvenzioni per infrazione alle norme del codice della strada da parte dei VV.UU.; sarebbe meglio parlare di mancata notifica visto che i VV.UU. sembra non ne vogliano proprio sapere di cambiare sistema.
Vediamo in pratica cosa accade: la notifica avviene per posta (con quelle famigerate buste verdi, che al solo vederle il cuore ti balza in gola), e devi avere la fortuna che il portalettere ti trovi in casa, altrimenti ti lascia un biglietto e devi fare pure la fila alle Poste per ritirarla.
E quando l’apri, scopri, oltre ai dati della infrazione, che se, per ipotesi, hai involontariamente invaso con l’auto una zona ZTL – Zona a Traffico Limitato, non solo devi pagare l’importo di Euro 58,10 per la infrazione, ma pure Euro 19,20 per spese postali e amministrative, in tutto Euro 77,30, ovviamente se decidi di avvalerti della facoltà di pagare entro 5 giorni; se “sgarri”, la somma sale a Euro 102,20, quasi un salasso.
Tutto questo perché i VV.UU. non hanno notificato a mano il verbale, mettendolo magari sotto il tergicristallo come facevano prima; se l’avessero fatto il pagamento, entro i fatidici 5 giorni, sarebbe stato di soli 58,10.
Ma i VV.UU. non ne vogliono proprio sapere: chi ce lo fa fare, sembra che dicano, bisticciare con l’automobilista, rischiare una chiassata, meno si parla più si vive tranquilli, meglio la raccomandata.
Ma la cosa assurda è che il Comune di quei 19,20 euro di aggravio non ne beneficia, perché vanno a pagare il sistema di notifica.
E allora, caro Servalli, dimmi tu se non è una stupidata, dimmi se Alfonso non ha ragione; se il Comune beneficiasse anche solo di una parte, transeat, ci sarebbe una logica, ma così sembra quasi una beffa.
E giacché siamo in tema, non voglio trascurare una ulteriore anomalia, che segnalo anche all’Avv. Senatore il quale, salvo errore, finora non ne ha parlato, vale a dire le tasse e i tributi che i tartassati cittadini sono tenuti a pagare alle amministrazioni pubbliche, Tari, Tasi, Imu e diavolerie varie che sono state inventate per” mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, come una volta diceva Berlusconi.
Orbene fino a qualche mese fa, tutti questi tributi potevano essere pagati con bonifico bancario, o magari allo sportello di una banca mediante un modulino chiamato F.23.
Nell’uno e nell’altro caso il pagamento era esente da spese, perché molte banche rendevano il servizio gratuitamente.
Ma una famigerata legge dello Stato alquanto datata, il DL 82 del 7 marzo 2005, ha introdotto il CAD – Codice dell’Amministrazione Digitale, che molti conoscono col nome spicciolo di pagoPA, previsto dall’art. 5 dello stesso.
Questo decreto prevede la digitalizzazione spinta degli introiti da parte dello Stato e degli Enti pubblici, grazie alla quale la maggior parte dei contribuenti potrà beneficiare di una miriade di servizi nei confronti degli stessi, e non solo per pagamenti, ma anche per introiti.
Leggere quel decreto, caro Sindaco, ti assicuro che fa venire il mal di testa; ben vengano tutte le innovazioni che alla fine facilitano la vita dei contribuenti e non consentono errori, ma da quel mal di testa ho capito che la stragrande maggioranza delle agevolazione interessa una schiera molto limitata di cittadini, prevalentemente operatori economici che hanno rapporti correnti con le amministrazioni pubbliche, e solo essi sono (saranno?) i veri beneficiari della innovazione.
Ma la stragrande maggioranza dei contribuenti che non utilizzerà mai questa innovazione, è costretta a sottostare anch’essa alle forche caudine della digitalizzazione, con la conclusione che per pagare, ad esempio, la Ta.Ri., dovrà farlo con il sistema pagoPA, presso le tabaccherie, spendendo per ogni transazione il costo del servizio pari a 2,50 euro.
Ma non sarebbe stato più logico che la grande massa dei contribuenti potesse continuare a poter fare i bonifici o pagare con l’F23?
Io non so se tra le tue facoltà c’è quella di poter derogare al sistema pagoPA, dalla lettura del decreto non si evince, ma certamente tu ne saprai più di me, ed eventualmente pure tu avessi qualche perplessità, potresti sempre avvalerti della consulenza del comune amico Alfonso il quale certamente non ce la negherà.