Con Servalli per ora nessun entusiasmo, ma neanche danni
A parte la notizia che nell’immediato non si candiderà a deputato e che ripresenterà la sua candidatura alle prossime comunali, non è che ci sia molto da commentare dell’intervista rilasciata al nostro giornale dal sindaco metelliano Enzo Servalli.
Questo, come spiegheremo in seguito, di certo per come è stata volutamente impostata l’intervista, ma anche per le risposte pacate e puntuali, nonché abbastanza scontate e prevedibili, date dal Sindaco.
Non era il caso, in effetti, di presentarsi da Servalli con la lista della lavandaia e chiedergli conto e ragione delle cose che si ritengono state fatte male o addirittura non realizzate, oppure delle delusioni patite o, viceversa, della bontà di qualche scelta operata.
E questo per un insieme di motivi. Innanzi tutto, perché quello di criticare e valutare è un esercizio, peraltro democratico, che compiamo ogni giorno. Tutti, nessuno escluso. A maggior ragione ora che possiamo farlo utilizzando i social.
Il secondo motivo, è che a fare le pulci al sindaco Servalli sulla realizzazione del programma elettorale, è essenzialmente compito delle opposizioni, le quali, se saranno capaci, dovranno accompagnare la loro azione di critica e vigilanza proponendo agli elettori una proposta politico-amministrativa alternativa sufficientemente adeguata e valida.
Il terzo motivo, è che, in tutta onestà, è troppo presto per tracciare un bilancio di questa Amministrazione. Certo, taluni tratti distintivi, le manchevolezze e anche gli aspetti positivi, sono venuti abbondantemente venuti fuori e in più di un’occasione abbiamo avuto modo di evidenziali. Tuttavia, i primi due anni possono essere considerati come una sorta di acclimatamento, insomma, vanno spesi come un abbuono. In altre parole, è soprattutto la seconda parte del mandato che fa la differenza nella valutazione dell’operato di un’Amministrazione comunale.
D’altro canto, se proprio siamo costretti a dare un primo, parziale giudizio, l’Amministrazione Servalli è vero che non ha entusiasmato, ma finora non ha prodotto danni, almeno visibili. E comunque, ne ha di sicuro fatti meno di chi l’ha preceduto. Almeno per ora, poi si vedrà.
Per quanto riguarda le risposte, c’è poco da meravigliarsi. Servalli è questo. Una persona misurata. Accorta. Frugale. Potendo, cerca di non farsi notare, magari sedendosi in seconda, meglio ancora in terza o quarta fila. Non è un uomo e neanche un politico che dà spazio all’immaginazione, al sogno. Non è che non abbia aspirazioni e ideali, ci mancherebbe, ma li comprime se non proprio li nasconde per pudore e sobrietà. In questo mondo, fatto di apparenze e di protagonismo anche sfrenato, il primo cittadino metelliano è di sicuro in controtendenza.
E’ scontato, quindi, che la sua Amministrazione non è di quelle che fanno sognare, che scaldino gli animi, capaci cioè di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Siamo, al contrario, nell’ordinario più totale, con una visione che taluni potrebbero anche definire impiegatizia della politica e della vita amministrativa. Ma così non è, perchè governare una città non è mai stato cosa semplice, figurarsi ora, in questi tempi di vacche magre, anzi magrissime. Certo, a Servalli manca quel pizzico di ordinaria follia che spesso hanno i leader. In compenso, è una persona saggia e perbene, ma anche furba e politicamente scafata. E non è detto che questo suo modo d’essere non sia anche dettato da un pragmatismo che poi, ci auguriamo, potrà dare i suoi frutti.
Non ci resta che attendere.