Servalli e gli errori da correggere
Era più che scontato: la nuova Giunta Servalli, al di là di qualche dettaglio, nasce nel segno della più ferrea continuità. Non è, del resto, nelle corde del nostro primo cittadino avere un guizzo per sparigliare le carte, anzi. D’altro canto, i risultati delle urne sono inequivocabilmente chiari. La città ha promosso il sindaco Servalli e i suoi. Punto. Poi, si possono fare mille ragionamenti, distingui a iosa e ricerca delle responsabilità a tutto campo. Tutto ciò, però, lascia il tempo che trova. Les jeux sont faits, rien ne va plus. Se ne parla il prossimo giro, se tutto va bene.
Questo, però, non vuol dire affatto che l’elettorato cavese ha firmato una cambiale in bianco. Tutt’altro. I cavesi hanno confermato la fiducia al Sindaco, ma i problemi restano e non sono stati affatto cancellati. E sono tanti, aggravati anche dalle contingenze economiche e sociali legate al Covid. Inutile farne l’elenco. La vicenda, poi, che ha coinvolto il dirigente comunale Sorrentino, impone, senza entrare nel merito specifico dei fatti contestati, uno sforzo suppletivo da parte di tutti affinché il Palazzo di Città diventi per davvero un palazzo di vetro. Sono troppe le ombre, i dubbi, le preoccupazioni. Non basta, come ha fatto il Sindaco stamani, dare rassicurazioni su rigore e trasparenza, occorre invece accendere i fari su tutta la vita amministrativa. E non solo del Palazzo di Città, ma anche delle partecipate, prima fra tutte l’Ausino.
Sembrerà strano, ma Servalli mai come in questo secondo mandato non potrà affatto cullarsi sugli allori. L’impressione è che avrà, rispetto al passato, un’opposizione molto più agguerrita e pressante, ma soprattutto per nulla docile ed addomesticabile. Non solo. La fiducia che i cavesi gli hanno tributato, impone a lui e a tutta l’Amministrazione comunale di fare di più e meglio, anche perché maggiori sono le aspettative. Di non vivere, quindi, come spesso è accaduto nella consiliatura appena conclusa, nell’ordinario. Di non sforzarsi di guardare oltre il quotidiano. Di adagiarsi sui risultati ottenuti. Di governare senza neanche la parvenza di una visione strategica.
La verità è che rispetto al recente passato la città è peggiorata, o quanto meno non è migliorata in confronto a cinque anni fa, per non dire dieci anni fa. E’ più sporca, meno sicura, più disordinata, più rumorosa, meno controllata. Le frazioni continuano ad essere abbandonate e deluse. La mobilità urbana sempre più problematica e confusa. La macchina comunale, poi, nel suo insieme spesso non sembra affatto adeguata alla bisogna, anzi. In troppe occasioni appare fuori fase. Non sembra agire e vivere nel suo tempo.
E’ scontato che tutto ciò è dipeso solo in parte dagli attuali amministratori, i quali molto, in negativo, hanno ereditato. Ora però sono loro i padroni del vapore ed è a loro che va presentato il conto.
Ed è anche vero, siamo onesti, che governare di questi tempi non è proprio una passeggiata. E’ sempre più tempo di vacche magre, di sacrifici, di cinghie da tirare. Forse proprio per un siffatto contesto, i cavesi alla fine hanno preferito, come dire, l’usato sicuro e riconfermato Servalli, il quale ha sempre mostrato di avere molto buon senso, equilibrio e moderazione. Insomma, Servalli è di sicuro una persona assennata. Proprio per questo, agli albori di questo suo secondo mandato, ci permettiamo di suggerirgli di far sua una massima di un maestro di saggezza quale Confucio: “Se fate un errore e non lo correggete, questo è un vero errore”.
Bene, il nostro Sindaco, più di chiunque altro e a dispetto di quello che magari è costretto ad affermare pubblicamente, sa bene gli errori che, inevitabilmente, avrà commesso. Sì, perché nessuno è esente da pecche e cantonate. Quel che conta è comprendere gli sbagli e correggersi. L’auspicio è che Servalli, per il bene suo e dei suoi governati, sappia discernere al meglio e correggere strada facendo le cose che non sono andate come pensava.
D’altra parte, meglio correggersi autonomamente piuttosto che essere incalzato dagli avversari. E, forse, correggersi potrebbe voler dire, al di là della Giunta in continuum, cambiare passo e prospettiva.