Fra Gigino diserta l’alzata del panno di S. Francesco e si alimentano le voci di un suo abbandono del convento francescano cavese.
Lunedì 4 settembre si è tenuta la tradizionale cerimonia dell’alzata del panno, a un mese esatto dalla ricorrenza dei festeggiamenti per il santo cui è dedicato il convento francescano, e a tutti i presenti è saltata all’occhio l’assenza di padre Luigi Petrone, ex priore del complesso monumentale, sia alla messa che alla processione.
Non era mai accaduto, a memoria di cavese, che padre Gigino mancasse alla celebrazione e quest’assenza, oltre che gettare nello sconforto i suoi numerosi fedeli, ha anche fatto pensare all’effettiva possibilità di un suo trasferimento, come da tempo si rumoreggia.
E’ la fine di un’epoca? Non resta che attendere e sapremo.
Quel che al momento è certo, è che qualcosa è cambiato all’interno delle mura del Santuario di San Francesco e Sant’Antonio.
Nei giorni scorsi, lo stesso don Luigi aveva cercato di tranquillizzare gli animi, spiegando che sarebbe rimasto al Santuario, dedicandosi però all’evangelizzazione esterna e, di conseguenza, sarebbe stato meno presente nelle varie attività del convento. Attività che, come da molti è stato fatto notare, già sono state ridimensionate, con le varie attività collaterali del fine settimana sono cessate. Tutto ciò ha creato non poco smarrimento nei fedeli che a frotte accorrevano sia per pregare, ma anche per ritrovarsi insieme in un luogo di aggregazione.
Sono ormai solo un ricordo i tempi del priorato di padre Petrone con annesse feste in grande stile, corredate di imponenti luminarie e abbondanti fuochi d’artificio che hanno causato non poche polemiche in città, creando una vera e propria divisione tra pro e contro padre Gigino.
Le diatribe con l’Amministrazione comunale hanno creato non pochi strascici amari, poi la venuta di tre nuovi frati e il suo “detronamento” nella gestione della vita del Santuario ha creato quello scollamento definitivo e, verosimilmente, anche scoramento che ad oggi fa si che non si veda più la sua figura agile e non si senta la sua voce possente come prima.
Forse davvero è la fine di un’epoca che, nel bene e nel male, ha visto la figura predominante di un frate francescano, tanto discusso quanto amato, fare e strafare per il convento, i fedeli, la città.