Mediateca, da una brutta storia una lezione utile per il futuro

Quel che è accaduto la notte di Capodanno a Marte Mediateca è apparso da subito qualcosa di grave. Inutile negare l’evidenza come qualcuno, per eccesso di tifo politico, non si perita affatto di farlo.
C’è da dire, anzi, che quando ho letto sui social le reazioni stizzite e feroci nei commenti di alcuni dei presenti alla bolgia (di cui il nostro giornale riferisce stamani) al post dei responsabile di Marte, nel tentativo, alla fine maldestro e rivelatosi un terribile boomerang, di giustificare in qualche modo quanto era avvenuto, per davvero mi si è gelato il sangue nelle vene e un brivido mi è corso lungo la schiena.
Si è rischiato davvero la tragedia, bastava poco per far precipitare la situazione con esiti nefasti e dalle imprevedibili proporzioni. Questo è quello che spaventa e dovrebbe far riflettere, al di là di qualsiasi altra considerazione, quantunque pertinente e rilevante sulla gestione della struttura, sul ruolo del Comune, sui controlli e la vigilanza delle pubbliche autorità.
Entrando nel merito della vicenda, c’è da dire che le considerazioni rese pubbliche attraverso i social dall’assessore comunale Giovanni Del Vecchio sono in larghissima misura condivisibili. Resta l’ombra su un aspetto non secondario, ovvero aver notificato una diffida “il 30 dicembre, il giorno prima dell’evento- alla società Marte a non procedere all’espletamento di attività non consentite dal capitolato, dalla legge e dai regolamenti vigenti e sopratutto in assenza delle previste autorizzazioni”, presupponeva almeno che fosse posta in essere dagli uffici comunali preposti un’attività di controllo a che la stessa venisse ottemperata. Insomma, se si arriva ad una diffida vuol dire che si ha contezza del verificarsi in precedenza di comportamenti non conformi, irregolari e forse illeciti. A meno che la diffida non rispondeva solo all’esigenza burocratica e formale di mettere le “carte a posto” a futura memoria e per pararsi il fondoschiena in caso di qualche spiacevole incidente. Non crediamo sia così, e lo speriamo vivamente, anche perché c’è da dire che forse nessuno aveva o poteva avere la consapevolezza o anche la sola percezione delle dimensioni di questi comportamenti irregolari, come sembra poi si siano verificati la notte di S. Silvestro.
D’altra parte, a questo punto bisogna appurare se risponde al vero che certe modalità organizzative fossero ormai da tempo consolidate per gli eventi tutt’altro che culturali svolti in Mediateca. A quanto pare, la Mediateca sembra che sia diventata un’appendice della movida cavese, una sorta di discoteca al centro storico. E’ davvero così? Motivo in più, visto che si vuol procedere alla revoca della concessione agli attuali gestori, per approfondire tutti gli aspetti, compreso quest’ultimo.
E sarebbe il caso che oltre al Comune, anche le altre autorità presenti sul territorio metelliano facessero gli opportuni accertamenti, anche di natura fiscale, alla luce di quanto postato sui social da chi ha scritto di essere stato truffato o comunque danneggiato, addirittura sequestrato (il reato di sequestro di persona ora con Salvini va di moda).
In altre parole, bisogna innanzi tutto chiarire il presente e il recente passato della gestione della Mediateca prima di procedere alla revoca e quindi lavorare al futuro di questa struttura. Ha perfettamente ragione l’assessore Del Vecchio quando sostiene che “l’evento del 31 dicembre impone una serena e profonda riflessione che consenta alla nuova gestione di ripartire con il piede giusto restituendo alla Mediateca la vocazione per cui è nata”.
Il rischio, se si è frettolosi e poco accorti anche nell’eventuale revoca, è quello di chiudere per chissà quanto tempo un immobile di quella portata, pregiudicando così la sua riapertura, senza contare che quanti ora vi lavorano si troveranno sul lastrico dalla sera al mattino.
In conclusione, fermo restando le responsabilità di qualsiasi natura che dovranno essere accertate e sanzionate da chi di competenza, l’auspicio è che l’Amministrazione comunale in questa vicenda proceda con fermezza, ma anche con cautela e buon senso, coniugando inventiva e coraggio, per ridare alla città un contenitore culturale cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare.
Insomma, inutile nascondersi dietro il dito, il privato da solo sembra proprio che non sia capace o comunque non è nelle condizioni di portare avanti la Mediateca come centro culturale cittadino. Il Comune metelliano in qualche modo dovrà almeno in parte farsene carico, quantomeno concorrendo alla sua gestione, alla programmazione delle attività, allo sviluppo delle iniziative culturali. Come? Bisognerà lavorare d’intelletto, trovare la formula giusta, coinvolgendo il territorio, i sodalizi culturali, le scuole.
Come suggerisce l’assessore Del Vecchio, occorre una “serena e profonda riflessione”. Sì, perché questa brutta vicenda può rivelarsi un’utile lezione per il futuro se saremo capaci di non buttare con l’acqua sporca anche il bambino. Le forze politiche cittadine saranno capaci di ciò? Stiamo a vedere.
I tuoi approfondimenti, direttore, rappresentano sempre un’opportunità per capire meglio le tante questioni che generano affanno alla nostra Città. Condivido ogni passo della tua riflessione. Tuttavia, mi chiedo: una diffida è un atto importante. Se ti diffido dall’adottare comportamenti che sfociano nell’illegalità e nell’illiceità, devo ancora preoccuparmi di verificare se tu ti attieni a tanto? In una società civile – e crediamo che Cava lo sia – non basta un provvedimento di siffatta natura? E allora significa che siamo alla deriva…