Il viaggio di Ulisse alla ricerca della buona politica si conclude oggi con l’originale intervista ad un imprenditore cavese, Massimo Altobello.
Sui temi dell’attuale amministrazione comunale e della politica il giudizio di Altobello non si distacca più di tanto da quelli che lo hanno preceduto. Ed è ovviamente realisticamente critico. Tuttavia, viene espresso con grande sobrietà e consapevolezza. Per certi versi, diciamoci la verità, potremmo anche dire che la politica va a lezione dall’imprenditore.
Confesso, però, che mi è piaciuto molto quando ha parlato, con altrettanto spirito critico, ma sempre con sobrietà e consapevolezza, del mondo imprenditoriale cavese. E non si è nascosto neanche dietro a sciocche e poco credibili giustificazioni quando ha parlato dei limiti dell’associazione di imprenditori metelliana da lui presieduta. Insomma, l’ingegnere Altobello è una persona intellettualmente onesta. E già solo per questo è degno di stima e di affidabilità.
Di Altobello, però, mi piace la scelta assai apprezzabile di dare spazio alle politiche associative. Insomma, come lui stesso afferma, crede “nell’opportunità di fare rete e nel mondo associativo”. Non è cosa da poco, anzi. Da questo punto di vista, Altobello rappresenta una risorsa per la città. L’auspicio è che il mondo dell’imprenditoria locale, ma anche la stessa politica, dimostrino acume nello sfruttare in senso positivo una simile ricchezza.
Altri tre passaggi meritano una riflessione.
Uno è sull’Asi, il consorzio dell’area industriale. I suoi giudizi sono senz’appello, soprattutto quello che riguarda il ruolo della politica e dei suoi rappresentanti nel consorzio.
Il secondo è quello su politica e macchina comunale. In breve, Altobello ritiene valido e imprescindibile per la buona politica il metodo americano dello spoils system. In altri termini, il sistema per cui gli alti dirigenti della pubblica amministrazione vengono cambiati con il cambiare del governo. Non è affatto una cattiva idea, anzi. Il guaio è che nel nostro Paese, per come siamo messi, è praticamente un’utopia. E’ molto, molto più facile che l’uomo arrivi su Marte…
In ultimo, condivido appieno che “il requisito irrinunciabile di chi si proporrà come guida della nostra Città è probabilmente, quello di essere una persona visionaria”. Sì, proprio così. Sì, perché chi si prende una rogna del genere non può che avere un pizzico di lucida follia.
E ciò, visto l’odierno grigiore e la forte miopia politico-amministrativa, significherebbe davvero voltare pagina. In fondo, essere guidati da qualcuno che abbia una visione, un sogno, è una speranza. E che abbia un orizzonte ideale, politico, culturale, è davvero manna dal cielo.